Non lasciamoci ingannare da questo brusco abbassamento delle temperature, dal primo giorno di semi-isolamento nei collegamenti marittimi della stagione in corso, dagli allerta meteo, dalle prime notti col condizionatore finalmente spento e dalla improvvisa necessità di indossare la felpa in serata o sui nostri mezzi a due ruote: la nostra estate volge sì al termine, non fosse altro che per un problema cronologico che ce la lascia ancora per sei giorni, ma non così è per la stagione turistica, che ancora tanto può dare alla nostra Isola almeno fino alla prima decade di ottobre.
Quel che dovrebbe preoccuparci, invece, è la presa d’atto di un altro anno che sta per finire e che nei suoi ultimi tre mesi metterà ulteriormente a nudo l’assoluta inerzia e la comprovata inettitudine di chi ci amministra. Ancora una volta, per la settima di fila (gli abbono la prima stagione, quella quando venne eletto, per pura obiettività), Enzo Ferrandino e i suoi hanno dimostrato di non avere la benché minima cognizione di cosa serva al Comune di Ischia per tornare a brillare quale capofila naturale del turismo isolano e delle iniziative territoriali ed extraterritoriali che occorrono a rigenerarlo e a mostrarlo nella sua veste migliore agli operatori, agli opinion leader e agli spender vacanzieri che contano.
Basta consultare le previsioni del Ministero del Turismo per renderci conto che non siamo totalmente fuori dal giro: già quest’anno abbiamo avuto un boom di nuovi stranieri senza precedenti, dove per “nuovi” intendo presenze provenienti da paesi tutt’altro che abituali frequentatori dell’isola d’Ischia. E nel 2025 tutto lascia presagire che esse aumenteranno a dismisura, anche in virtù del fatto che nonostante l’incompetenza, il traffico, il disordine, la scarsa conoscenza dell’inglese da parte degli addetti ai lavori e la disorganizzazione totale in tema di trasporti marittimi e terrestri, Ischia piace tantissimo e incondizionatamente.
Ricordo sempre a tutti la fatidica data del prossimo 13 dicembre: magari Enzo risolverà ogni problema togliendo il disturbo e lasciandoci rivotare in primavera. O forse saranno tutti i suoi tantissimi scontenti ad andare oltre le classiche voci di dentro e compiere il nobile gesto di metterci in condizione di scegliere subito qualcosa di meglio. Ma se così non fosse, cosa che naturalmente non mi auguro, resta così difficile prendere atto della necessità di andare oltre la semplice striscia di bava per segnare un percorso di rinascita degno di un sindaco ed un’amministrazione che si rispettino e cominciare a fare le cose per bene in ciascuno dei gangli vitali della nostra realtà locale?
Sia chiaro, non è che ce lo meritiamo, però… lasciatecelo almeno sperare!