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giovedì, Maggio 2, 2024

Ischia, il brutto corso. C’è un problema a Ischia

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Nelle prossime settimane dovrò difendermi (anche se la difesa sembra sia un diritto che io non dovrei avere) davanti ad un giudice per aver scritto “il sindaco fa morire il commercio”. E’ questa la mia piccola premessa, ad una interessante discussione social che è scaturita dalla condivisione di ben 10 foto di negozi chiusi sul corso di Ischia della collega Mirna Mancini.

“Qualcosa mi dice che il commercio su Corso Vittoria Colonna non va troppo bene” è questo il commento della Mancini che ha attirato diversi commentatori e che mi permette di tornare su un argomento centrale per la vita del nostro comune: il fallimento dell’amministrazione comunale di Enzo Ferrandino.

I commenti sono diversi e, non per sintesi, ma per argomento ne pubblichiamo solo una selezione. Non pubblico i nomi di chi commenta in difesa degli stessi. Non vorrei che diventassero, come me, bersaglio di attacchi, denunce e minacce o offese a chi mi sta vicino. Il solo fatto che qualcuno mi rivolga la parola infatti, per alcuni è motivo valido per agire contro. Ma torniamo al “brutto” corso.

Una delle tesi che va per la maggiore è quella che un utente racchiude in questi poche parole:  “Eh grazie: con i pigioni assurdi che chiedono…!” a cui fa eco un altro commento «Evidentemente, nonostante tutti i piagnistei che dobbiamo sorbirci da parte dei poveri proprietari di immobili oberati dalle tasse, la realtà è che è molto più conveniente lasciarli sfitti piuttosto che abbassare le pretese e renderli produttivi». Il capitolo “pigioni” ci chiude con «Si sono decisamente d’accordo: il problema dei pigioni assurdi è proprio una delle cause più disgraziate. Se a questo ci aggiungi il tartassamento delle tasse allora nessuna piccola attività commerciale può resistere. Io ho avuto il negozio sul corso e ad un certo punto non ho più retto dinanzi alle spese fisse divenute insostenibili»

Si, questo dei fitti è sicuramente una chiave di lettura o, almeno, una delle potenziali cause. Certo, fino ad oggi, guardando anche ad Ischia Ponte, ad esempio, non è mai stato nell’agenda dell’amministrazione la creazione di un percorso amministrativo, ma anche solo politico, che affronti questa problematica. Ma forse è vero che il sindaco, avendo anche lui molti “fitti” sta più dalla parte di chi fitta che non degli imprenditori che, invece, trovano difficoltà. Il cartelli vendesi e fittasi, nel frattempo, raccontano la politica economica del comune di Ischia che mostra ai tanti ospiti il suo “brutto” corso.

Se questo è il mio commento politico, ovvero l’insipienza di una classe dirigente incapace, c’è chi propone una soluzione “legislativa”.

«Credo che a tutte le vostre condivisibili analisi se ne possa aggiungere un’altra che sottopongo alla vostra attenzione sperando di non essere tacciato di sovietismo, che poi per me non sarebbe un’accusa. Al di là della crisi congiunturale, della diffusione dell’ e-commerce, della scarsa propensione alla spesa dei turisti medi dell’isola attratti da proposte alberghiere all-inclusive in taluni casi imbarazzanti, credo che l’insostenibilità del mantenimento di un’attività commerciale su corso, derivi anche dal prezzo degli affitti. I canoni di locazione non dovrebbero essere rendite per i fortunati proprietari. Una legge dovrebbe autorizzare gli enti a stabilire i canoni in relazione a ciascuna zona. Hai un locale di trenta metri quadri sul corso? Bene il canone è di 400 Euro mensili intrattabili. Decidi di non locarlo? Bene, l’imposta comunale sull’immobile è raddoppiata, di anno in anno. Sì potrebbe fare. Basterebbe una legge. E un paese un po’ più serio.»

Condivisibile quasi si tutto, tranne che sulla necessità delle legge. Già ne abbiamo troppe e di sbagliate. La verità, invece, è che a noi basterebbe “un paese un po’ più serio”

Di tenore diverso e con una valutazione più “performante” sono i due commenti che, pubblichiamo tra poco. Entrambi, infatti, ci regalano una valutazione più aperta. Una valutazione che apre il dibattito.

«…ma che negozi sono? Te lo chiedo perché spesso ho visto esercizi commerciali che vendono merce un po’ scadente che non suscita interesse. Mi spiace per le persone che chiudono i loro negozi, ma credo che l’e-commerce ha una responsabilità limitata. Dico questo perché io acquisto on line prodotti che non trovo ad Ischia, mai abbigliamento e pelletteria, mai cosmetici, creme varie, generi alimentari, prodotti per animali, ecc. Forse il problema è il genere di offerta. Molti residenti, me compresa, frequentano il mercatino del giovedì dove si acquistano prodotti buoni, nuovi, ad ottimo prezzo (biancheria per la casa in genere)»

Più duro e vero, però, è quest’altro commento: «Che le vendite online stiano sempre più fagocitando il mercato reale è un dato di fatto inopinabile, ma anche la mancanza di fantasia e di intraprendenza dei commercianti ischitani, sempre e solo pronti a copiare il vicino per fargli le scarpe è un assioma. Cosa dovrei andare a comprare da Via Roma e fino alla Piazzetta, souvenir pezzotti, liquoracci fatti passare per tipici di Ischia, pezze da indossare o mangiare una montagna di cibo schifoso? Nessun negozio che ti faccia veramente venir voglia di entrare e di scoprire cosa propone. E poi per finire in bellezza, tutti arredati e illuminati come se fossero degli ambulatori dove fare le analisi. Qualche cazzo di domanda bisognerebbe farsela e con umiltà trovare altrove le risposte».

Se questo vale per il Corso Vittoria Colonna, lo stesso, o quasi, può essere replicato per Ischia Ponte e per la Riva Destra. Certo, il parallelo tra le realtà è impossibile da fare, ma se ci limitiamo a verificare quella che è l’azione politica, beh, allora il comune denominatore c’è. E’ la politica assente. Nessuno fa finta di non vedere la crisi che il nostro paese sta attraversando, l’esplosione dei grandi store on line, lo sviluppo tecnologico e la comodità di poter scegliere, ordinare e pagare con un dito seduti sul divano di casa, così come nessuno fa finta di ignorare che da chi ci amministra non arriva nulla segnale di reazione. L’acqua alta sulla Riva Destra, la possibilità logistica di raggiungere le zone della movida, le assurde politiche di mobilità, le folli decisioni assunte con la ZTL e quella odiosa commistione tra potere politico e potere imprenditoriale dei pochi, stanno condannando un’intera economia.

Purtroppo, in questi anni, senza comprendere il fenomeno, accecati dal nemico interno, sempre più spesso abbiamo puntato il dito contro il low cost senza capire che è il trend ovunque. Ci lamentiamo delle tariffe basse, invochiamo turismi di qualità e poi viaggiamo (per chi viaggia) con le offerte, i prenota prima e i viaggi organizzati mesi o anni prima per volare a 9 euro.

Il mondo attorno a noi è variegato, i competitor più agguerriti e pronti di noi e noi non abbiamo ancora capito quale direzione dobbiamo prendere. Quale rotta seguire, quale segmento curare. Siamo in balia di politici che hanno esaurito quasi tutto il loro ridottissimo repertorio. Gli attori di Made in Sud li abbiamo visti già troppe volte, così come abbiamo sentito, troppe e troppe volte, le solite manfrine di questo o quell’altro che, però, gode di un consenso ingiustificato. Impossibile, infatti, spiegarsi fenomeni come la Mangione a Barano, Montagna a Ischia o Savio a Forio.

Ischia, ad esempio, ha preferito rendere impossibile la sosta per chi voleva trascorrere del tempo libero tra il Corso e su Via Roma. ZTL a favore del bar di tizio o di caio, parcheggi ridotti o per residenti, gli ischitani o i turisti preferiscono andare altrove. E il risultato ischitano? Strade vuote, negozi chiusi per mesi e vetrine spoglie. Come abbiamo già scritto, “a noi basterebbe un paese un po’ più serio”

3 COMMENTS

  1. Aggiungo semplicemente, che non stanno chiudendo le saracinesche dei negozi in Via Roma e dintorni, sta chiudendo Ischia, e se si continua con questo dissanguamento totale, e non annovero tutte le oscenità perpetrate da questa amministrazione, la fine sarà sempre più vicina.

  2. Purtroppo sono anni che dico che Ischia è “morta”!!!! Che finora ha vissuto di “rendita’, nel senso che quelli che ancora si ostinano a tornare ad Ischia è solo perché si ricordano “come era Ischia”!. Effettivamente Ischia non ha nulla più da offrire. Ci siamo fatti superare anche da Procida. Non bastava Capri!!!. Alla chiusura dei negozi del Corso, di Ischia Ponte ecc io aggiungerei, a breve, anche quelli di Via Alfredo De Luca, se faranno la pista ciclabile…..!!!!!! Che tristezza!!!!

  3. Magari il nostro sindaco incrementerà ulteriormente le manifestazioni di street food e cosí tutto finirà a tarallucci e vino.
    Pardon a graffe e muss’ e voie……….

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