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giovedì, Maggio 2, 2024

Il “ricatto” dell’EVI: Se condannati merda e rifiuti in mare!

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GAETANO DI MEGLIO | Quando i politici, i tecnici e gli imprenditori fanno “comunella” e provano a spillare, danari al popolo ingiustamente e forzando la mano, questi si trasformano in veri e propri nemici. E il popolo che non si schiera contro tutto questo sistema soccombe e viene scippato.
Con la regia di Pierluca Ghirelli, il liquidatore dell’EVI, i sindaci di Ischia, gli albergatori e i termalisti vogliono continuare ad incassare i soldi della depurazione che l’EVI non effettua. Vogliono continuare ad incassare un milione e mezzo di euro per un servizio che un giudice ha stabilito che non viene effettuato. E, invece, di trovare i responsabili del mancato servizio fatto pagare ai cittadini senza che questi ne abbiano beneficio, vorrebbero fare fronte comune e attaccare, per ora, due cittadini che hanno vinto contro la grande azienda nata per stipendiare “fidanzatine” e avere tante segretarie. O per fare clientela politica. E, per arrivare ai giorni nostri, e continuare a fare figli e figliastri.
Il caso lo descriviamo nel dettaglio nel box e ripercorre una storia che Il Dispari ha già trattato più volte, ma ora leggendo il “ricatto” che arriva dall’EVI, una società composta dai comuni, viene dall’incitare alla rivolta civile, alla disubbidienza civica e alla rivolta contro un sistema di comando che va debellato quanto prima. E anche con metodi non convenzionali.
Secondo Ghirelli, infatti, se l’EVI non continua a “rubare” i soldi della depurazione, la stessa azienda lascerà che la merda, gli assorbenti, i tampax e tutto il resto inondi in nostro mare più di quanto già faccia. Invece di trovare un modo per iniziare a depurare, l’azienda di Via Leonardo Mazzella, ricatta i cittadini di Ischia minacciando di sospendere un servizio che “supera il fatturato”. Invece di interrogarsi sul come fare in modo di depurare i reflui e di come risolvere il problema all’isola e ai cittadini dei comuni isolani, sinadci, tecnici e altri, pensano a farci vivere con il ricatto della merda a mare!  Insopportabile e assurdo!

Leggiamo insieme.
Intervento ad adiuvandum dei comuni dell’isola d’Ischia e ATO
NA2 – Appello sentenza Giudice Pace di Ischia numeri 40 e 43 del 2017. Pericolo interruzione servizio fognario.
Il Liquidatore unico dr. Ghirelli fa presente che con sentenze nn. 40/17 e 43/17 pronunciate dal Giudice di Pace di Ischia l’Evi s.p.a in liquidazione è risultata soccombente nei ricorsi presentati da alcuni utenti in relazione alla depurazione delle acque reflue.
Il Liquidatore inoltre fa presente che con nota protocollo n. 161 del 18.01.2017 inviata a mezzo pec ai comuni dell’isola e all’A.T.O. ha invitato le amministrazioni in indirizzo a valutare la possibilità di costituirsi ad adiuvandum nei giudizi d’appello che saranno proposti innanzi al Tribunale di Napoli sezione distaccata di Ischia per la riforma delle sentenze su richiamate in quanto in caso contrario l’EVI s.p.a sarebbe costretta ad interrompere tutte le attività di trattamento delle acque reflue con conseguenti danni di natura ambientale, sanitaria e d’immagine per l’isola d’Ischia o a porre a carico dei comuni tutti i costi sostenuti a tal fine per una somma di oltre 1.500.000,00 di euro annui.
di costituirsi ad adiuvandum nei giudizi d’appello da proporsi innanzi al Tribunale di
Napoli sezione distaccata di Ischia per la riforma delle sentenze del Giudice di Pace nn.
40/17 e 43/17; di invitare l’ATO, l’associazione Albergatori e l’associazione Termalisti a costituirsi ad adiuvandum nei giudizi di appello in parola in quanto la mancata riforma delle sentenze del Giudice di Pace produrrebbero una ricaduta negativa sull’immagine dell’isola stessa
con gravi danni per le strutture alberghiere”.

Questo è il testo della determina che i sindaci hanno approvato all’unanimità. Nemici del loro stesso popolo. Si studia un’azione di paura nei confronti dei giudici così che il ricorso contro due o tre piccoli utenti costretti a pagare per un servizio non ricevuto. Se non è assurdo tutto questo, cosa dovrebbe essere assurdo?

Ecco come Ghirelli giustifica il “ricatto” di non depurare più le nostre acque.
Ai Signori Sindaci dei Comuni di Ischia, Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Forio, Barano d’Ischia, Serrara Fontana. A.T.O.- Ambito Tenitoriale Ottimale 2
In riferimento alle emarginate sentenze – con le quali il Giudice di Pace di Ischia, Dott. Salvatore
Carro, sulla erronea conclusione della mancanza di una corretta attività di depurazione delle acque reflue, ha condannato l’EVI SpA a restituite ad alcuni utenti del Servizio Idrico Integrato gli importi percepiti a titolo di corrispettivo del servizio – premesso che le stesse non sono condivisibili nel merito, deve evidenziarsene la pericolosità, atteso il gravissimo pregiudizio che recano al mantenimento dell’equilibrio economico finanziario della EVI SpA”.
Ci viene da ridere a pensare all’ equilibrio economico finanziario. Ci siamo dimenticati i milioni di euro sperperati, i lavoratori costretti alla solidarietà, i grandi evasori favoriti in tutti i modi, i licenziamenti volutamente fatti male e mai e poi mai un responsabile! Ci siamo dimenticati le cause perse…
«Infatti, il mancato introito – continua Ghirelli – della tariffa deputazione (quella che un giudice ha detto che non viene effettuata e per cui l’EVI incassa danari senza dare un servizio – costringerebbe l’ente gestore, nella migliore delle ipotesi, a dismettere il servizio di depurazione dei reflui e ad effettuare solo quello di allontanamento degli stessi.
Tale evenienza, avrebbe sicuramente effetti negativi per l’immagine dell’isola d’Ischia, che è a vocazione turistica.
Tali pronunce, ove non adeguatamente opposte in appello, costituiscono, altresì, l’apripista per un filone giudiziario e/o class action i cui effetti sarebbero esiziali per la EVI SpA, costretta da una lato a restituire ingentissimi importi all’utenza, dall’altra a non poter più richiedere il corrispettivo del servizio di deputazione, i cui costi di esercizio, già per le attività effettuate, superano di gran lunga il fatturato.
L’attività di deputazione attualmente effettuata dalla EVI SpA, quand’anche i parametri dei reflui immessi nel bacino ricettore a mezzo condotta sottomarina non risultano conformi a quelli previsti dalla L. 152/2006 sono le seguenti: Grigliatura manuale: ovvero viene prelevato il cosiddetto “grigliato”, che viene posto in appositi contenitori, dove avviene l’essiccamento a mezzo percolazione e la neutralizzazione a mezzo calce in polvere; poi, settimanalmente o all’occorrenza a diverso intervallo, detto materiale viene imbustato, pesato su apposita basculla c, chiuso ermeticamente; detto grigliato viene stoccata all’interno degli impianti per essere poi smaltito, una volta raggiunta una quantità ottimale, presso discarica autorizzata in continente.
Sedimentazione in apposite pre-vasche; ovvero, i materiali in sospensione sedimentano sul fondo della vasca per essere poi, raggiunta una quantità ottimale, prelevati a mezzo aspiratori meccanici e trasportati in discarica autorizzata in continente. Ossigenazione a mezzo soffianti e membrane di immissione dell’ossigeno nelle vasche successive alla trafila, ove i reflui sono sottoposti ad attività di digestione dei fanghi. Azione batteriologica, con la quale le sostanze organiche in sospensione vengono aggredite dall’azione dei batteri e trasformate in H20 + C02 (acqua + anidride carbonica). Dislocazione, dove gli oli in sospensione sul pelo libero vengono aspirati a mc o elettropompa, per essere poi accumulati in apposito contenitore di stoccaggio provvisorio, dal quale successivamente vengono prelevati a mezzo aspiratore meccanico e trasportati in discarica autorizzata in continente. Clorazione, che avviene a mezzo del dosatore automatico di cloro nell’ultimo settore degli impianti, determinando la disinfezione dei reflui Dal settore terminale, a mezzo .impianto di sollevamento e/ o per tracimazione, i reflui vengono immessi in condotta sottomarina. Le condotte sottomarine a servizio degli impianti si sviluppano, mediamente, per una lunghezza di circa 1.200 metri dalla costa, ad eccezione di quella di Lacco Ameno, che presenta uno sviluppo di circa 400 m.; tutte le condotte immettono i reflui nel bacino ricettore, che è il mare, ad una profondità media di circa m. 40. I rifiuti prodotti da dette attività depurative (fanghi, sabbia, ecc.) vengono prelevati, all’occorrenza, a mezzo aspiratori meccanici e trasportati in discarica autorizzata in continente. Gli impianti dove avvengono i suddetti pretrattamenti rappresentano, altresì, i terminali di una serie di impianti fognari tributari nei quali i reflui, confluenti per omogeneità territoriale, vengono già trattati attraverso un sistema di sedimentazione prioritaria e secondaria, grigliatura e disoleazione, per essere poi sollevati, a mezzo impianti elettromeccanici, nei suddetti impianti terminali.
Con deliberazione assunta dalla Giunta Regionale della Campania n. 1.350 del 6 agosto 2008, con la
quale le acque termominerali sono state assimilate a quelle reflue domestiche, tutte le strutture turistico ricettive termali esistenti sull’isola d’Ischia scaricano nel sistema di fognario anche le acque termo minerali.
Pertanto, ove mai la EVI SpA, soccombente in primo grado sulla restituzione del corrispettivo del servizio di depurazione, dovesse vedersi condannata anche nei gradi successivi, significherebbe interrompete tutte le suddette attività, in quanto i costi delle stesse non sarebbero riconosciuti dagli utenti.
Le conseguenze della dismissione delle attività depurative eseguite dalla EVI consisterebbero nel blocco degli impianti terminali per intasamento totale delle griglie e delle vasche di sedimentazione, con conseguente fuori uscita dei reflui, non trattati, nelle aree attigue ai suddetti impianti; considerata l’ubicazione degli impianti in prossimità del bacino ricettore, ciò significa tracimazione degli stessi sotto costa, con trasporto delle sostanze grossolane in sospensione (cotton fioc, tamponi, garza, lattine, buste di plastica ecc.), che determinerebbero vistoso inquinamento fisico sul pelo libero dell’acqua e, quindi, con devastanti danni di immagine per la vocazione turistica dell’isola d’Ischia.
Per ovviare a tali inconvenienti le autorità preposte dovrebbero ordinare a tutti gli utenti interessati di scaricare nelle pubbliche fogne eseguendo in proprio la deputazione dei reflui nel rispetto dei parametri della L. 152/2006; ciò implicherebbe un’attività di controllo radicale su tutto il territorio per la verifica del rispetto dei suddetti parametri; attività costosissima e dunque non praticabile da Ente Gestore”.
I cittadini devono pagare per un servizio che l’EVI non effettua, stando alle decisioni del giudice Carro, e se i comuni non si costituiscono contro i cittadini, la loro azienda, quella che gestisce i reflui lascia che la merda inondi il nostro mare! Ecco come ci amministrano!

“Tali considerazioni – continua Ghirelli – fanno comprendere il danno grave ed irreparabile che subirebbe la cittadinanza intera, sia in termini economici per la realizzazione di singoli impianti di depurazione e/o comprensori di depurazione; sia per l’impossibilità, nei centri storici, di realizzare detti impianti per carenza di spazi pertinenziali agli edifici, sia per l’impossibilità di monitorare tutte le utenza sul territorio. Ove mai tali attività non venissero effettuate dagli utenti, ci si troverebbe di fronte ad un inquinamento del bacino ricetta re e/ o del sottosuolo di gran lunga superiore a quello attuale, con conseguenze catastrofiche sotto il profilo igienicosanitario ed ambientale.
Tutto ciò premesso, al fine di scongiurare il verificarsi di quanto sopra evidenziato ed al fine di supportare le ragioni della EVI SPA, nonché di tutela gli interessi anche degli Enti in indirizzo, si chiede alle SS. LL di voler esperire intervento volontario ad adiuvandum nei procedimenti di appello per la riforma delle reclamate sentenze, che questa Società EVI SpA promuoverà innanzi al Tribunale di Napoli, Sezione distaccata di Ischia. Onde consentite l’auspicato intervento volontario si provvederà ad informare le SS.LL. in merito alla pendenza dei giudizi a farsi».

6 COMMENTS

  1. Intanto la fogna di Lacco Ameno è sempre rotta, oggi si vedeva da terra la macchia marrone della merda che veniva a galla a circa 50 metri fuori il porto turistico.

  2. questo è il minimo che potrebbe accadere se l’Evi non continuasse a fare il servizio di gestione delle fognature come il redattore di questo giornale si auspica!

  3. Si crea l’emergenza cosi si crea un fondo di emergenza dove prendere i soldi in caso di emergenza! Se non c’e l’emergenza non ci sono manco i soldi.

  4. Non è la fogna rotta a Lacco Ameno e Lacco Ameno che è diventata una fogna. Con il camion della mer@a fisso all’ingresso del paese ..

  5. leggendo quest’articolo si appalesano nella mia mente tre considerazioni. La prima è che pur non essendo un esperto in materia di reati ambientali, credo che ci sarebbero conseguenze penali gravi per un amministratore di società che permette, o meglio, che volutamente dà l’ordine di sversare materiale altamente inquinante in mare. La seconda è che molte abitazioni dell’Isola d’Ischia sono servite da fosse settiche e che quindi non sversano un bel niente nella pubblica fogna e pertanto provvedono in proprio agli espurghi. La terza mi vede completamente d’accordo con il direttore del giornale, ma hai me, non ci sono prove.

    • bhe mi sembra chiara l’intenzione di molti di questi commentatori di provare ad affossare questa isola che si regge sul turismo balneare complimenti a tutti.
      Ps. per tutte quelle famiglie che disgraziatamente si sostengono attraverso remunerazioni provenienti dal settore balneare, alberghiero,ristorazione, ecc. ecc. abbandonate l’isola che sembra sempre piu’ concreta la volonta’ precisa di affossarla definitivamente.

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