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sabato, Maggio 11, 2024

Il 25 aprile e le solite patenti | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 27 aprile 2024

Eh sì, caro amico Angelo. Lo hai voluto Tu. Me lo hai chiesto su Facebook, provocandomi (si fa per dire) come il celeberrimo piatto di spaghetti di Alberto Sordi. E dopo averTi chiarito qual è il mio punto di vista, eccomi a Te: “me Te magno” con un commento sul 25 aprile scorso.

Almeno quest’anno che in Italia esiste finalmente un Governo legittimamente eletto dal popolo, mi sarei aspettato un atteggiamento più rispettoso da parte di tutte le forze politiche in campo, almeno verso l’istituzione in quanto tale, non certo per l’individuo (in quel caso avrei chiesto troppo a cotanta pochezza umana e politica, mi rendo conto), in una giornata in cui dovrebbe essere celebrata l’importanza della libertà, della democrazia e della pace contro ogni totalitarismo di ieri e di oggi.

E invece, mentre a Milano i soliti facinorosi fischiavano l’inno nazionale in Piazza del Duomo, extracomunitari usavano le aste delle bandiere per pestare finanche i City Angels del servizio d’ordine, i soliti studentelli filopalestinesi allergici al manganello ma avvezzi a picchiare il prossimo lanciandogli addosso anche qualche bombetta non disdegnavano di aggredire a Roma e Milano le comunità ebraiche scese in piazza per commemorare la liberazione all’insegna del “fuori i sionisti dalla piazza”, le forze politiche d’opposizione d’ogni ordine e grado si fingevano fin troppo concentrate (e quindi distratte) dall’irrinunciabile compito di continuare a porre in evidenza il rischio di restaurazione del fascismo con l’avvento di Giorgia Meloni Premier e al pari di quando il popolo sovrano ha legittimamente eletto alla guida del Paese qualsiasi esponente politico di centrodestra, elargendo a propria unica discrezione in modo diretto o attraverso i propri ambasciatori dell’informazione patenti di libertà, democrazia, cultura e pacifismo.

Caro Angelo, Te l’ho già scritto nel mio commento al Tuo: le uniche patenti che ho accettato di farmi rilasciare in cinquantasette anni di vita sono quella di guida e quella nautica. Per il resto, Ti sarei veramente grato se volessi risparmiarmi il pistolotto mainstream che fa capo alla Tua tendenza ideologica, che di certo rispetto, ma che non potrò condividere mai e per nulla al mondo.

Ecco, l’Italia che vorrei è quella che imparasse ad affrontare con serenità la volontà popolare, facendosene una ragione anche se la sconfitta elettorale contro chi non la pensa come noi, come tutte le sconfitte, è sempre durissima da digerire. Tanto cinque anni, a meno di qualche altro golpe quirinal-europeo, non sono poi così lunghi da trascorrere. Poi si rivoterà e… vedremo! Miracoli della democrazia, non trovi?

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