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mercoledì, Maggio 1, 2024

Foderi e sciabole | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 14 dicembre 2023

La dialettica e il confronto politico nell’ambito parlamentare mi continuano ad affascinare da morire. Così come l’ambito dell’amministrazione locale ed il livello dei suoi protagonisti abituali, da undici anni a questa parte, non mi manca neanche un po’.

C’è però un fattore che me li fa accomunare: in entrambi, la presenza di inutili foderi di varie età ed estrazioni in luogo di sciabole affilate, taglienti ed efficaci quanto basta è assolutamente preponderante.

E se il detto antico mette in evidenza con la giusta gravità lo status di combattimento dei primi e quello “appeso” delle seconde, è altrettanto vero che alla luce del sistema elettorale in vigore, solo sul piano locale può essere attribuita una concreta responsabilità dell’elettore che ha preferito Tizio Fodero al posto di Caia Sciabola. Su quello nazionale, invece, tutto piove ancora dall’alto e vola ben oltre l’altezza delle nostre teste.

Argomenti importanti come la finanziaria in corso di approvazione suscitano diatribe talvolta eccessive ma, in ogni caso, proporzionate all’entità del contendere sul tavolo del Governo. E in ogni caso, per quanto aspro, retorico e legato ai soliti interessi di bottega, il confronto resta sempre un momento democraticamente edificante. Ma se sul piano locale come nel caso di Ischia, le funzioni del consiglio comunale e della giunta sono ridotte ormai da anni agli infimi termini dalla politica accentratrice del capo dell’amministrazione, qualche domanda la gente dovrebbe cominciare a porsela.

E allora, se tanto mi dà tanto, è fuor di dubbio che anche il criterio di rappresentatività popolare in seno ad un civico consesso venga di fatto e del tutto annullato, laddove l’eletto calpesta impunemente l’elettore e, con lui, le più elementari regole democratiche. Ma alla fine, sembra che alla gente non gliene freghi nulla di nulla, se non del diritto di sparare contro il “governo ladro” e la “politica sporca” in seno ad un populismo sempre crescente che trova dimora oggi nei grillini e domani… chissà.

All’orizzonte nazionale, oltre l’ottimo premierato, non si vede alcuna intenzione concreta in merito a riforme tanto possibili quanto annunciate. Ma sul piano locale, per fortuna, tutto passa e non sempre dopo cinque anni, ma talvolta prima. Quindi, cintura ai fianchi, lucerne accese, olio a sufficienza e… pronti al cambiamento. O no?

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