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mercoledì, Maggio 1, 2024

Condannare la retorica? Ma fatemi il piacere! | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 12 dicembre 2023

Proprio nel #4WD di domenica avevo parlato di quanto inutili e poco credibili siano le contestazioni e le polemiche per partito preso, rispetto ad argomenti importanti che non possono e non devono ricevere rallentamenti, patenti di primogenitura e cappelli sulla sedia.

E non più tardi di una settimana fa, mi ero espresso a proposito del patriarcato con la constatazione della sterilità di certe polemiche di parte che, per la loro stessa infondatezza, fanno perdere sempre più credibilità a pur importanti argomenti d’interesse pubblico.

Ed ecco l’ennesima conferma: ieri alla “Sapienza” di Roma si presentava la panchina rossa, simbolo contro la violenza sulle donne, in presenza dei vertici dell’ateneo, dell’A.S. Roma e dell’amministrazione comunale. Una finalità più che condivisibile, quella dell’iniziativa in questione, che dovrebbe unire e raccogliere consensi oltre ogni steccato. O no?
E invece, poco dopo il termine dell’evento, un collettivo universitario femminista ha rivendicato lo smontaggio della panchina e la deposizione della stessa nell’immondizia, per contestarne “la retorica” da parte delle autorità intervenute. 

Dopo la morte di Giulia Cecchettin, anche il Parlamento italiano, nell’aula del Senato, superando qualsiasi divisione ideologica e di schieramento, ha approvato all’unanimità il disegno di legge che in diciannove articoli ben circostanziati accelera di fatto la lotta al femminicidio. E se in questo modo anche la politica, che è senza dubbio la realtà sociale più bersagliata da parte dell’opinione pubblica quanto a tutela dell’interesse di tutti e concretezza istituzionale, è riuscita a fornire una risposta seria e incondizionata a un Paese rattristato dalla morte-simbolo di un’innocente laureanda di ventidue anni, diventa del tutto inaccettabile che un gruppo di facinorose si ponga invece in antitesi di un momento di aggregazione sociale solo per vantare la propria visibilità ad ogni costo e la contestazione al “sistema”.

Questo Paese, “vecchio” sotto tanti aspetti, deve ancor più fermamente condannare questo genere di anticonformismo tout court, quale segnale ed anelito ad una modernizzazione che non può e non deve ammettere battute d’arresto di alcun genere, in particolare in quei luoghi-simbolo come scuola e università che educativamente parlando sono (o almeno dovrebbero essere) la seconda casa e il porto sicuro dei nostri giovani.

(foto rainews)

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