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martedì, Maggio 7, 2024

Canone di depurazione: parte a Procida la richiesta di rimborso

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Leo Pugliese | La recente sentenza del giudice di pace di Forio, sulla depurazione delle acque sulla vicina Ischia, ha acceso i riflettori anche sull’isola di Procida. La discussione che ne è scaturita è stata oggetto di notevoli discussioni. Su tutte ci permettiamo di riportare quella espressa del magistrato isolano Gioacchino Romeo che sul suo profilo social ha scritto tra l’altro:

«L’inesigibilità di una prestazione là dove manca la controprestazione, fatta proprio dal giudice di pace di Forio d’Ischia, è stata più volte e ripetutamente ribaditi dalla Corte di Cassazione, da ultimo con la sentenza n. 9500 del 2018.

“In rapporto alla tariffa di fognatura e di depurazione soggetta alla innovata disciplina, la Corte di legittimità ha affermato che i Comuni non possono chiedere il pagamento dell’apposita tariffa ove non diano prova di esser forniti di impianti di depurazione delle acque reflue (v. Cass. n. 8318/11; Cass. n. 14042/13). Invero la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è divenuta, appunto, una componente della complessiva tariffa del servizio idrico integrato, configurato come corrispettivo di una prestazione commerciale complessa che, per quanto determinata nel suo ammontare in base alla legge, trova fonte non in un atto autoritativo direttamente incidente sul patrimonio dell’utente, bensì nel contratto di utenza. Sicché, tenuto conto della declaratoria di incostituzionalità della L. 5 gennaio 1994 n. 36, art. 14, comma 1 – sia nel testo originario, sia nel testo modificato dalla L. 31 luglio 2002 n. 179, art. 28 (Disposizioni in materia ambientale) – nella parte in cui prevedeva che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione fosse dovuta dagli utenti ‘anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi” (v. C. Cost. n. 335/08), va affermato il principio secondo il quale, in caso di mancata fruizione, da parte dell’utente, del servizio di depurazione, per fatto a lui non imputabile, è irragionevole, per mancanza della controprestazione, l’imposizione dell’obbligo del pagamento della quota riferita a detto servizio (cfr. Cass. n. 12769/2014; n. 12763/2014).”

Ciò detto, coloro che lo ritengono possono tranquillamente agire, nei limiti della prescrizione, per la restituzione di quanto corrisposto in più a titolo di una depurazione inesistente».

Anche seguendo – molto verosimilmente – questi assunti, che va letta la decisione della neonata associazione dei consumatori napoletana ASSORIMBORSI di dare supporto ed assistenza sociale alla popolazione procidana. E in una nota scrive:

«La società Sap srl gestisce il servizio idrico integrato per il territorio dell’isola di Procida (NA). Per tale servizio viene richiesto un canone per il servizio di depurazione delle acque. Ebbene, tale richiesta appare del tutto illegittima. E’ incontrovertibile che sull’isola di Procida (NA), ad oggi, non è attivo un impianto di depurazione delle acque e che quindi le somme incassate a tale titolo dalla Sap srl si configurano come illegittime e non dovute.

Infatti, com’è notorio, la Corte Costituzionale con la sentenza n. 335/2008 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 14 co. 1 della Legge n. 36/1994 (Disposizioni in materia di risorse idriche), sia nel testo originario che in quello modificato dalla Legge n. 179/2002 art. 28 (Disposizioni in materia ambientale) nella parte in cui si prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione fosse dovuta dall’utente anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione.

E’ stato quindi sancito che la tariffa del servizio idrico integrato si configura, in tutte le sue componenti, come il corrispettivo di una prestazione commerciale complessa e non già come un tributo.

In poche parole, non è dovuto alcun pagamento se il servizio fatturato o parte di esso non viene in concreto effettuato.

La stessa Corte di Cassazione più volte è intervenuta sull’argomento affermando, in maniera chiara, che i Comuni (ovvero i gestori del servizio) non possono chiedere il pagamento dell’apposita tariffa ove non diano prova di esser forniti di impianti di depurazione delle acque reflue.

Nella vicina Ischia recentemente l’ente gestore del servizio (Evi) è stato condannato alla restituzione di quanto incassato a titolo di depurazione perché è stato accertato in via giudiziaria che il servizio non veniva, di fatto, espletato. Un precedente a noi vicino che da ulteriore corpo e sostanza alla nostra iniziativa legale a difesa dei consumatori procidani.

Per tali ragioni l’Associazione Assorimborsi, di recente operativa sull’isola di Procida per iniziativa dell’Avv. Mariano Cascone, ha deciso di dare supporto ed assistenza legale a tutti i cittadini ed imprese interessati a richiedere il rimborso di quanto pagato a titolo di depurazione che non c’è.

Bastare portare presso l’associazione tutte le fatture pagate dove è stato addebitata questa voce non dovuta, oltre alla carta di identità ed al codice fiscale dell’intestatario dell’utenza, e sarà subito avviata la richiesta di rimborso, anche per interrompere la prescrizione.

In caso di mancata spontanea adesione, ci rivolgeremo al Giudice di Pace per tutelare il diritto dell’utente ad ottenere il dovuto risarcimento.

Ricordiamo che la sede isolana dell’Associazione Assorimborsi si trova in Via Vittorio Emanuele n. 285 presso lo Studio Legale Avv. Mariano Cascone – referente per l’isola di Procida (NA) – e riceve il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17 alle 20. Per ogni chiarimento è possibile chiamare al n. 081 3048845 Fai valere i tuoi diritti.»

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