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lunedì, Maggio 6, 2024

BUCHA: IL VERO VOLTO DELLA GUERRA! Attori e spettatori di Anna Fermo

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Guerra Russia – Ucraina: Immagini che scuotono le coscienze e che raccontano la violenza di cui è capace l’uomo oltre una bomba, un proiettile od un missile. “Per non dimenticare” riusciremo a raccontare ai posteri anche la mano insanguinata dell’uomo di oggi ?

Bucha, cittadina di circa 30mila anime alla periferia di Kiev, racconta oggi la guerra, quella vera, quella senza censure e che con le stesse modalità, purtroppo, ancora si perpetra anche in altre posti del mondo, meno attenzionati dai nostri media, diremmo, luoghi inosservati agli occhi dell’interesse del nostro occidente civilizzato.

Domenica, ed ancora lunedì, le agenzie fotografiche internazionali hanno deciso di pubblicare le prime foto, dopo 40 giorni di guerra, appena le forze russe hanno lasciato la città, ripassata sotto il controllo ucraino. Massacri e uccisioni indiscriminate di civili con corpi abbandonati sul selciato, imputriditi dai giorni trascorsi, o di corpi martoriati negli spazi comuni di palazzine ed abitazioni. Le foto ed i video che stanno facendo il giro del mondo è possibile che mentano?

Le mani legate dietro la schiena raccontano e parlano di violenze che non hanno nulla a che vedere con la devastazione muta, quasi surreale di una bomba atomica, come quella minacciata, o di un missile, di una granata o di una mitragliata a debita distanza.

Quei fori sulla testa danno il senso di esecuzioni a bruciapelo, brutali e vigliacche, di uomini, donne e bambini, civili, colpevoli solo di essere ucraini. Genocidio? Si, perché è anche questo il risultato di ogni guerra.  

C’è una fossa comune, scavata dietro la chiesa ortodossa della città, dove alcuni corpi, ma non tutti, sono stati avvolti in sacchi neri di plastica, pronti ad essere inghiottiti dall’anonimato che solo una fossa comune sa esternare.

Eppure, la tecnologia è arrivata anche lì e ne ha riprodotto un fermo immagine, satellitare, che sarà difficile da dimenticare. No, non è una discarica, è proprio una fossa comune, uguale a quelle che ci hanno riportato i posteri all’indomani delle due guerre mondiali, all’indomani di tutti quei conflitti che abbiamo sempre guardato da lontano, come al cinema, con il distacco tipico di chi non distingue più la finzione cinematografica dalla cruda realtà. Chissà che tutti i nostri morti di covid non ci abbiano assuefatto ad immagini così angosciose!

No, per destare la nostra condanna, vuol dire che siamo capaci di inorridirci ancora perché ancora incapaci di accettare il buio che può muovere la mani dell’uomo sino a tal punto.

Quello che è rimasto a Bucha non sono solo i cadaveri ai bordi delle strade, nei sacchi o con le mani legate, ma soprattutto gli occhi dei sopravvissuti che testimoniano l’orrore di civili uccisi arbitrariamente mentre attraversavano la strada o andavano a fare la spesa, o che con una pallottola in testa dopo essere stati catturati e legati, sono stati ammazzati. 

Il cinema sa rendere con effetti speciali ogni atrocità umana, glaciando spesso lo spettatore giusto il tempo della messa in onda, ma la realtà di Bucha non è cinema, spacca in due il cuore di ciascuno di noi lacerando qualsivoglia speranzosa illusione che tutto si potesse risolvere in una guerra senza spargimenti di sangue.   

Che sciocchi!

E’ giusto piuttosto porsi la domanda più banale di tutte, quella che magari ci siamo posti leggendo qualche pagina di storia, così tanto per. E allora, come può un uomo, (tra l’altro oggi, nel terzo millennio) macchiare le sue mani di tutto questo sangue? Sarebbe stato più facile forse premere un pulsante? Per scaricare una bomba o lanciare un missile? Magari senza lasciare nulla se non macerie sul selciato? Di certo, per noi semplici spettatori sarebbe stato più facile da accettare, come dire, tutto ci sarebbe apparso “più pulito”, quand’anche devastante, dimentichi che la guerra è invece orrore in tutte le sue fattispecie! E, purtroppo, non c’è orrore più grande di una mano nuda che uccide.

La domanda che si pone oggi la comunità mondiale è se dinanzi ai fatti di Bucha si possa parlare o meno di un crimine di guerra, cosa di cui la Russia è già stata accusata da molti leader europei.

Ebbene, come li definireste altrimenti? Non credo che ci siano altre definizioni, non fosse altro perché è questo il vero volto della guerra e non di certo quello che i giornalisti, quand’anche coraggiosi, con elmetto e giubbotto con la scritta PRESS hanno raccontato sino a ieri, censurati, limitandosi a riprendere macerie abbandonate, palazzi distrutti e case bruciate. La guerra è di per se un crimine contro l’umanità, perché la guerra ha una crudezza che atterrisce, e di cui fa male prenderne atto.

Quello che sta accadendo in Ucraina sia chiaro che non è niente affatto un film.

La guerra che si sta combattendo in Ucraina, in territorio europeo a poco più di un migliaio di chilometri dalla nostra Italia, testimonia per l’appunto violenze come non se ne vedevano in Europa non da secoli, ma da solo vent’anni, dai tempi delle guerre nella ex Jugoslavia, a conferma che Bucha, tra l’altro, non è nemmeno e di sicuro la sola città ucraina scenario di massacri di tale portata.

I racconti di nuove violenze emergono man mano che le forze ucraine riprendono il controllo delle aree da cui la Russia si ritira e quand’anche molti sperino che con le prove di questi massacri qualcosa si muova più significativamente verso la pace, di certo le immagini di Bucha smentiscono definitivamente le teorie complottiste diffuse dalla Russia. I cadaveri ripresi nei video non sono affatto persone in posa.

Sulla stampa internazionale si legge: “Sono sempre di più le prove di fonti terze e documentate da media internazionali (New York Times, Guardian, Economist), che dimostrano le responsabilità dei russi nei massacri di civili a Bucha. L’intelligence ucraina ha ottenuto e pubblicato un elenco di 64 soldati russi che avrebbero commesso “crimini di guerra contro il popolo ucraino a Bucha”, nell’oblast di Kiev. Andryi Galavin, prete della chiesa ortodossa di Sant’Andrea a Bucha testimonia che “Dal 10 marzo arrivano decine di corpi a tutte le ore ogni giorno. Finora ne ho contati 68 – dice -: donne, uomini, bambini, molti non identificabili per i colpi inferti ai loro corpi martoriati”. L’esercito ucraino ha trovato a Bucha una camera di tortura usata dai soldati russi con i cadaveri di cinque civili piegati in avanti e con le mani legate dietro la schiena. La notizia è riportata dall’agenzia Unian. La truppe russe avrebbero utilizzato il seminterrato di un sanatorio locale per bambini chiamato “Radiant”.Le immagini di decine di cadaveri nelle fosse comuni o sparpagliati per le strade intorno alla capitale ucraina dopo il ritiro russo scioccano il mondo occidentale”.

Mentre si intensifica l’offensiva russa nel sud del paese, l’orrore della guerra mostra dunque il suo volto più crudo.

Per Kiev è genocidio, mentre Mosca nega.

Zelensky attacca: “Voglio che ogni madre di ogni soldato russo veda i corpi delle persone uccise a Bucha, a Irpin, a Hostomel”, perché i soldati russi sono “assassini”, “torturatori” e “stupratori”.

Il ministro degli esteri russo, Lavrov, afferma invece che si tratta di una provocazione degli ucraini per bloccare i negoziati, o , peggio, “una messinscena dell’Occidente e dell’Ucraina sui social network” .

Fingerebbe dunque indignazione la Russia oggi, nel chiedere  una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite? Samantha Power, ex ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, ne è convinta:  “La Russia sta attingendo dallo stesso copione che ha già usato per la Crimea e Aleppo” ed è “costretta a difendere l’indifendibile (oggi le atrocità di Bucha)”. 

Le accuse tra Mosca e Stati Uniti ormai si rimpallano, mentre quei corpi sul selciato ci guardano attoniti.

L’immediata protesta dell’Occidente per le immagini di Bucha, secondo la Russia, indica che i video e le foto fanno parte di un piano per infangare la reputazione di Mosca. Da parte loro, gli Stati Uniti denunciano il massacro a opera dei russi e chiederanno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di sospendere la Russia dal Consiglio per i diritti umani di Ginevra.

Hanno le mani legate quei corpi, hanno una busta nera che li avvolge, mentre il mondo ancora chiacchiera.

Bucha è solo la prima città a raccontare delle gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale e dei diritti umani che si stanno perpetrando in territorio ucraino. Quello cui assisteremo nei prossimi giorni di certo non sarà di tenore diverso.

Tutto lascia intendere che il teatro dell’orrore è esteso sin dove è giunta la guerra.

L’Europa è già pronta a mettere in campo nuove sanzioni contro Mosca, per inviare un segnale, per confermare che “è la nostra dignità collettiva e i nostri valori che intendiamo difendere”, come ha detto il presidente francese Macron.

“La scoperta di altre fosse comuni fuori Kiev è disgustosa. Il Regno Unito non starà a guardare mentre ha luogo questo massacro indiscriminato e imperdonabile’’, ha detto il primo ministro britannico Boris Johnson dicendo che ’’stiamo lavorando per garantire che i responsabili rispondano’’ di questi crimini.

Ci sono mani nel fango, mani sporche che parlano di vite che non ci sono più. Mi auguro che il mondo non volga lo sguardo altrove, che non si lavi le mani dianzi a queste atrocità.

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