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AdL e Conte: a che gioco giochiamo? | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 07 giugno 2024

Non discuto sul fatto che i rosiconi, specie quelli di fede rubentina, non trovino altro da fare per distrarsi dalla loro instabilità dopo la risoluzione con Allegri e si rifugino nei classici “è un nostro scarto”, oppure “abbiamo già dato quando passò all’Inter” e altre espressioni simili nel commentare l’arrivo di Antonio Conte quale allenatore del Napoli per i prossimi tre anni. Ma è legittimo interrogarsi su ciò che possa pensare un tifoso napoletano di buona volontà, prima di lasciarsi andare ai più facili entusiasmi per un arrivo così blasonato sulla panchina dei suoi beniamini. Stavolta vestirò io i panni di quel tifoso, assicurandoVi il cuore è off e la mente, più di sempre, on.

Perché pensar male di De Laurentiis? Perché dalle sue parole e dai suoi comportamenti è sempre stato vero tutto e il contrario di tutto. Eccoci, quindi, autorizzati a ricordare quel che successe all’epoca dell’arrivo di un certo Carlo Ancelotti, quello tanto rimpianto dopo le vittorie con il galattico Real Madrid all’insegna del “sulo a Napule nun era buono” e del quale sono state troppo presto dimenticate le “pippe” ottenute nella cosiddetta normalità dell’Everton. Venne a Napoli per rientrare nel giro che conta, accettando un ingaggio ridicolo e condizioni-capestro in perfetto stile AdL (a cominciare dalla concessione degli accessi ai suoi profili social e al loro conseguente controllo da parte della società), che non lo accontentò neppure con l’acquisto di James Rodriguez. Poi la storia la conosciamo tutti: un secondo posto a undici punti dalla Rube e dieci sulle dirette inseguitrici e, dopo aver quasi terminato il girone d’andata, la manfrina dell’ammutinamento e dell’esonero, per poi ottenere -guarda un po’- l’ingaggio dell’Everton dopo neppure dieci giorni.
Oggi il problema è verificare fino a che punto da Antonio Conte parta realmente una rifondazione del Napoli che riguardi anche la proprietà, i suoi obiettivi e i suoi quadri, oppure se si tratterà solo dell’ennesima operazione di facciata attraverso un tecnico di qualità che però, non va dimenticato, nella sua permanenza al Tottenham non ha mai nascosto di essersi adeguato alle politiche della società inglese, che è solita operare senza particolari pressioni e, soprattutto, senza vincere nulla per vent’anni, accontentandosi con lui solo di un quarto posto che valse agli Spurs la qualificazione in Champions.

Scopriremo presto, anche e non solo dal calciomercato, se sta realmente cominciando un nuovo corso o se, ancora una volta, il proprietario del Napoli ci sta semplicemente prendendo in giro. Lui e Conte.

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