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mercoledì, Maggio 1, 2024

Michele Regine: “Nessun arresto in Bulgaria. Ho denunciato io i veri truffatori”

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Lo abbiamo riportato su questa nostra stessa testata pochi giorni fa. Alcune settimane fa, Michele Regine e Sergio Buono, due professionisti isolani ben noti anche per il loro impegno in politica, si sono resi protagonisti di uno spiacevole episodio mentre erano di ritorno da una battuta di caccia, organizzata, in Bulgaria. Al controllo delle autorità competenti bulgare, prima di lasciare il paese e far ritorno in Italia, a bordo delle auto sono stati rinvenuti esemplari di beccaccia in numero superiore a quanto dichiarato dagli stessi attraverso i documenti prodotti dall’agenzia competente.

Bloccati dalle autorità, alcuna cacciagione, fucili e una auto, sono rimasti sotto sequestro in Bulgaria, mentre la notizia è stata ripresa subito da alcune delle testate più importanti della nazione, suscitando molto interesse.

A margine di quanto accaduto, oggi, abbiamo sentito l’avv. Michele Regine, che ci ha illustrato alcuni aspetti molto importanti, della vicenda.

“Innanzitutto – ci dichiara – tengo a precisare che non sono stato arrestato dalla polizia bulgara ne tantomeno risulto indagato per reati commessi e nei miei confronti non è in corso alcun procedimento di sorta.”

Ci spieghi, allora, la dinamica dei fatti.
“Per la reale ed esatta cronaca dei fatti avvenuti preciso che, nell’occasione, venivamo fermati io e l’ing. Sergio Buono dalla polizia di Tsarevo, a circa 450 chilometri dal confine greco, mentre eravamo alla guida delle nostre due automobili. Più precisamente io mi trovavo alla guida della mia auto una Toyota Land Cruyser.”

I due isolani sono, quindi, giunti in due momenti divisi al punto di controllo.
“Gli agenti – continua Michele Regine -, dopo aver controllato i documenti dell’auto, delle armi e di caccia, mi chiedevano se trasportavo selvaggina. A seguito della mia risposta negativa, in quanto effettivamente non trasportavo alcun tipo di selvaggina, controllavano l’altra automobile, la BMW di proprietà e condotta dall’ing. Sergio Buono.”

E in questo momento cosa è avvenuto?
“Il Buono riferiva di avere con se 73 beccacce regolarmente pagate e per le quali mostrava agli agenti le relative autorizzazioni rilasciate dall’agenzia di caccia in una alla ricevuta di pagamento. Sia l’autorizzazione per l’espatrio che la ricevuta di pagamento delle beccacce erano scritte in bulgaro. Gli agenti, al momento, ci spiegavano che pur essendo chiara la ricevuta di pagamento per 73 beccacce, l’autorizzazione per l’espatrio delle stesse indicava solo il numero di 26.”

Quindi, vi siete ritrovati al centro di una truffa?
“In sostanza – concorda – ci veniva detto che eravamo stati truffati e che gli stessi bulgari dell’agenzia avevano truffato lo Stato, incassando le somme delle 73 beccacce ma dichiarandone solo 26.”

E dopo questi accertamenti, dove siete stati condotti?
“Di lì venivamo condotti in commissariato dove il Buono Sergio veniva identificato, eleggeva domicilio in Italia e dove gli veniva sequestrata l’automobile ed il fucile, oltre che le beccacce in esubero.”

Una situazione davvero molto delicata in cui, il professionista isolano, ha deciso di passare fin da subito alle vie legali.
“Nell’occasione, unitamente al Buono e ad altri due amici, sporgevo querela nei confronti dei bulgari dell’agenzia, spiegando l’accaduto e chiedendone la punizione.”

Se, siete stati vittima di una truffa, i responsabili chi sono?
“Il motivo per cui siamo stati fermati dalla polizia – ci spiega Michele Regine -, molto probabilmente è da ricollegarsi alla titolare di un’altra agenzia di caccia locale a cui ci eravamo rivolti lo scorso anno ma ci eravamo trovati male. Questa donna, con cui non abbiamo voluto più avere contatti in quanto è una vera e propria mercenaria, già il primo giorno di soggiorno in Bulgaria è venuta presso la pensione dove alloggiavamo ed ha chiesto inopinatamente il pagamento anticipato di una somma consistente di denaro adducendo motivazioni a dir poco ridicole. Nulla le veniva corrisposto e, quanto dovuto, lo pagavamo l’ultimo giorno di caccia al titolare dell’agenzia che aveva organizzato il tutto.”

La stampa estera ha avuto particolare attenzione per il caso che rischia di avere molte ripercussioni sulla nazione bulgara…
“Quanto vi ho detto – sottolinea -è stato riferito anche alla televisione bulgara, stranamente presente presso il commissariato, la quale contrariamente a quanto dichiarato dalla stampa e dai media italiani ci ha definito “truffati” ed ha acquisito e pubblicato la documentazione anzidetta, comprovante la truffa perpetrata.”

Quanto accaduto a Michele Regine e Sergio Buono, infatti, rischia, come dichiarato anche dalla stampa bulgara (ad esempio dalla testata bTV), di avere serie ripercussioni sul turismo bulgaro legato alla caccia, un settore molto forte e trainante in bulgaria.

“Spero si faccia chiarezza quanto prima sull’accaduto, anche attraverso questa intervista – conclude Michele Regine – quantomeno per tutelare dei cacciatori italiani maltrattati all’estero per il solo fatto di essersi fidati di lestofanti bulgari della peggior risma, interessati solo a spartirsi i soldi di chi si reca in quei posti per trascorrere momenti di piacere tra amici.”

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