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martedì, Maggio 14, 2024

La corruzione della politica a Ischia favorisce l’ingresso della camorra sul territorio

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E’ duro il dossier della Direzione investigativa antimafia trasmesso al ministro degli Interni.
Pur sottolineando che non vi è una vera e propria cellula della malavita organizzata che abbia preso possesso “militarmente” delle isole di Ischia e Procida. Ma la corruzione nell’ambito delle amministrazioni comunali consente ai malavitosi di potersi annidare nelle attività economiche più rilevanti. Per gli uomini dell’Antimafia la camorra comunque ha fatto affari con la droga, richiamando alcune ordinanze di custodia cautelare che coinvolgono esponenti dei clan Mazzarella e Nuvoletta-Polverino

 

Paolo Mosè | Il pericolo dell’infiltrazione camorristica nei comuni delle isole di Ischia e Procida è dato dalla corruzione che si annida nei politici e nelle amministrazioni comunali. A scriverlo non è un organismo qualsiasi o una semplice supposizione fatta da qualche teorico, ma dalla Direzione investigativa antimafia che ha trasmesso un corposo dossier al ministro degli interni Minniti, che a sua volta ha messo a disposizione la radiografia sul malessere criminale del territorio della Campania ai parlamentari. E’ un lavoro meticoloso che dimostra che le isole di Ischia e Procida non sono dei territori staccati, autonomi, ma che sentono il flusso di alcuni comuni dell’area flegrea e non che sono attanagliati da clan senza scrupoli che hanno un assoluto bisogno di estendere i propri confini per aumentare i propri “fatturati” ponendo in essere tutta una serie di attività illecite. Prima fra tutte quella della commercializzazione delle sostanze stupefacenti. Un passaggio più che significativo, che dimostra il pericolo che corrono le isole di Ischia e Procida, è legato alla cattiva amministrazione pubblica. I cui amministratori, per incassare denaro illecito, potrebbero consentire l’ingresso di flussi criminali sul territorio. E per altri aspetti, come vedremo più avanti, ciò è già accaduto.

LA MALAVITA NELL’AREA FLEGREA
Questa relazione parte proprio dai comuni flegrei, per poi arrivare alle due isole. Con una chiusura che fa riflettere e che preoccupa non poco: «Nei comuni di Pozzuoli e Quarto la permanenza in carcere dei capi ed affiliati dei gruppi Beneduce-Longo- Bardi avrebbe dato spazio al gruppo Ferro, retto dai nipoti del capo del clan Beneduce. Gli arresti e le scarcerazioni avvenuti tra aprile e maggio di elementi di spicco del gruppo Ferro e della famiglia Longobardi potrebbero incidere sulle dinamiche criminali locali. A Bacoli e Monte di Procida si continua a registrare l’operatività del clan Pariante (retto dal figlio dello storico capoclan, detenuto e collaboratore di giustizia) con interessi illeciti nelle estorsioni e nel traffico di sostanze stupefacenti. Nelle isole di Ischia e Procida non si registra una stabile presenza di sodalizi camorristici. Tuttavia, il coinvolgimento di amministratori, imprenditori e dipendenti pubblici in recenti attività giudiziarie che hanno fatto emergere anche episodi di corruzione, potrebbe esporre i territori alle mire dei gruppi camorristici, soprattutto con riferimento alle gare di appalto».

L’INCHIESTA SUGLI APPALTI N.U.
Queste ultime parole suonano come un campanello d’allarme che di sicuro gli amministratori locali non ne terranno conto, troppo impegnati a spartirsi fette di potere o per ingrassare i propri tornaconti e alcuni, di questi, non si fanno scrupoli, come hanno dichiarato gli uomini dell’antimafia. E successivamente a questo passaggio ce n’è un secondo che ci riporta ad una indagine sui rifiuti che portò alla esecuzione di diverse ordinanze di custodia cautelare e di cui ci siamo occupati numerose volte. Scrive la Dia nel dossier: «Ad Ischia ed in altri comuni partenopei, è stata eseguita una ordinanza cautelare la numero 12/16 emessa l’11 gennaio 2016, giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli nei confronti di politici, imprenditori ed amministratori indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere, corruzione, turbativa d’incanto e falso. L’inchiesta ha riguardato appalti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani a Lacco Ameno, Forio d’Ischia, Monte di Procida per fatti avvenuti nel 2010: tra le persone coinvolte un Senatore della Repubblica e ad un consigliere comunale di Torre del Greco, alcuni funzionari dei diversi comuni coinvolti nell’indagine, l’ex sindaco di Monte di Procida, il legale rappresentante di un consorzio operante nel settore della raccolta dei rifiuti e vari imprenditori. Il 22 gennaio 2016 è stata eseguita l’ordinanza cautelare ai domiciliari numero 20/16, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli nei confronti di due soggetti impegnati presso la Polizia Municipale di Procida che avrebbero posto in essere una serie di condotte illecite nella gestione dei incarichi (falso in atto pubblico, calunnia, peculato e corruzione)». Questo passaggio fa riferimento alla nota indagine “La Compagnia del balzello”, i cui provvedimenti cautelari colpirono tra l’altro l’attuale senatore Domenico De Siano e che sono stati revocati alla luce delle sentenze della Suprema Corte di Cassazione che ha stabilito che quei provvedimenti non andavano emessi, essendo i fatti risalenti a quattro-cinque anni prima. Mancando l’attualità. Vicenda giudiziaria che è all’attenzione del tribunale, che ha convocato le parti a dopo la sospensione feriale.

 

LA GESTIONE DELLO SPACCIO
Perché la Dia richiama questa vicenda ultima per legarla alle presunte mire dei gruppi camorristici? Per il semplice fatto che la corruzione è in qualche modo un viatico su cui si introduce la malavita organizzata per cercare di espandersi e cerca di avvicinare soggetti più malleabili e che si dimostrano particolarmente sensibili all’odore della corruzione. E’ un esempio. Ma quello che la Direzione investigativa antimafia ha accertato con sicurezza è che la camorra, i vari clan che si sono impadroniti di fette del territorio in terraferma, hanno già sfruttato l’isola d’Ischia. Utilizzando soggetti presenti sul nostro territorio per piazzare la droga, le numerose confezioni di sostanze stupefacenti che si vendono con una certa facilità e che producono importanti utili. Tant’è vero che richiama uno dei clan più sanguinari ed economicamente forti, che ha il suo epicentro nel comune di Marano e in quelli limitrofi. Estendendosi non solo nell’area flegrea, ma anche nelle zone turistiche con una potenzialità che gli consente di fare affari in mezza Europa. E questo passaggio è più che illuminante, per poi andarci a legare a ciò che si è consumato sull’isola d’Ischia non molto tempo fa: «Collegato al sodalizio Nuvoletta-Polverino è il gruppo Orlando – il cui vertice risulta composto da pregiudicati provenienti dal direttivo della famiglia Nuvoletta – che si rivolgerebbe prevalentemente alla vendita degli stupefacenti ed alla pressione estorsiva nei confronti di commercianti ed imprenditori locali. Nel territorio di Acerra è operativo il gruppo Buono, anche questo con interessi nello spaccio degli stupefacenti e nelle estorsioni. Per quanto riguarda i limitrofi comuni di Casalnuovo e Volla, permane l’operatività dei clan Rea-Veneruso e Piscopo-Gallucci, antagonisti per il controllo delle estorsioni e del traffico degli stupefacenti. A S. Antimo (presenti Verde, Puca, Ranucci, Petito, D’Agostini-Silvestri), Casandrino (clan Marrazzo) e Grumo Nevano (clan Aversano), non si registrano sostanziali modifiche del tessuto criminale».

L’INCHIESTA CHE VEDE COINVOLTO BARBATO. E ciò che viene enunciato successivamente ci conduce con passo “felpato” a ciò che è stato realizzato sull’isola d’Ischia, di come questo gruppo criminale è riuscito a vendere la droga per un periodo abbastanza lungo e stabile: «Il clan Nuvoletta provvederebbe alla commercializzazione nel territorio nazionale degli stupefacenti acquistati dal clan Polverino, strutturato per il traffico transnazionale, in particolare per le importazioni di hashish dal Marocco, attraverso la Spagna, dove alcuni esponenti di spicco del gruppo si erano trasferiti. Il 7 gennaio 2016, è stata emessa l’ordinanza cautelare dal Gip del tribunale di Napoli a carico di affiliati internazionali di stupefacenti, parte dei quali venivano trasportati da Marano in Sicilia e rivenduti nelle province di Palermo e Siracusa. Le indagini hanno documentato la riorganizzazione degli equilibri nella gestione del narcotraffico proveniente dalla Spagna, transitato dal clan Polverino allo storico alleato Nuvoletta. Inoltre, è stato individuato un contrabbando internazionale di sigarette dalla Grecia all’Italia. Il 15 aprile 2016, è stata emessa l’ordinanza cautelare 150/16 del Gip del tribunale di Napoli nei confronti di partecipi a due associazioni finalizzate al traffico e allo spaccio di stupefacente attive a Marano di Napoli, nei quartieri partenopei del Vomero e dell’Arenella e sull’isola d’Ischia. La prima associazione, riconducibile alla famiglia Nettuno di Marano, contigua al clan Polverino, era dedita alla spaccio di stupefacenti (soprattutto hashish), acquistati da un componente del gruppo, in Spagna, dove si era rifugiato e dove è stato tratto in arresto nel novembre 2015. La seconda associazione era riconducibile alla famiglia Cimmino che si occupava dello spaccio di sostanze stupefacenti di vario tipo (eroina, cocaina hashish e marijuana), vendute nei mesi invernali a Napoli, nella sua area di influenza (quartieri Vomero e Arenella), nei mesi estivi nelle zone di villeggiatura (isola d’Ischia)». La presenza dei Nettuno emerge in modo inequivocabile nel primo capo d’imputazione in cui viene contestato l’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Con un particolare, che i magistrati in questo caso richiamano in questa inchiesta il clan Polverino-Nuvoletta e alcuni soggetti che operano in quei comuni dell’hinterland richiamati dalla Dia: «Perché si associavano tra loro allo scopo di commettere più delitti indicati ai capi seguenti di acquisto, ricezione, trasporto e vendita di partite di sostanze stupefacenti, principalmente Hashish, cedute a vari clienti, agendo: Nettuno Castrese e Nettuno Ciro, con il ruolo di capo, promotore e organizzatore, Nettuno Ciro anche quale organizzatore del sottogruppo a lui facente capo e composto da Baldeiti e Russo; Rusciano Antonio, quale diretto e stretto collaboratore del Nettuno Castrese, col ruolo di organizzare i traffici illeciti e la logistica dei trasporti dello stupefacente secondo le direttive impartite dal Nettuno; Baldetti Vincenzo, con ruolo di corriere, distributore e procacciatore di clienti; Russo Salvatore, quale partecipe al traffico di stupefacenti e custode del deposito di hashish sito in Calvizzano. Con l’aggravante dell’avere commesso il fatto al fine di agevolare le attività dell’organizzazione camorristica operante in Marano e facenti capo al clan Polverino – Nuvoletta, del quale i Nettuno sono espressione nel settore degli stupefacenti».

IL RUOLO DEGLI ISOLANI. Siccome i gruppi erano diversi, ma che comunque confluivano al facente capo Nettuno, la magistratura inquirente evidenzia la capacità di distribuzione e coinvolgendo i soggetti isolani che si sarebbero mostrati particolarmente interessati all’affare: «Anche in concorso con altri allo stato non identificati, promuovevano, costituivano dirigevano, organizzavano, finanziavano e partecipavano ad un’associazione finalizzata alla commissione di più delitti tra quelli previsti dall’art. 73 del citato D.P.R., in particolare di importazione, da detenzione, da messa in vendita, da trasporto, di offerta, da consegna, da distribuzione e commercializzazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, tipo hashish, marijuana e eroina, suddividendo gli utili dell’illecita attività, dandosi all’uopo una stabile organizzazione, con dotazione di mezzi, ripartizione di compiti, con ampia e ramificata diffusione delle attività sul territorio, nonché cori riferimenti personali, disponibilità finanziarie e di mezzi, costituendo in particolare una struttura stabile in Napoli e zone limitrofe con i ruoli di seguito specificati: Formigli e Raiano con il ruolo di capi, promotori e organizzatori dei traffici di tale associazione operante tra Napoli e Ischia; Pesce, partecipe, con tI ruolo di spacciatore e di reclutatore di pusher; Barbato, partecipe, con il ruolo di spacciatore, reclutatore di pusher e di corrieri, di staffetta e figura da riferimento per gli interessi dell’associazione sull’isola d’Ischia. Molea Valeria Nilde Lucia, col ruolo di corriere e la funzione di riscuotere somme da denaro dai consociati per conto del Formigli Giuseppe».

DRUG STORE. Un’altra storia che ha interessato l’isola d’Ischia, è l’ennesima penetrazione della malavita nel tessuto sociale isolano. E’ richiamata dalla Dia nel dossier inviato al ministro degli interni: «Ad Ischia è stata sgominata un’organizzazione responsabile della gestione di un traffico di stupefacenti, importati dal Pallonetto a Santa Lucia e dal Rione De Gasperi, zona di influenza di gruppi che fanno riferimento al clan Mazzarella». Quale è questa operazione a cui si fa riferimento nel dossier? E’ il famigerato “Drug Store”, che si è suddiviso in tre tronconi e che vede tra gli arrestati diversi esponenti della malavita partenopea che guarda caso sono tutti residenti al Pallonetto di Santa Lucia, dove primeggia indisturbato il clan Mazzarella. Erano loro che in accordo con alcuni esecutori locali dell’isola traghettavano la sostanza stupefacente per rifornire il mercato soprattutto nei mesi di alta stagione.

1 COMMENT

  1. E del proliferare di attività commerciali che fungono da lavanderie di denaro sporco ne vogliamo parlare?

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