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lunedì, Maggio 6, 2024

La centaura il vigile e il venticello

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Giuseppe Magaldi | Questa mattina (11/08/2019), ero in compagnia di due amici presso il Bar Florio nel comune di Forio per un caffè, nonostante si fosse fatta quasi ora di pranzo, ma si sa il caffè è la scusa, il collante per intrattenersi in lieta compagnia. Si discuteva del più e del meno senza impelagarsi in discorsi impegnativi, già la calura estiva rende le menti poco prolifiche.

Ebbene veniamo a bomba! Ad un tratto da dietro la statua di Padre Pio a mo’ d’apparizione angelica si palesavano le sagome di due vigili (non saprei dire se stagionali o “strutturati”) uno di statura alta con una folta barba nera e l’altro piuttosto basso (almeno il paragone tra i due così lo rendeva) con un fisico piccoletto abbastanza armonico.

I due “gendarmi” messisi alacremente all’opera elevano contravvenzioni ai proprietari degli scooter parcheggiati maldestramente sotto il pannello luminoso “varco aperto/chiuso”.

 La fierezza, l’inflessibilità, la solerzia, e l’occhio attento dei due vigili hanno colpito positivamente l’attenzione mia della Signora Sara Pantalone e del Sig. Luigi Di Domenico. Animando la speranza in un futuro migliore di ordinata convivenza e senso civico, (sogno di mezza estate).

In quel momento vi era uno scooter parcheggiato sul ciglio della strada all’angolo dei giardinetti, difronte al negozio Bla Bla.

 Tale veicolo intralciava il traffico che proveniente da Piazza Municipio deve svoltare obbligatoriamente a destra specie se si tratta di un camioncino; ma non era l’unico intralcio, altri motocicli erano parcheggiati sul lato sinistro della strada che immette in Piazza Maltese.

Fatto cenno con una mano al vigile alto, egli subito si avvicinava al nostro tavolo con spirito di servizio e pronto a intervenire in tutela del territorio e dei cittadini almeno così sembrava.

 Resolo edotto della presenza del ciclomotore all’angolo, (qualora un deficit visivo gli impedisse di percepire il dettaglio) sembrava non comprendesse la nostra lingua.

Alla nostra insistenza nel chiedere se li fosse lecito il parcheggio rispondeva: ” Non dà fastidio”, a quel punto gli si faceva notare che anche i ciclomotori sotto l’insegna non davano fastidio e per equità, sanzionati gli uni dovevano essere anche sanzionati gli altri, ma il vigile farfugliava qualcosa di incomprensibile.

Postagli da me la seguente domanda: “è lecito il parcheggio in quella posizione?” la risposta di getto fu “sì”. Con cellulare alla mano affermai:” Grazie dell’informazione ora scatto qualche foto e posto su fb l’importante notizia”. Subito mi rispondeva “Non ho detto che si può parcheggiare!” e interrotta bruscamente la conversazione si avvicinava al ciclomotore tentennando senza motivo parea persa la rapidità iniziale, guardava e riguardava la moto ma non scriveva. Nel frattempo il suo collega con mano veloce multava tutti gli altri motocicli avanti al secondo ingresso del negozio su citato.

Il vigile barbuto continuava ad indugiare, brandendo il bollettario per le multe ben in vista cercando di “buscar la targa dalla prora anziché dalla poppa del veicolo” controllando che lo guardassimo e giungesse in noi il convincimento dell’emissione della sanzione; scambiata qualche battuta con il collega telefonava…

Da li a poco un’altra apparizione giungeva, verosimilmente la proprietaria del ciclomotore in questione, che in compagnia di altre 3-4 persone si intratteneva in tranquille conversazioni col gendarme stesso per alcuni minuti. Indossato il casco, centaura e scooter andavano via (senza multa).

In men che non si dica le due sagome dei vigili scomparivano come erano apparse e la vita continuava a scorrere tranquillamente, almeno per la proprietaria dello scooter non multata, mentre per gli sfortunati assenti restava meschino sotto il sole il verbale incastrato tra la sella e il bauletto “poppiero” e la misera consolazione dei versi della “Villanella Cenerentola” dall’Operetta LA GATTA CENERENTOLA:“Chi nasce annuda e chi nasce ‘ncammisa. I’ ca nascette annuda e senza niente, aspetto ca pe’ me cagna lu viento.”

Noi ci consolavamo con un alito di vento, sollievo dalla canicola estiva, vento che purtroppo nulla cambia anzi sembra riportare in auge il vecchio in beffa ai cambiamenti dettati da madre natura che dovrebbero apportare una normale e proficua evoluzione della società, non la stagnazione.

Acqua c’a nun s’move fa pantan’ e fet’” meditate gente.

2 COMMENTS

  1. Complimenti all’autore dell’articolo per la scioltezza dello scritto e la sagacia del racconto. Resta solo l’amarezza del fatto in sé. Purtroppo dobbiamo continuare a fidarci delle forze dell’ordine sperando che tali comportamenti, che ledono l’immagine degli onesti, vadano sparendo.

  2. Grazie al Sig. Max per il plauso. La mia fiducia nelle forze dell’ordine resta immutata, come resta immutato il mio aborro nei confronti delle ingiustizie.

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