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martedì, Maggio 7, 2024

Ischia tra primo posto e note dolenti di Pancrazio Arcamone

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ECCELLENZA | LA SQUADRA VINCE MA D’ABUNDO DEVE USCIRE DALL’OMBRA. ORGANIZZAZIONE DA MIGLIORARE

Pancrazio Arcamone | Chi ben comincia è a metà dell’opera, recita un detto antico che calza a pennello per l’Ischia di questo inizio di campionato targato Iervolino. Dodici punti nelle prime cinque giornate sono veramente un bottino notevole, consente ai gialloblù di guardare tutti dall’alto verso il basso, scavalcando anche la corazzata Puteolana che ora insegue alla distanza di un punto. Una bella soddisfazione, non c’è che dire, che ricolme il cuore di speranza per una stagione da protagonisti e non da comprimari, e con la possibilità di raggiungere l’ambito traguardo della Quarta Serie con qualche anno di anticipo rispetto a quanto promesso dal presidente D’Abundo.

A proposito di D’Abundo, sarebbe auspicabile che uscisse dall’ombra e come tutti i presidenti che lo hanno preceduto, assistesse dalla tribuna del “Mazzella” alle prestazioni dei suoi giocatori, intrattenendosi, semmai, a parlare di tanto in tanto con la tifoseria. Tifoseria che, pur grata per il suo impegno profuso, fino ad oggi può tranquillamente affermare di non conoscerlo. Inoltre, dall’alto delle sue indubbie capacità imprenditoriali, potrebbe anche organizzare meglio una società carente sotto tanti aspetti. I fatti al riguardo parlano chiaro, vedi l’ingresso vietato ai tifosi per assistere agli allenamenti, per poi saggiamente fare dietro-front e arrivare addirittura a trasmettere le sedute in diretta sui “social” gialloblù.

Altra nota dolente è l’ufficio stampa che puntualmente manda il solo Iervolino all’incontro con i giornalisti sia nelle conferenze pre-partita che dopo. Capisco che tutto deve essere sotto controllo, perché è importante che si sappia che va tutto bene “Madama la Marchesa”. Ma sarebbe anche importante che il “gran ciambellano” sapesse che il lettore o i tifoso ama anche sentire la voce dei protagonisti.

E’ inconcepibile che Di Costanzo, autore della rete da tre punti, realizzata ad una manciata di minuti dal termine, non vada in sala stampa a parlare con i giornalisti per esternare l’emozione di un gol pesantissimo che ha scatenato la gioia della tifoseria. Stupisce che uno come Pino Taglialatela, che presumo noti queste problematiche, non faccia niente per invertire la rotta. Il mitico “Batman”, dall’alto dei suoi brillanti trascorsi, sa bene che a fine gara, l’addetto stampa si presenta davanti ai giornalisti per chiedere chi si vuole intervistare, oltre al tecnico. Qualcuno potrebbe pensare che Iervolino è un ottimo comunicatore. Un po’ come Renzi e Salvini, bravissimi davanti ai microfoni a parlare per ore per non dire niente.

Ritornando alla partita con il Sant’Antonio Abate, di buono ci sono stati i tre punti. Per il resto, si è assistito al solito copione. Una squadra che, pur mantenendo il possesso palla per gran parte dei novanta minuti, è sembrata priva di idee, alquanto farraginosa nel gioco, specialmente quando si è trattato di verticalizzare. Qualcuno potrà obiettare che il tabellino dice che i tiri d’angolo sono stati tantissimi e che il portiere è stato prodigioso in un paio di occasioni. E’ vero. Come è vero che proprio come contro il Saviano, i dirimpettai di Sogliuzzo & Co. erano schierati con ben quattro under e che in panchina erano quasi tutti ragazzini. Comunque l’importante erano i tre punti. Sono arrivati e siamo tutti contenti. Come lo siamo anche che l’Ischia è capolista. Non sciupiamo tutti intestardendoci a non cambiare niente. In fondo, con piccoli accorgimenti tattici e con il rientro di Florio, Pistola, Impagliazzo oltre ad Arcamone Angelo, i gialloblù potranno dire la loro per la vittoria del campionato. A meno che non si sta ancora lontani dai sette-otto anni che D’Abundo promise e pertanto dobbiamo rispettare i tempi…

Un ultimo appunto su Filosa, giocatore di indubbie qualità, ma che andrebbe redarguito e messo in “quarantena” fino a quando non si rende conto che rispettare la maglia e soprattutto non dare segni di plateale insofferenza quando si viene sostituiti e, non farsi sbattere fuori dopo pochi minuti in cui si è entrati in campo. D’accordo che è un ragazzo e che deve maturare, ma deve anche entrare nell’ordine delle idee che il detto “Io sono io e voi non siete un c….” nella vita non è attuabile.

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