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domenica, Maggio 5, 2024

Ischia, l’incubo continua

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Crisi senza fine. L’Ischia colleziona la quarta sconfitta consecutiva e dice definitivamente addio anche all’obiettivo quindicesimo posto. In un Mazzella sempre più deserto, i gialloblu si arrendono al cospetto di un Monopoli tutt’altro che irresistibile e reduce anch’esso da un periodo di profonda crisi. Nel 2-1 in salsa pugliese andato in scena ieri, un po’ come successo nel match pre-pasquale contro la Paganese, la squadra di Antonio Porta si rende protagonista di una prova scialba che certamente non lascia dormire sonni tranquilli in vista degli spareggi del 21 e 28 maggio. Ancora una volta gli isolani sono incapaci di fare la partita tra le mura amiche, palesando limiti tecnici e in fatto di concentrazione che, nella decisiva coda di stagione, potrebbe risultare decisivi. Dal canto suo, il Monopoli merita il successo: i pugliesi fanno la loro onesta partita, con un modulo guardingo e colpendo nelle due vere occasioni da gol create. Buona la prima, dunque, per il tecnico Salvo D’Adderio, ingaggiato in settimana dopo le dimissioni di Mister Tangorra.

SCHIERAMENTI E “STRATEGIE”. In casa gialloblu, tante le sorprese già solo a guardare la distinta: in panchina, a fare compagnia ad un Vandam ancora fuori forma, ci sono Moracci e l’acciaccato Spezzani; in campo, così, c’è spazio per il difensore Giampaolo Sirigu (che torna a calcare il terreno di gioco dopo la sfida di Melfi) e per il centrocampista Giuseppe Palma. Gli isolani si schierano con un 4-3-3 camaleontico: a completare la difesa sono, da destra verso sinistra, Bruno, Savi e Porcino; a centrocampo Armeno e Florio agiscono da interni, mentre in attacco trovano spazio i soliti Kanoute, Gomes e Di Vicino, con quest’ultimo chiamato a scalare a centrocampo in fase di non possesso, affiancando così Palma e permettendo ad Armeno e Florio di fungere più da esterni, ruolo a loro più congeniale.

Modulo più difensivista, invece, per il Monopoli: davanti a Pisseri, nel 3-5-2 pugliese, confermati a sinistra Bacchetti e al centro Pasquale Esposito, mentre sulla destra D’Adderio schiera Luciani, uno più abituato ad agire da esterno con compiti offensivi; a centrocampo spazio, da destra verso sinistra, a Tarantino (che di mestiere fa il regista), Viola, Meduri, Romano e Pinto; in attacco tornano titolari i bomber Gambino e Croce. D’Adderio ingabbia il 4-3-3 gialloblu con una squadra accorta: Pinto spinge meno del solito sulla fascia sinistra, tanto da formare spesso e volentieri una linea di difesa a quattro, favorendo gli inserimenti di un propositivo Mariano Romano, che sovente va ad affiancare il duo d’attacco. Prezioso, poi, il lavoro dell’ex Ischia Fabio Meduri, che fa il suo agendo da mediano davanti alla difesa, lasciando così la costruzione del gioco a Viola e allo stesso Tarantino, con quest’ultimo che nei momenti di emergenza scala anche lui in difesa dando vita ad un inequivocabile 5-3-2.

LA PARTITA. Ci si aspetta ferro e fuoco da due squadre che devono collezionare punti per la lotta salvezza e, almeno nei primi minuti, le attese vengono rispettate. Gialloblu e pugliesi non esprimono il migliore calcio della terza serie, ma vanno vicini al vantaggio sugli sviluppi di calci da fermo, con i colpi di testa dei capitani Gennaro Armeno e Pasquale Esposito. La partita non è delle più belle, con il Monopoli che palesa un atteggiamento guardingo e fa affidamento sul piede fatato di Pinto e sulle ripartenze: proprio su un angolo del poliedrico esterno di origini baresi arriva il vantaggio di Bacchetti, bravo ad approfittare di un’uscita maldestra del portiere Rino Iuliano (sofferente sin dai primi minuti per uno stiramento al polpaccio). L’Ischia, a questo punto, inizia ad alzare il baricentro e chiude – da qui fino alla fine del primo tempo – i pugliesi nella propria metà campo. Manca il gioco, Bruno e Di Vicino sono gli unici a provarci con convinzione, ma il pareggio gialloblu arriva ed è meritato: Alberto Gomes mette in mostra le sue qualità migliori, svetta più alto di tutti in area e batte Pisseri con un preciso (e pregevole) colpo di testa. Siamo al 23′ e l’andazzo della gara non cambia: nemmeno l’ombra del bel gioco, l’Ischia continua ad attaccare ma senza farsi pericolosa e limitata da un Monopoli oltremodo ordinato. Poche, pochissime emozioni prima del ritorno delle squadre negli spogliatoi.

Nemmeno inizia la ripresa e subito c’è la prima sorpresa: il numero 12 Modesti prende il posto dell’estremo difensore Rino Iuliano, vittima di uno stiramento. L’ex Messina ha sentito fastidio già nelle prime fasi del match: un problema di cui ha sofferto già nella stagione scorsa e che lo ha costretto ad un mese e mezzo di stop. Si spiega così tanta (e giustificata) prudenza.
Nel secondo tempo, così come successo nella prima frazione, l’Ischia non riesce a sfondare: i gialloblu si rendono protagonisti di trame di gioco troppo confusionarie e questa volta non possono fare affidamento su un Kanoute in grande spolvero. Prima che Porta possa apportare qualche modifica, il Monopoli conquista il definitivo vantaggio con Gambino, che si fa trovare pronto su una ripartenza orchestrata da Meduri e Croce. A questo punto il tecnico gialloblu prova a cambiare qualcosa: fuori Plama e dentro Moracci, con Sirigu terzino, Porcino che va ad agire da esterno sinistro d’attacco (alternandosi con Armeno) e Di Vicino nel ruolo di centrocampista centrale. Le modifiche di Mister Porta non sortiscono gli effetti sperati, tanto che i gialloblu si rendono pericolosi solo con Florio: difficile, quando mancano idee e freschezza, abbattere il muro dei pugliesi (che, con il frequente arretramento di Meduri arrivano finanche a difendere la propria area con sei uomini). La partita, a questo punto, ha poco da dire: a niente serve il 4-2-4 gialloblu con l’ingresso di un evanescente D’Angelo; anzi, è il Monopoli a sfiorare la rete del raddoppio con Tarantino. Al triplice fischio finale arriva la sesta sconfitta stagionale al Mazzella: la situazione per i gialloblu si fa difficile, con il penultimo posto che sembra sempre più una certezza. A preoccupare è soprattutto l’inadeguatezza di una squadra che, ancora una volta, non riesce a tenere testa a compagini che si difendono e che lottano per la salvezza. E questo non può certamente essere un buon segno in vista dei play-out di fine maggio.

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