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lunedì, Maggio 20, 2024

Il guaio dei tavolati.  Tutti gli sbagli dal 2003 ad oggi

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Ida Trofa | Gli ombrellone chiusi, i lettini sistemati in ordine e le pedane vuote sono la peggiore foto che potremmo scattare in questi giorni. Una foto che mostra l’intervento della Procura dove la politica ha fallito. Miseramente e senza alibi.
Ma la storia che portato all’operazione della Guardia Costiera dell’altro ieri mattina ha bisogno di essere approfondita e chiarita nel dettaglio perché è una storia che inizia nel 2003.

2017.
Sono tre gli stabilimenti balneari sequestrati a Casamicciola e altri sono in arrivo. La giornata di mercoledì ha confermato l’estate rovente del litorale. La Guardia Costiera agli ordini del TV Alessio De Angelis non fa sconti, anzi mostra un grande attivismo portando in esecuzione, uno dietro l’altro, una lunga serie di decreti di sequestro preventivo emessi dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta procuratore Nunzio Fragliasso. E nello specifico nel mirino ora ci sono i tavolati casamicciolesi.
Le strutture in ferro realizzate sulle scogliere con sovrastante tavolato e manufatti. I reati per cui si procede sono quelli relativi all’occupazione abusiva di demanio marittimo. Ma a leggere i verbali delle indagini, si capisce che le strutture balneari oggetto di sequestro anche in passato, oltre ad essere state realizzate con elementi di difficile rimozione e in assenza delle necessarie autorizzazioni edilizie e paesaggistiche, non venivano smontate durante la stagione invernale e non presentavano più il carattere delle provvisorietà, come previsto nei titoli concessori.
Non a caso, la Procura, ha rilevato che “le strutture, assentite in concessione demaniale marittima al comune, erano già state oggetto di specifiche ordinanze di demolizione e di rimessione in pristino da parte della stessa amministrazione comunale, per poi essere affidate in gestione nuovamente ai precedenti soggetti senza esperire alcuna procedura di evidenza pubblica. Per difetti di comunicazione poi, si è appurato anche l’inefficacia delle autorizzazioni demaniali annuali acquisite. Il sequestro preventivo si è reso necessario per evitare che la libera disponibilità degli stabilimenti balneari e delle aree demaniali occupate potesse consentire la prosecuzione dei reati e l’aggravamento delle conseguenze degli stessi”.

MANCAVA L’OK DELLA DELLA SOVRINTENDENZA
Lo sottolineò il Dott. Guido Longarzo della Soprintendenza di Napoli, ex responsabile della questione Casamicciola per il caso tavolati, ERG e Caserma della forestale, in riferimento a interventi e procedure giudiziarie iniziate nel lontano 2009. A Longarzo, dopo vari giri, oggi è subentrato Aldo Imer (cittadino onorario e componente dei una commissione consiliare) e le prescrizioni e i rilievi per i tavolati sono “spariti”. Ovviamente, tutto questo non è servito a fermare l’intervento della magistratura.
Dal 2009 al 2011, per non dimenticarlo, gli stessi tavolati sono già stati oggetto di due sequestri. Eppure si è deciso di perseverare nell’errore e nei vizi di procedura affidandosi alla “politica”. Quella stessa che non sa quello che dice, quello che fa, ma semplicemente sperpera e depaupera risorse pubbliche e si mostra dedita agli accordi pro voto e sopratutto partorisce uno dopo l’altro atti inconsistenti e pericolosissimi.

I REATI
I reati per cui si procede sono quelli relativi all’occupazione abusiva di demanio marittimo. Le indagini, espletate dalla Guardia Costiera e coordinate dalla 5° Sezione reati ambientali della Procura di Napoli con i sostituti procuratori coordinati dal Procuratore Aggiunto Nunzio Fragliasso (attualmente procuratore capo facente funzione), hanno consentito di accertare che le strutture non venivano smontate durante la stagione invernale e non presentavano più il carattere delle provvisorietà, come previsto nei titoli concessori.

LE ORDINANZE DI DEMOLIZIONE
Le strutture, assentite in concessione demaniale marittima al Comune, erano già state oggetto di specifiche ordinanze di demolizione e di rimessione in pristino da parte della stessa Amministrazione Comunale, per poi essere affidate in gestione nuovamente ai precedenti soggetti senza esperire alcuna procedura di evidenza pubblica.
Gli affidatari omettevano inoltre di acquisire preliminarmente i titoli abilitativi previsti dal Testo Unico DPR 380/2001 e dalla legge regionale n. 19 del 28/11/2011 con conseguente inefficacia delle autorizzazioni demaniali annuali acquisite.

IL PECCATO ORIGINARIO. IL SEQUESTRO DELLA POLIZIA
Nel 2009 la Magistratura mise più volte in evidenza l’illegittimità delle piattaforme balneari del comune di Casamicciola Terme tanto che le sequestrò e poi provvide al dissequestro per consentirne la rimozione totale ed in parte ancora insistenti sulle opere di protezione della costa casamicciolese e di fatti rimaste ad imperitura memoria nel totale dispregio della norma.
In quegli anni furono gli agenti del commissariato di Ischia ad eseguire il decreto di sequestro preventivo chiesto dal pm Lucia Esposito della Procura della Repubblica di Napoli ed accolto dal gip Anna Lauro Alfano, riguardante i tavolati e le strutture lignee realizzate la sulle scogliere nella zona adiacente Suor Angela ed a Perrone. La Polizia, che si occupava del caso, rilevò le violazioni inerenti le progettualità iniziali e prospettate nella fase di appalto delle strutture. In quella fase si progettò la realizzazione di semplici solarium. Le opere eseguite, al contrario, furono realizzate non rispettando le indicazioni della Soprintendenza di Napoli e difformi da alcuni requisiti minimali del progetto. Si riscontrarono, per l’appunto, cabinati posizionati sui tavolati in legno oltre a serbatoi d’acqua e vasche per gli scarichi delle acque reflue.
Così come allora, anche oggi siamo davanti ad opere stagionali che, prima del sequestro di mercoledì, non risultavano rimosse, con tutte le implicazioni statiche inerenti gli agenti atmosferici mutevoli e di carattere invernale. I sequestri operati dalla Polizia furono a carico dell’allora sindaco di Casamicciola, Vincenzo D’Ambrosio, e dei concessionari. Il comandante della Polizia Municipale di Casamicciola fu nominato custode giudiziario.

COSA È CAMBIATO DA ALLORA?
Nulla! Val bene la pena ricordare che il progetto “monstre“ dei tavolati fu curato e ideato dall’Ingegnere Giovan Battista Castagna in qualità di assessore. Poi fu Ignazio Barbieri a tentare la cura. Un progetto che attende ancora di essere confermato. Una lunga serie di tentativi falliti nel tempo, per non parlare dell’ultimo aborto partorito dall’amministrazione Castagna (di cui Barbieri è esimio portavoce) tra il 2016-2017 con il piano per l’uso della costa. Politicamente ci troviamo in piena epoca Gaetano Grasso e suo genero Enzo D’Andrea ai vertici del’UTC locale.

RITARDI PONDERATI E STUDIATI AD HOC PER SOSTENERE MENO SPESE E GUADAGNARE DI PIÙ
In tutta questa vicenda va sottolineato proprio il dissequestro temporaneo che aveva assunto il carattere di iniziativa tesa ad eliminare la parte rimanente del tavolato al fine di ripristinare lo stato dei luoghi.
Una scelta strategica che era stata sollecitata dai difensori dei titolari degli stabilimenti al fine di consentire, con l’apertura della stagione turistica, la reinstallazione in rispetto della concessione che obbligava i titolari alla rimozione entro e non oltre il 30 novembre.
Dunque, alla luce dei fatti, lo stratagemma dei ritardi ben ponderati dai concessionari è servito ad uno scopo: evitare i costi eccessivi per la rimozione e la riapposizione del tavolato. Una necessità che avrebbe comportato una spesa impegnativa, facendo diventare l’attività non più remunerativa e trasformandola quasi in un “passivo”.
Di fronte alla cronicizzazione dell’illecito, l’iniziativa dell’ufficio del procuratore ha ottenuto l’avallo del giudice per le indagini preliminari che, nel provvedimento, ha spiegato la legittimità del sequestro proprio in relazione agli atti che sono stati trasmessi preventivamente dalla polizia giudiziaria. Atti che hanno dimostrato una sorta di forzatura dei titolari degli stabilimenti balneari e una certa assenza dell’amministrazione comunale di Casamicciola.

IL BANDO SBAGLIATO
Sempre per essere chiari, è necessario far luce anche sul famoso bando comunale. L’avviso pubblico per l’affidamento delle pedane, si basò essenzialmente sulla conferenza di servizi che si tenne nel lontano 2003 e nel corso della quale la Sovrintendenza diede chiari input nel merito. Input che fecero ritenere agli amministratori locali di poter installare i tavolati. Circostanza che, secondo la Sovrintendenza, fu fraintesa inducendo ad un bando fondato su presupposti scarsamente calzanti alle esigenze ambientali in termini realizzativi. Un bando che oggi, dopo tanti anni, ha di fatto ha portato i vari imprenditori ad investire a vuoto con gravi perdite. In occasione dei primi sequestri quanto sancito dai soprintendendi Gizzi e Migliorini Mascilli (che in quegli anni reggevano le sorti della Soprintendenza) fu chiaro: «E’ stata una mancanza del Comune il non aver regolarizzato l’iter con la richiesta, basandosi erroneamente sulla conferenza del 2003. Massi spostati e posa in opera di serbatoi e fosse per la toilette, i Beni Ambientali ordinarono la rimozione ed il ripristino dello stato dei luoghi. Gli agenti per la tutela dei Beni Ambientali riscontrarono, all’epoca, una serie di irregolarità come la rimozione e lo spostamento di massi dalla scogliera e la posa di serbatoi per l’acqua ed alcune vasche da impiegare probabilmente per la realizzazione delle toilette.

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