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lunedì, Maggio 20, 2024

2012: l’anno corto. Solo 330 giorni

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L'anno che verrà è iniziato 35 giorni prima, il 26 novembre!

Quanto dura un anno? 330 giorni. E gli altri 35? Stanno (letteralmente) nel fango. Quello che si chiude oggi è un anno particolare. Un anno più corto. Potremmo dire un anno mutilato. Sí, proprio così, mutilato. 12 vite umane strappate dal fango e 13 vittime. Certe volte il nome delle persone si collega a destini assurdi. Gioacchino è uno di questi. Giacchino Taglialatela fu aggiunto alle vittime del treno 904. Gioacchino Impagliazzo, allo stesso modo, purtroppo, allunga il conto delle nostre ferite.

35 giorni, 80 mila metri cubi di fango, 13 vittime, 454 sfollati fino al 30 dicembre, circa 300 in maniera stabile e senza un orizzonte. Come in ogni tragedia, come in ogni disastro, fermi mentalmente e legati ad una dichiarazione: “il più presto possibile”. Ma torniamo a questo 2022.

Questo anno strano, questo anno di dolore e rabbia. Questo anno che ci ha visti protagonisti. Elezioni uniche, sfiducie quanto mai meritate, amare verità, fallimenti e vittorie, grandi incognite e grandi certezze: è stato questo l’anno che doveva essere quello della ripresa da covid. Enzo Ferrandino che viene eletto senza opposizione e si candida, quasi da solo. Gennaro Savio è stata solo una casella sul fac simile. A giugno, finalmente, si è messo fine alla peggiore storia politica di Casamicciola e la sfiducia di Castagna, Silvitelli, Senese e compagnia bella ha avuto il suo massimo senso e giustificazione dopo il 26 novembre.

Lo squallore di Suor Edda e del suo asilo del terrore: luogo di maltrattamenti e di cattiveria per anni. Il caso e la vergogna dei preti contro frati, le comunità ferite, gli spostamenti benvenuti e quelli che ancora fanno male. Il doloroso passaggio di mano tra Emanuele D’Abundo e Pino Taglialatela e la formazione di un’Ischia dei campioni (Taratà in tribuna, Buonocore in panchina, Brienza in campo).

Ma un anno di tanti altri cambi e novità. Il saluto della Conti dalla “sua” scuola di Forio, il graffitaro super pagato dalla Regione e la “Santa” al Liceo Buchner che ci ha fatto rivivere il clima degli anni 70, quando i fascisti e i comunisti si picchiano in strada. Un anno corto da ricordare.

Un anno corto che, nei fatti, ci ha lasciato 35 giorni fa. Perché da 35 giorni abbiamo imparato a fare i conti con il signor “Rischio”. Fino al 2022, stava tra noi tuttavia aveva dato solo un segno nel 2009 e poi è sempre stato zitto. Dal 26 novembre ha iniziato a dare i numeri. E ci vorrà molto tempo per farlo rientrare. E in 330 giorni abbiamo cambiato il capitano dei Carabinieri, quello dalla Polizia e quello dei Vigili Urbani al Comune di Ischia. Abbiamo visto morire il tribunale, per colpa di poteri nemici e defibrillarlo, in zona cesarini, da un nuovo governo.

I sindaci hanno “sanato” l’Evi e abbiamo terminato la liquidazione infinita. Nel frattempo, però, è trascorso un altro nei problemi di sempre. Ma non sarà oggi l’occasione per farne l’elenco. Questo è un anno mesto. Un anno triste. Un anno corto. Un anno mutilato. Ma quello di oggi, questo che stiamo festeggiando, è un Capodanno diverso. Carico di rabbia e di speranza. Di paura e di coraggio. Di certezze e di grandi salti nel buio.

Siamo così, sospesi nel tempo, che non possiamo dire né di voler avere un nuovo inizio e neanche di dover continuare. In realtà, dovremmo iniziare a smetterla con i vecchi modi di fare, di pensare e anche di parlare. Saranno anche parole dure, eppure, dirci che “la casa mia non ha avuto un danno dal fango” significa offendere chi, per quel rischio (che spesso non si vede o si ignora o si fa finta di non sapere),

invece, il danno lo ha avuto. Dopo il terremoto, non sapere ancora che dire “la mia casa è sicura” e che “non ha avuto danno” è un atteggiamento e una predisposizione egoistica. Comprensibile, per carità, ma egoistica. “Senza danno” e “sicura” sono cose diverse. Purtroppo (perché è gravissimo) abbiamo riavvolto

il nastro ai giorni del terremoto, quando abbiamo fatto conoscenza con un altro signore strano, quello del “rischio esterno”. Con una difficoltà in più, quello era visibile, questo no. L’anno che verrà è iniziato 35 giorni fa e sarà un anno molto lungo. Auguri!

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