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domenica, Maggio 5, 2024

ISCHIA, NO AL PIANO CORBELLI! Un piano carico di citazioni “inessenziali e ridondanti”

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Il coordinatore delle Università e centri di competenza che ha studiato Casamicciola dopo il 26 novembre corregge e bacchetta l’Autorità di Bacino

Gaetano Di Meglio | Figuraccia. Pubblichiamo, in maniera integrale, le osservazioni rese al piano stralcio realizzato dall’unità di Bacino per la gestione dell’emergenza di Casamicciola Terme perché è serve a farci capire quanto siamo stati vulnerabili e quanto lo siamo ancora se non iniziamo a batterci contro certe assurdità!
E il “piano disastro” dell’unità di Bacino è un vero e proprio colpo al cuore di Casamicciola Terme e dell’Isola d’Ischia. Il prof. Francesco Maria Guardagno, responsabile del gruppo delle Università che hanno studiato il nostro territorio ha inoltrato al Commissario Legnini le sue “Osservazioni relative all’adozione del Progetto di Aggiornamento del Piano per l’Assetto Idrogeologico dell’Isola di Ischia – Primo Stralcio funzionale – Comune di Casamicciola Terme (NA) (art. 5-quater L. n. 9/2023 e art. 68, commi 4-bis e 4-ter D. Lgs. 152/06 e s.m.i. così come integrato dalla Legge n. 120/2020).”
Un documento che mette alla luce tutto il disastro che hanno combinato gli uffici della presidente Vera Corbelli. Dopo la lettura di questi 12 punti, speriamo che qualche coscienza si svegli e inizi una vera e propria crociata contro l’Autorità di Bacino!

Il Progetto di Aggiornamento del Piano per l’Assetto Idrogeologico dell’Isola di Ischia – Primo Stralcio funzionale – Comune di Casamicciola Terme (PSAI- Casamicciola Terme), si compone dei seguenti documenti: Carta degli scenari di franosità in funzione delle massime intensità attese in scala 1:5.000; Carta della pericolosità idraulica in scala 1:5.000; Carta del rischio da frana in scala 1:5.000; Carta del rischio idraulico in scala 1:5.000; Misure di salvaguardia; Carta di sintesi interventi strutturali (attivi e passivi) in scala 1:5.000; Relazione sintetica attività svolte e risultati conseguiti (e il tutto è facilmente reperibile on line)

La pubblicazione del Progetto di Aggiornamento è avvenuta sul Bollettino della Regione Campania il giorno 21/08/2023.
Nel seguito, dopo aver evidenziato taluni aspetti a carattere generale, si riportano specifiche osservazioni su punti che si ritengono rilevanti e cruciali per la definizione degli scenari di riferimento sui quali si richiede di fornire chiarimenti o che si ritiene debbano essere tenuti in considerazione per eventuali modifiche, considerate le peculiarità delle situazioni di pericolosità e di rischio che caratterizzano l’Isola.

TUTTE LE OSSERVAZIONI

Aspetti generali
Il documento descrittivo delle attività svolte e dei risultati conseguiti per il Progetto di Aggiornamento del Piano per l’Assetto Idrogeologico dell’Isola d’Ischia – primo Stralcio funzionale Casamicciola Terme è definito, di fatto, “Relazione sintetica”, per cui sembrerebbe rimandare ad altro documento la completa descrizione delle attività. Nel detto documento, dopo premesse di carattere generale, viene inquadrato il territorio comunale di Casamicciola e descritto l’evento di frana che ha colpito l’area del Celario. Dopo aver descritto il percorso metodologico, il contesto fisico di riferimento, le condizioni e l’evoluzione dell’urbanizzato, vengono esplicitate le metodologie utilizzate nelle analisi di pericolosità e le conseguenti valutazioni di rischio. Sulla base dei risultati ottenuti dagli approfondimenti svolti, viene quindi rappresentata nel §12 una proposta di piano degli interventi strutturali e non. In particolare, nel Capitolo 5 l’approccio metodologico adottato per gli indirizzi delle attività viene definito “multidisciplinare e multiscalare”. Di conseguenza, viene detto che “Tale approccio ha consentito di procedere ad affinamenti delle conoscenze – procedendo dal generale al particolare – in relazione alla dimensione dell’area di studio ed alla scala territoriale di analisi”.

Considerate le descritte specificità e complessità dell’ambiente naturale e del costruito, appare rilevante, per la piena comprensione delle metodologie adottate, e quindi dei risultati raggiunti, fornire chiarimenti generali sui seguenti aspetti:
a) sulla sussistenza di un documento di dettaglio, ove vengano descritti in modo approfondito le metodologie e le procedure adottate, in modo tale da consentire opportuni confronti sia in termini metodologici che di risultato;
b) sulla base dati utilizzata e sulle ipotesi assunte per lo sviluppo delle modellazioni (es. dati litostratigrafici, cartografie di base utilizzate, condizioni iniziali e al contorno prese a riferimento, parametri meccanici e idraulici utilizzati nelle simulazioni e i valori adottati per essi, etc.);
c) sull’utilizzo e/o impatto nelle analisi eseguite di documentazioni pregresse redatte nelle varie fasi emergenziali o sviluppate nel post-evento;
d) sulle specifiche procedure utilizzate per definire le perimetrazioni riportate nelle carte di pericolosità e di rischio, attesa la natura multi-fenomenologica degli eventi, e in particolare per quelli di frana;
e) sulla mancanza di un confronto in termini cartografici e testuali tra le perimetrazioni di pericolosità e rischio vigenti e quelle proposte nel Progetto di aggiornamento;
f) sui criteri di ‘regionalizzazione’ del contesto territoriale esaminato, in quanto non è specificato se e in che termini si è fatto riferimento a una specifica mappatura dell’area in sottobacini idrografici e unità fisiografiche omogenee, se e in che misura tale mappatura investe i territori dei comuni confinanti, e se può rappresentare una guida per strategie d’intervento.

Si ritiene, infatti, che tali aspetti costituiscano elementi non solo di riferimento per la piena comprensione dei risultati raggiunti, ma fondamentali per sviluppare eventuali azioni correttive sulla base di nuove conoscenze, dati acquisiti o in corso di ottenimento, nonché variazioni delle situazioni topografiche e morfologiche a seguito degli interventi attuati e in corso di esecuzione.

Aspetti di dettaglio
Nel seguito, le osservazioni specifiche seguiranno l’articolato del documento, e faranno quindi riferimento ai vari capitoli della Relazione sintetica.

Evento del 26 novembre
Il capitolo menziona ma, di fatto, non riporta in modo dettagliato l’analisi sviluppata sul complesso delle fenomenologie osservate e le conseguenze in termini di ‘implementazione del Modello Concettuale di evoluzione dei versanti’. E’ ampiamente riconosciuto che l’interpretazione degli elementi conoscitivi relativi a quanto avvenuto è un aspetto essenziale negli indirizzi metodologici per le analisi di scenari multi-fenomenologici e, quindi, multi-rischio. Di fatto, considerate le possibili variazioni dei parametri di ingresso nei modelli numerici, il processo di calibrazione degli stessi attraverso l’analisi retrospettiva (back-analysis) dell’evento osservato diviene l’elemento più critico per valutare l’attendibilità delle possibili previsioni delle simulazioni finalizzate al dimensionamento degli interventi di mitigazione. Ciò è particolarmente evidente per il fenomeno di flusso che ha colpito l’area del Celario che, per le sue caratteristiche di complessità, è e deve essere considerato un unicum tra gli eventi avvenuti nell’isola. Esso viene descritto qualitativamente ma non quantitativamente, omettendo gli elementi dimensionali posti alla base delle analisi sviluppate nonché rappresentate nel percorso metodologico.

L’analisi idrologica
Con riferimento all’analisi idrologica, di cui a pagina 23, andrebbe chiarito se si considerano solo i dati pluviometrici utilizzati nello studio VAPI, che si fermano ai primi anni ’80, oppure sono state considerate anche le piogge del periodo successivo, che forniscono ovviamente informazioni più realistiche in quanto, in qualche misura, risentono degli effetti dei cambiamenti climatici. Inoltre, andrebbero chiarite meglio le modalità con le quali è stato valutato pari a 0.75 il coefficiente di afflusso.
Analogamente, andrebbe motivato il valore del tempo di corrivazione assunto pari ad un’ora, che appare eccessivo per bacini con superficie inferiore al km2. Infine, appare strano fare riferimento, invece che a consolidate procedure “variazionali” (o “estremanti” o “massimizzanti“ che dir si voglia), ben consolidate in campo tecnico e scientifico, a procedure semplificate del tipo “Chicago Storm”, in cui all’interno di un unico evento vengono prese a riferimento le massime precipitazioni che possono affluire per qualsivoglia durata, determinando valori delle portate, e soprattutto dei volumi di piena, sicuramente ben maggiori di quelli ottenibili in base alla classica procedura massimizzante.

Analisi della Suscettibilità e della Pericolosità ai fenomeni franosi e di flusso
Andrebbe precisata la tipologia dei “modelli numerici avanzati”, di cui a pagina 24, adottati per stimare l’entità dei flussi iperconcentrati, con modalità diverse tra la zona orientale e quella occidentale del territorio di Casamicciola, e per “la ricostruzione di scenari di frana tipo flusso”. Potrebbe risultare utile evidenziare se tali elaborazioni corrispondono a quelle sviluppate dal Commissario Delegato nel Piano degli interventi urgenti per la sicurezza e la ricostruzione, peraltro condiviso dall’Autorità di Distretto, oppure sono alternative o ne costituiscono una revisione parziale. In tal modo, si favorisce una migliore comprensione dell’approccio adottato e si rende più evidente l’itinerario tecnico-scientifico che ha condotto alla identificazione degli scenari di pericolosità e di rischio. Analoga precisazione è richiesta per i modelli adottati dall’AdD in merito alle frane da crollo e ribaltamento, per le quali non sono forniti sufficienti elementi descrittivi, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo delle elaborazioni prodotte dai Centri di Competenza e dalle Università. Sarebbe inoltre opportuno comprendere se le modellazioni dei fenomeni valanghivi, di colata rapida e di flusso iper-concentrato sono state sviluppate con riferimento a condizioni di fondo fisso oppure mobile e, in quest’ultimo caso, quali sono i parametri di erodibilità introdotti nei modelli, e i valori ad essi assegnati.

Analisi della Pericolosità idraulica
L’analisi della pericolosità idraulica, pagina 26, è stata sviluppata con metodologie diverse da quelle utilizzate nella redazione del succitato Piano del CD. Sarebbe opportuno indicare quali sono i vantaggi, in termini di affidabilità, che si pensa di ottenere con questa modifica.

La valutazione del Rischio
Accennate le procedure di analisi, il capitolo descrive i criteri adottati nelle valutazioni di rischio. Facendo riferimento al PSAI dell’ex Autorità di Bacino Liri-Garigliano e Volturno, i fenomeni di frana sono rappresentati esclusivamente in termini di classi di massima intensità attesa distinguibili attraverso ordini di grandezza di velocità. Considerato il contesto specifico del versante Nord della struttura epomeica e considerato che il Piano in seguito proposto indica anche i possibili interventi da realizzarsi per la mitigazione dei rischi, appare fondamentale disporre dei risultati delle singole analisi, oggi rappresentate attraverso la sola carta di pericolosità idraulica.

Quanto detto è essenziale per gli eventuali approfondimenti in termini di rilievi, di indagini, di scelte programmatiche degli interventi e, di conseguenza, nelle valutazioni degli effetti della mitigazione anche in chiave di definizione delle aree di rischio. La classificazione di Cruden & Varnes (semplificata) adottata dall’AdD per valutare l’intensità dei fenomeni franosi si basa solo sulla velocità, trascurando la dimensione dei volumi mobilitati che, in contesti come quello di cui trattasi, sono di grande rilevanza. Appaiono meritevoli di approfondimento i criteri di zonazione della pericolosità e del rischio, per evitare che risultino eccessivamente cautelativi, rendendo più complessa la ripresa del territorio duramente colpito. In particolare, andrebbero adeguatamente giustificate alcune scelte in apparenza contraddittorie, come quella di attribuire “ai fenomeni a massima intensità attesa alta una indistinta probabilità di accadimento molto elevata” (pagina 29), dal momento che, di norma, agli eventi di massima intensità corrisponde una probabilità relativamente bassa.
Il punto 11.4 (pagine 30-31), in cui si accenna all’analisi quantitativa del rischio, andrebbe forse precisato meglio dal momento che nella formulazione attuale appare eccessivamente vago.

Il Piano degli interventi per la mitigazione del rischio da frana
Il capitolo 12 è dedicato al Piano degli interventi per la mitigazione del rischio da frana. Esso appare non molto congruente con il già citato Piano redatto dal Commissario Delegato e approvato dall’Autorità di Distretto. Più in generale, appare singolare che non ci sia alcun riferimento a detto Piano, così come mancano riferimenti alle elaborazioni ivi riportate con abbondanza di dettagli. Manca, inoltre, qualsiasi riferimento ai documenti “Prime misure speditive di protezione civile per consentire l’allontanamento temporaneo dalle aree interessate dall’evento calamitoso del 26 novembre 2022” e successivo Addendum, predisposti, rispettivamente, nel novembre e dicembre 2022, dal Soggetto attuatore per il coordinamento delle attività di analisi propedeutiche alla prima definizione della pericolosità dell’area interessata. A fronte di tali mancanze si rilevano, invece, citazioni che appaiono inessenziali e ridondanti.
Si ritiene utile indicare con la maggiore chiarezza possibile le relazioni tra i documenti citati, evidenziando le eventuali modifiche che, nel tempo, sono state apportate, in modo da rendere chiaramente intellegibile alle Amministrazioni Locali e ai portatori di interessi il percorso seguito e i criteri utilizzati per giustificare le varie scelte.
Prof. Francesco Maria Guadagno

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