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domenica, Maggio 5, 2024

C’è isolano e isolano | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 11 giugno 2023

E poi trovi, di sabato, qualche minuto per spulciare Facebook e dare uno sguardo ai post in evidenza e trovi l’amico Sergio Gargiulo, storico albergatore e presidente Federalberghi di Capri, che pubblica foto di Via Camerelle alle 8.45 di ieri, praticamente deserta e con una serie di criticità intollerabili per uno come lui.

Sergio è un galantuomo e imprenditore di qualità, ma soprattutto un caprese d.o.c.! E in quanto tale, incarna alla perfezione la differenza tra il livello di iperprotettività e morbosa attenzione ai dettagli che riguardano la sua Isola (che poi è anche il suo core business) e quello appartenente, invece, all’ischitano medio.

Ho avuto modo di affrontare questo argomento a più riprese, ma quando poi vi è l’occasione di ritornarci, non riesco mai a frenare il mio istinto. Intendo dire: ma se Sergio Gargiulo vivesse a Ischia e si trovasse ogni giorno a passare davanti al Corso Colonna sempre più vuoto e con tante attività in caduta libera e una bella fetta di marciapiedi ormai totalmente occupato dal bar di famiglia del sindaco Ferrandino, allo scempio a cielo aperto del parcheggio della Siena, ai cantieri ancora attivi al Porto a giugno inoltrato, al disastro del Pio Monte della Misericordia, alla mancata caserma della Forestale nella porzione sventrata del Bosco della Maddalena, all’ormai rudere di quella che doveva essere la caserma dei Carabinieri di Forio a pochi metri dal bivio per Citara e a tante altre manifestazioni simili a questa ascrivibili all’incapacità amministrativa di chi ci governa e all’insipienza di un popolo sempre meno reattivo, avrebbe ancora il coraggio di lamentarsi del protrarsi dei lavori in corso di Luis Vuitton o di Panerai alle Camerelle, o della celebre scalinata ancora fresca d’intonaco grezzo di lì a pochi metri, o degli operai che ci lavorano in pieno giorno e di sabato mattina?

La risposta Ve la do io: sì, Sergio continuerebbe a lamentarsi e di brutto! Perché è quella la differenza tra un ischitano e un caprese. Il primo si accontenta facilmente con qualche piacerino alla spicciolata per badare chissà per quanto ancora ai cazzacci propri; il secondo, giammai accetterebbe quello stato di cose giustificandolo col più classico dei “a due passi da me, c’è chi sta ben peggio”.
E chest’è!

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