lunedì, Ottobre 7, 2024

Vittoria e Ferrante, il più celebre matrimonio combinato della storia dell’isola

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Giovanni Cervera | Del Castello Aragonese, monumento simbolo dell’isola d’Ischia, della sua storia e della sua cultura, non tutti gli isolani ne conoscono, se non in modo frammentario, i fasti, come il ruolo strategico e le vicende che l’anno visto protagonista nei secoli. Di sicuro uno degli avvenimenti fra più noti ai più sono le nozze fra Vittoria Colonna, poetessa e mecenate della cultura del ‘500, e Ferrante D’Avalos, celebrate il 27 dicembre del 1509, di cui oggi ad Ischia Ponte con un corteo storico (partenza ore 11.30 dal Castello) se ne celebra il 509° anniversario.
La meritevole iniziativa è dell’associazione T.I.F.E.O. del presidente Gianni D’Amico, con la collaborazione dell’assessorato alla cultura del Comune di Ischia e la partecipazione di associazioni isolane e non. Per l’occasione è d’uopo la citazione di qualche nota storica e perché no, qualche curiosità su questa unione che, secondo la migliore tradizione delle famiglie reali, rappresentam senza ombra di dubbio il più celebre matrimonio combinato della storia dell’isola d’Ischia.
Lui, nato sul Castello d’Ischia il 1489 da Alfonso D’Avalos e Diana De Cardona, lei nata l’anno dopo nel Castello di Marino da Fabrizio Colonna ed Agnese di Montefeltro, erano pertanto rampolli di due famiglie nobili, i D’Avalos ed i Colonna fedelissime ai sovrani Aragonesi.
Come ricorda mons. O. Buonocore nel suo “Sul Castello d’Ischia – Il soggiorno di Ulisse e La dimora di Vittoria Colonna” dato alle stampe nel 1957, Alfonso, il padre dello sposo, aveva dato la vita per la casa reale nel contrastare l’attacco di Carlo VIII di Francia, determinato a conquistare il regno di Napoli, mentre il re con la sua famiglia riparavano prima nel Castello d’Ischia e poi a Palermo, lasciando Ischia nella fiducia di Inico d’Avalos e della sorella Costanza. “Quel 22 febbraio del 1495, Carlo VIII, nella baldanzosa scorribanda era giunto a Napoli, la famiglia reale aveva pigliato rifugio in Ischia: Alfonso era restato sulla breccia a difendere gli ultimi baluardi; un moro, che teneva luogo di domestico, lo passò di pugnale. Durante i sei mesi che il disinvolto paladino francese si indugiò in Napoli non si ritenne dallo spedire in Ischia una flottiglia di otto navi per togliere in potere il Castello; e fu opera perduta: solo quattro navi sdrucite fecero ritorno Napoli a recare notizia del disastro.”
Il piccolo Ferrante rimasto orfano a soli sette anni fu affidato alle cure della zia, donna Costanza d’Avalos, Castellana di Ischia. Al ritorno a Napoli l’appena ventiquattrenne re Ferdinando II (detto Ferrandino, per la sua giovane età) intese esprimere la sua riconoscenza a coloro che gli erano rimasti fedeli. Fra questi i d’Avalos ed i Colonna, così che in questo momento di comunanza e “concrete” gratificazioni, citando mons. Buonocore “Fabrizio Colonna fu sollecitato in preliminari matrimoniali tra Vittoria e Ferrante”.
Qualche anno dopo, per le vicissitudini delle lotte intestine fra gli Aragonesi di Spagna e quelli di Napoli, la famiglia reale e i loro fedelissimi, tra cui i Colonna e fra loro la piccola Vittoria, ripararono ancora una volta sul Castello d’Ischia, da sempre affidabile baluardo. Fu l’occasione per i due promessi sposi di condividere circa quattro anni della loro adolescenza con le attenzioni e soprattutto gli insegnamenti della fedelissima Castellana donna Costanza.
Qualche anno dopo, era giugno del 1507, fu proprio lei a recarsi in quel di Marino per definire le modalità delle nozze e la stipula dei patti matrimoniali, che furono firmati qualche giorno dopo, alla presenza di testimoni di illustre casato. La data delle nozze fu fissata per l’inizio dell’anno seguente, ma poi differita di circa due anni.
Così, tanto tuonò che … piovve ! Giunse la fatidica data. Come scrive mons. Buonocore :«l’idillio iniziato fanciullescamente veniva alla realizzazione dopo quasi tre lustri». La sposa con il numeroso seguito approdarono alle falde del Castello il pomeriggio della vigilia di Natale. Allo sbarco lo sposo porse la mano alla Marchesa donna Agnese da Urbino, madre della sposa, mentre Vittoria, lieta di quel sapore di ritorno a casa, si accinse subito ad un affettuoso abbraccio con donna Costanza. Il rito sacro fu celebrato da mons. Matteo d’Aquino, arcivescovo di Gravina, zio materno dello sposo. E’ facile immaginare l’imperiosità sfavillante di luci e di fiori che adornava la trecentesca Cattedrale del Castello, come la folla ed il rango degli illustri invitati fra cui Il vicerè di Napoli, duca Ramon di Cardona, fratello della madre dello sposo; Giovanni de’ Medici, secondogenito di Lorenzo il Magnifico, futuro Papa Leone X , che la storia ricorda non solo per le sue virtù ecclesiastiche. Fra gli altri : Guglielmo Tuttavilla, conte di Salerno; Giovanni di Guevara, Iacopo Sannazzaro, Giovanni Musefilo, il quale educò alle lettere Ferrante; Melchiorre Cervera, distinto cavaliere ischitano; Galeazzo di Tarsia, Principe di Belmonte. Per quanto riguarda quest’ultimo la sua presenza, divenne una “curiosa” nota di cronaca. Anche al tempo i pettegolezzi in certe cerimonie non mancavano. Infatti per Principe di Belmonte, giunto ad Ischia dalla lontana Cosenza anche per gioviali divagazioni, la sola vista della sposa rappresentò un improvviso turbamento ed in seguito rappresentò il tormento della sua vita, tanto che molti anni dopo, quando all’età di trentasei anni l’eroica vita di Ferrante volse al termine, non esitò a ritornare ad Ischia inseguendo quella speranza mai corrisposta. Tradusse poi gli ardori ed il tormento della sua esistenza in versi. Per alcuni di questi si ritiene appunto che Vittoria Colonna ne sia stata la musa ispiratrice.

La curiosità: Nel 1909 intitolate Corso Vittoria Colonna e via Ferrrante d’Avalos
Come oggi anche in passato, più volte si è celebrato l’anniversario di questo evento. Fra questi va ricordato quello del quarto centenario celebrato il 15 agosto del 1909. In quella occasione, con solenne cerimonia fu intitolato alla poetessa l’attuale Corso Vittoria Colonna ed a Ferrante d’Avalos la strada attigua, che porta al mare. Con solenne cerimonia il sindaco del tempo Cristoforo Mazzella scoprì poi la lapide commemorativa delle nozze, dettata dal vescovo d’Ischia Mario Palladino, che ancora oggi campeggia di fianco all’ingresso della Chiesa di San Girolamo. Ne seguì un ricevimento di gala nella sala dello stabilimento delle Terme Comunali e l’indomani, nella antica Cattedrale del Castello, un discorso rievocativo del prof. Vincenzo Mirabella.

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