sabato, Luglio 27, 2024

Torre di Sant’Angelo, il Comune di Serrara Fontana dà il via ai lavori in danno

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Gli interventi, approvati da Legnini e già affidati, prevedono la messa in sicurezza del costone e la rimozione della vegetazione infestante. Nel verbale di somma urgenza redatto dal rup arch. Alessandro Vacca si evidenzia che il pericolo è stato confermato dai Vigili del Fuoco, dagli esperti della struttura commissariale e da un geologo. I privati saranno chiamati a pagare oltre 70mila €

Gaetano Di Meglio | La situazione di pericolo acclarata del costone e lo stato di emergenza dichiarato all’indomani degli eventi del 26 novembre scorso hanno consentito al Comune di Serrara Fontana di superare l’impasse creatasi sugli interventi da realizzare a Monte Sant’Angelo, in via Nazario Sauro località Sotto la Torre. Al centro come è noto di ricorsi al Tar da parte dei proprietari interessati. Adesso, come si evince dal verbale di somma urgenza redatto dal responsabile dell’Utc arch. Alessandro Vacca, il Comune procederà ad eseguire gli interventi in danno degli stessi proprietari. Una iniziativa alla quale non si sa come reagiranno i privati, che hanno manifestato chiaramente l’intenzione di non accollarsi le spese…
Vacca richiama l’Ordinanza n. 9 del 10 marzo 2023 del Commissario Legnini sugli interventi di somma ed estrema urgenza, tra cui rientra anche quello a Sant’Angelo.

Ricorda poi le due ordinanze sindacali del dicembre scorso che avevano innescato il contenzioso innanzi al Tar, con le quali si intimava ai proprietari di eseguire a loro cura e spese le opere di contenimento del costone; con la seconda ordinanza lo sgombero immediato di tutte le unità immobiliari (abitative e non) ubicate “Sotto la Torre” – Via Nazario Sauro.
In effetti la relazione tecnica redatta ad aprile dagli esperti della struttura commissariale ha «confermato l’estremo stato di pericolo del versante, precisando che eventuali e possibili fenomeni avversi di intensità pari a quelli verificatisi il 26.11.2022 “pongono a rischio soprattutto gli edifici addossati alla parete o le zone intercluse tra edifici e parete rocciosa” ma che, nel contempo, “non è possibile escludere il ripetersi di fenomenologie analoghe in settori adiacenti”».

Indicando anche gli interventi da porre in essere con somma urgenza: accurata ispezione del costone roccioso; eliminazione della vegetazione non compatibile con gli assetti geomorfologici; installazione di sistemi di monitoraggio; fino alla stabilizzazione individuazione di una fascia di inibizione dei luoghi.
Anche la relazione degli esperti di Legnini, ad ogni modo indicava tale fascia in via approssimativa, aggiungendo che «deve essere comunque definita anche attraverso una attenta disamina delle proprietà e della distribuzione degli spazi, al momento non disponibile». Che era uno dei motivi addotti nei ricorsi al Tar. Un ulteriore chiarimento consentiva però di includere con certezza il manufatto di proprietà di uno dei ricorrenti.
Il sindaco Irene Iacono adottava quindi ad aprile le ordinanze che intimavano l’esecuzione degli interventi e lo sgombero immediato dei fabbricati pericolosi.

LE ORDINANZE EFFICACI
Nel verbale di somma urgenza Vacca riassume gli esiti dei contenziosi dinanzi al Tar: una delle ordinanze adottate a dicembre risulta sospesa, al contrario «è stata rigettata la sospensiva relativa all’ordinanza n. 18/2023 né risulta sospesa l’ordinanza n. 24 /2023, emanate a seguito degli accertamenti della struttura commissariale e quindi da ritenersi efficaci».
La instabilità del costone è stata peraltro confermata a maggio anche da un geologo rocciatore, che ha concluso per la necessità «di prevedere interventi sistematici di messa in sicurezza del versante, al fine di garantire la sicurezza e la salvaguardia dei beni esposti al rischio da frana presenti al piede del versante».

Uno stato di pericolo, riassume il responsabile dell’Utc, acclarato in primis dai dai Vigili del Fuoco, quindi dagli esperti della struttura commissariale ed infine dal geologo. E senza un intervento, la situazione si aggraverebbe.
Ovviamente i lavori fin qui ordinati ai privati non sono stati eseguiti, pertanto Vacca conclude che «stante la situazione di pericolo e la persistenza di ordinanze di sgombero di molte abitazioni a ridosso del costone, si rende necessario procedere in somma urgenza con l’esecuzione in danno dei lavori di messa in sicurezza, la cui quantificazione a carico dei proprietari avverrà in un momento successivo».

Soluzione peraltro autorizzata dalla struttura commissariale e consentita dalla normativa vigente. Dunque il rup ha disposto l’immediata esecuzione dei lavori, affidandone la realizzazione all’impresa “Ital Rocce” di Scalea per l’importo di 71.865,63 euro oltre Iva. Gli interventi prevedono: «Pulizia in parete con taglio di piante e di tutta la vegetazione infestante e dove necessario rimozione degli apparati radicali; ispezione, disgaggio e rimozione delle parti di costone instabili; frantumazione di massi a qualsiasi altezza; tiro in alto di materiale depositatosi nella parte retrostante la struttura alberghiera».

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