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giovedì, Marzo 28, 2024

SPORT+ISTI > VINCENZO AGNESE: ”Con la Fenix potevamo fare di più. Dalle sconfitte si impara e si cresce”

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Si è fermato in finale play-off il cammino della Fenix Ischia nel primo campionato di serie C2 in cui è arrivata dopo aver vinto l’anno scorso i play-off di serie D. In una partita surreale gli isolani si sono fatti fregare all’ultimo minuto dalla rete di Liccardo che ha gelato il Taglialatela ormai pronto ad assistere ai supplementari. Il Chiaiano era passato in vantaggio 2-0 nei primi 15’ di gioco in cui gli ischitani non sembravano essere scesi in campo. Nel finale di primo tempo e in tutta la seconda frazione di gioco la partita l’hanno fatta i padroni di casa, ma sono serviti due rigori messi a segno da Luis Nica per riuscire a pareggiare i conti; nessun gol è arrivato su azione. Ad ogni modo il 3-2 del Chiaiano è apparso ai più immeritato, ma si sa, lo sport è questo e la particolarità dei play-off e delle gare secche è proprio l’imprevedibilità del risultato. Dunque davanti ad una cornice di pubblico inedita e caldissima è arrivata una scottante delusione per la Fenix Ischia che aveva creduto alla possibilità di conquistare l’ultimo posto disponibile in serie C1. Al triangolare finale, però, accede il Chiaiano. A stagione terminata quindi è tempo di bilanci e abbiamo analizzato questa lunga annata con il presidente della Fenix Vincenzo Agnese.

Presidente partiamo dalla fine. La sconfitta con il Chiaiano è difficile da digerire. Cosa è mancato?
E’ stata l’immagine di una stagione intera. Come troppe volte è accaduto in casa abbiamo sbagliato l’approccio concedendo troppo agli avversari che sono stati bravi ad approfittare dei nostri regali. Abbiamo avuto la forza di rimontare ancora una volta un doppio svantaggio ma non siamo stati capaci di metterla dentro. I gol sono arrivati su due rigori nonostante le tantissime occasioni avute, non abbiamo avuto la capacità di portarci sul 3-2 e alla fine dopo tutte le energie impiegate ci siamo fatti sorprendere ad 1’ dalla fine. Il calcio a 5 è questo c’è poco da fare.

Ci sono rimpianti?
Nello sport si vince e si perde, il problema non credo sia la sconfitta perché nei play-off può accadere veramente di tutto. Basti pensare che il Chiaiano si è presentato ai play-off come quinta in classifica e ha vinto tutte le gare in trasferta. Il vero dispiacere sta nel fatto che avevo chiesto ai ragazzi di dare il massimo e di fare in modo che quando uscivamo dal campo avevamo la maglia sudata e la consapevolezza di aver fatto il possibile per vincere. Purtroppo non è stato così e chi doveva fare la differenza non l’ha fatta.

Qual è, quindi, il giudizio su questa stagione?
L’obiettivo condiviso con squadra e allenatore era quello di essere competitivi, ovvero di provare a giocarci il primo posto e in ogni caso tentare di raggiungere la promozione in serie C1 tramite i play-off. Detta così l’obiettivo è stato rispettato, ma con onestà intellettuale bisogna ammettere che si poteva e si doveva provare a fare di più perché, ripeto, il problema non è nel risultato. La finale play-off è praticamente il penultimo scalino della serie C2 e non bisogna dimenticare che siamo sempre una neopromossa. Tuttavia abbiamo investito su giocatori importanti che sulla carta sono decisamente superiori ai giocatori del Chiaiano. Il fatto che siamo consapevoli di non aver espresso e dimostrato il nostro potenziale per me è motivo di rabbia. Però non bisogna farne un dramma, anzi, bisogna analizzare il percorso fatto con umiltà individuando gli errori che sono stati commessi e cercando di consolidare quanto di buono è stato costruito.

E’ stata una stagione movimentata in cui avete cambiato allenatore e il mercato di dicembre si è concluso con la polemica suscitata da Alaia messo fuori squadra. Cosa vi ha portato a fare queste scelte?
Ne ho sentite e lette di tutte i colori su questo storia e vorrei che si facesse una volta e per tutte chiarezza. A me l’inizio di stagione non è piaciuto sia per come abbiamo affrontato le prime due partite di coppa, sia per i primi risultati. Mi risposero che erano sensazioni sbagliate e che contavano i risultati e poiché avevamo partite da recuperare e altri scontri diretti eravamo ancora potenzialmente primi. Da quel momento decisi di non parlare più e di aspettare. Purtroppo sappiamo cosa è accaduto il 26 novembre a Casamicciola e questo ha comportato il rinvio delle gare che ci avrebbero detto la verità sul nostro cammino. Gare che abbiamo affrontato nella seconda metà di dicembre e a pochi giorni dalla chiusura di mercato. In un amen ci siamo ritrovati fuori dalla corsa primo posto e lontani dalla seconda posizione. Da qui il cambio di allenatore anche perché nel frattempo si era liberato Gino Monaco (dalla Virtus Libera, ndr) con cui avevamo parlato anche in estate. Ovviamente il cambio di allenatore non poteva immediatamente produrre risultati, abbiamo steccato in altre gare e ad un giorno dalla chiusura del mercato sembrava già che il nostro campionato fosse finito. Non aveva alcun senso continuare su una strada che ci portava a bruciare risorse senza che si portasse valore alla nostra squadra e per questo abbiamo fatto scelte dolorose anche sulla squadra.

Cosa è cambiato dopo?
Gino Monaco e Diego Di Scala hanno portato finalmente un metodo di allenamento, un’impostazione tattica, un’idea. Si è passato da due allenamenti a tre e seppur non nell’immediato i risultati hanno dimostrato che i miglioramenti ci sono stati. Con Giancola abbiamo conquistato 13 punti in otto giornate del girone d’andata, mentre con mister Monaco nel girone di ritorno abbiamo fatto 15 punti nelle prime cinque giornate, ma comunque ci sono stati passi falsi dopo perché di certo, come avevo già detto ai ragazzi al momento del cambio di allenatore, le colpe non sono mai solo del tecnico così come non sono di un singolo giocatore. Quindi non c’è da dare la colpa a nessuno anche perchè con gran parte di questo gruppo e con mister Giancola l’anno scorso abbiamo vinto e festeggiato solo che nulla è per sempre e le situazioni cambiano. Tutto qui.

Cosa non rifarebbe e soprattutto da dove ripartirete e con quale obiettivo?
Io rifarei tutto quello che ho fatto perché è troppo facile parlare col senno di poi. Molte scelte sono state determinate anche da episodi che non sono dipesi direttamente da noi. Detto questo sono molto autocritico perché se qualcuno o qualcosa non ha funzionato evidentemente come società e personalmente come presidente abbiamo sbagliato delle scelte. Tuttavia le sconfitte e gli errori servono proprio a maturare esperienza e quindi molto semplicemente valuteremo chi ha dato il massimo e chi no, cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato e fatta questa valutazione faremo delle scelte sulla prossima stagione.

Mister Monaco è confermato?
Lo incontrerò nei prossimi giorni ma abbiamo avuto già dei contatti telefonici e dal nostro punto di vista ha lavorato bene. Se lui quindi sarà disponibile possiamo ragionare sul prossimo campionato che noi vogliamo affrontare con l’obiettivo di fare meglio di quest’anno. Però l’obiettivo dipenderà dalla squadra che riusciamo ad allestire.

Sarà rinforzata la squadra che ha chiuso la stagione?
Dei rinforzi servono sicuro perché non possiamo pensare di affrontare le gare con soli 8 giocatori. Ecco anche su questo, voglio ringraziare i ragazzi isolani che hanno mantenuto l’impegno fino alla fine e hanno veramente dimostrato di tenerci. Non a caso Buono, Lucido, Di Iorio e Pesce hanno avuto degli evidenti miglioramenti, ma come loro anche altri ragazzi che si sono allenati con noi. La Fenix è degli ischitani ma da soli non possono vincere il campionato di serie C2, faremo del nostro meglio sul mercato senza fare spese folli e cercando soluzioni adatte alla nostra realtà. Non è facile perché fare sport sull’isola è tutta un’altra cosa e per ragioni economiche e per ragioni logistiche.

E arriviamo alla seconda parte del nostro format. La Fenix è una delle squadre del calcio su parquet dell’isola, tuttavia, un suo giudizio su Virtus Libera, Epomeo Calcio a 5 e Tabor è obbligatorio.
Partiamo dall’ammiraglia del mondo calcettistico isolano, la Virtus Libera che ha centrato il suo obiettivo da principiante della categoria e che, sicuramente, ha vissuto una stagione da protagonista.
La Virtus Libera è il fiore all’occhiello del calcio a 5 isolano e non posso che fare loro i complimenti per quello che stanno facendo. Sicuramente hanno cambiato in corsa il progetto impostato in un primo anno sulla serie B ma ben vengano nuove risorse e giocatori importanti che permettono anche ai giocatori isolani di poter crescere. Mi auguro che possano salire nella nuova serie A e questo gioverebbe a loro, paradossalmente anche a noi e a tutto il movimento. Nella Libera ci sono tanti amici e io li ho seguiti sin dalla serie D. Poi come normale che sia quando sali di categoria le cose cambiano, le persone cambiano e personalmente ho idee molto diverse. Non guardo in casa degli altri, mi dispiace solo che sia stato impedito ai ragazzi della nostra giovanile di fare un’amichevole con la under 19 della Libera per motivi che ancora non abbiamo compreso, ma sappiamo da chi è partita questa cosa ed è un fatto che ci ha rattristato molto. Tra società dobbiamo collaborare, che non significa fare le cose insieme o essere migliori amici. Dobbiamo ragionare come movimento perché ogni progetto ha una sua potenzialità. Per esempio sarebbe auspicabile creare una scuola calcio a 5 a Forio dato che a Ischia e Serrara c’è già. Abbiamo bisogno di nuova linfa perché non possiamo pensare di prendere sempre giocatori dalla terraferma. Se però ci pestiamo i piedi tra noi perdiamo tutti. Spero che si possa ragionare in futuro tanto sulla scuola calcio a 5 quanto sulle squadre giovanili. Ne abbiamo tutti bisogno.

L’anno prossimo dividerete la C2 con l’Epomeo Calcio a 5, società cugina. Vi abbiamo visto condividere momenti di convivialità prima della “finale” con il Plaianum. Ora, però, sono avversarie.
Sono molto contento per l’Epomeo perché è una realtà che abbiamo visto nascere, non dimentichiamo che molti dei ragazzi serraresi che oggi giocano lì e anche a Forio sono stati con noi. Quello dell’Epomeo è un progetto molto simile al nostro e al di là della serie D che ormai è diventata una categoria poco più organizzata di un normale torneo, va sottolineato il grande lavoro che l’Epomeo sta facendo sulla scuola calcio a 5 e ancor di più sulle squadre giovanili. In particolare l’under 17 è arrivata in finale provinciale, questo è un segnale importante. Secondo me Libera, Fenix ed Epomeo sono le tre realtà che su livelli e categorie diverse devono rappresentare il punto di riferimento di questo sport.

Last but not least, fa capolino nel calcio a 5 isolano anche l’esperienza Tabor. Qual è il suo giudizio.
Tutte le realtà che fanno sport meritano rispetto, a maggior ragione quando una realtà rappresenta Casamicciola nell’anno in cui p successo tutto ciò che è successo. Hanno disputato un buon campionato andando forse anche oltre le loro aspettative quindi c’è da fargli i complimenti. In generale, se consideriamo che in serie D c’è anche il Forio e che ogni anno qualcuno pensa di creare qualche nuova squadra, siamo minimo cinque squadre sull’isola. Onestamente sono troppe e ne stiamo pagando tutti le conseguenze in termini di qualità e in termini economici.

Vorrei fare una piccola parentesi off topic e riportale sul vero campo del suo cuore, quello che batte dentro: la palla a spicchi. Dopo le bollicine del Forio, la pallacanestro ad Ischia è tornata a vivere la sua dimensione più naturale in attesa di nuovi investimenti e nuove mire. Una ripartenza un po’ per tutti. Qual è il suo giudizio?
Al basket servono risorse. Se ci fossero i soldi che si spendono non dico nel calcio, ma già solo quelli che girano nel calcio a 5, a quest’ora sono certo che il basket avrebbe una squadra stabilmente nei campionati nazionali e settori giovanili di livello. Nel basket c’è la cultura del lavoro, si costruisce dal basso col minibasket e le giovanili, poi ci si perde sulle prime squadre. Paradossalmente credo che il motivo sia anche nel livello medio culturale rispetto al calcio e al calcio a 5. Molti giovani che giocano a basket lasciano l’isola per andare a studiare e quindi manca il materiale umano. Mancando poi le risorse non c’è la possibilità di allestire roster di livello con giocatori della terraferma, ma soprattutto il problema dei problemi resta sempre lo stesso: abbiamo poco confronto, soprattutto per gli allenatori. Questo secondo me incide molto poi sul livello del movimento, ma è una problematica comune a tutte le discipline e comunque non riguarda solo lo sport.

Per chiudere, c’è una gioia che va oltre tutte le altre e si chiama Ischia Baskin. In breve, ci faccia comprendere la bellezza di questo sport. Sì, perché un altro sport ed è giocato solo da campioni
Non è uno sport, rappresenta l’esempio di uno stile di vita. In tanti si riempiono la bocca della parola “inclusione” ma poi ci facciamo anche il problema di andare a mangiare una pizza con ragazzi che hanno una qualche problematica. La Cestistica Ischia con Ischia Baskin ha saputo far sentire importanti ragazzi e ragazze che si sono sentiti emarginati, diversi. Ci si allena, si gioca, si va a mangiare, si fanno viaggi, sono nate amicizie, tutto ciò che spesso squadre “normali” non riescono a fare. Partendo dal basket, con regole specifiche proporzionate alle abilità di ciascun giocatore, il baskin permette a persone con vari gradi di disabilità di poter essere competitivi insieme a persone normodotate. Un mondo bellissimo che però ha bisogno di essere sostenuto economicamente e con la disponibilità delle strutture. In questo modo siamo vicini a questi ragazzi e alle loro famiglie ma soprattutto contribuiamo a creare emozioni e felicità. Vi invito ad assistere a una partita di basket e vivrete un momento veramente magico.

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