Chiamatela quarto condono, accampate pure le solite motivazioni per trarne spunto e strumentalizzarla politicamente, proclamate ai quattro venti la pappardella del rischio di un ennesimo provvedimento stile centrodestra che favorisce gli abusivi e danneggia gravemente l’ambiente: mentre voialtri, soliti sinistrorsi e ambientalisti della domenica, gli stessi che, come ha scritto ottimamente il “cacciatore a vita” Antonio Buono pensano che con i divieti conseguenti alla costituzione del Parco dell’Epomeo si risolveranno i problemi del rispetto dell’ambiente, della flora e della fauna ischitana, quando hanno taciuto per anni rispetto alle costruzioni abusive, alle varie forme di abbandono rifiuti, ai parassiti e all’incuria delle falde che hanno distrutto i nostri pini secolari e i nostri splendidi castagneti, pensate di nascondervi dietro il dito che fareste bene a puntare contro voi stessi, Meloni e i suoi cercano di mantenere gli impegni con chi li ha votati. Punto!
E’ chiaro a tutti che l’Italia da troppo tempo è ormai divisa tra chi vorrebbe continuare a lucrare dalla sempre più estesa ingessatura del territorio e tarpare le ali al suo sviluppo concreto e realmente sostenibile e chi, invece, sta finalmente tentando di porre in essere la seria semplificazione di una macchina burocratica fatta di troppi lacci e lacciuoli, ma soprattutto di carrozzoni che attraverso quel tipo di “ingessatura” esercitano da troppo tempo nel Paese una forma di potere ormai fortemente inattaccabile. Le decisioni del centrodestra al governo nazionale potranno sicuramente piacere o meno, ma di certo il coraggio del cambiamento appartiene alla volontà di una classe politica carente per moltissimi aspetti, ma non certo per la determinazione di perseguire un preciso disegno amministrativo che vada incontro al cittadino senza per questo continuare a dare spazio agli impedimenti più o meno formali dei soliti “signor no” di palazzo.
Così come per la pace fiscale (a mio giudizio tutt’altro che attuata al momento), anche quella edilizia, se dovesse andare in porto, darebbe a tutti un segnale di serietà e di coerenza. Certo, sarà anche una scelta populistica a ridosso di una campagna elettorale, ma ci sta tutta ed è nel pieno diritto di un esecutivo. O dobbiamo star qui a ricordare le centinaia e centinaia di nomine svolte sotto elezioni dai governi a trazione centrosinistra? Fatevene una ragione, una buona volta: la storia è piena di corsi e ricorsi storici: almeno accettate la legittimazione del popolo sovrano e lasciate che da qui a giugno sia ancora una volta lui a giudicare.