Incontriamo il sindaco di Casamicciola a tutti gli effetti, Giosi Ferrandino, non tanto per commentare la sentenza appena pubblicata dal Tar Campania che ha dichiarato improcedibile il ricorso di Abramo De siano per “mancanza di interesse” dopo la sua rinuncia, bensì per commentare tutta questa parentesi politica e per capire, se riusciamo anche ad avere qualche sponda, perché Abramo abbia ritirato il ricorso.
– C’è stato davvero un incontro con te o invece ha fatto tutto lui?
«Assolutamente. Non vedo Abramo da prima delle elezioni. Quindi sotto questo aspetto ritengo che le motivazioni siano state quelle che poi ha reso pubbliche. Credo che questo ricorso, laddove, come ritengono loro, fosse fondato, comunque in un momento storico come questo non andava presentato. Tant’è vero che la maggior parte delle minoranze pubblicamente non ha mai cavalcato questo ricorso. Poi lo faceva nel segreto delle stanze, faceva il tifo affinché venisse accolto, ma pubblicamente non l’ha mai fatto perché era un ricorso impopolare, perché l’esito sarebbe stato impopolare. Anche un eventuale esito positivo.
Quindi, secondo me, queste sono state le ragioni per cui è stato ritirato. Credo sinceramente che le vere motivazioni siano quelle poi rese pubbliche. Perché? Perché intanto l’unico a farne le spese sarebbe stato il paese, i cittadini, perché si sarebbe bloccata un’attività in corso dell’Amministrazione, parallelamente a quella del commissario molto, molto attiva. E potrei elencare una serie di provvedimenti enormi fatti in questi sei mesi, perché anche su questo voglio essere chiaro: questo ricorso non ha assolutamente bloccato né limitato l’azione di questa Amministrazione e nei prossimi mesi, nelle prossime settimane i cittadini ne avranno contezza.
Un blocco e un nuovo commissariamento chiaramente avrebbe penalizzato questa ripartenza di altri sei, sette mesi. Questo il paese non se lo poteva permettere. Per cui credo fosse un ricorso che non andava presentato, ma è stato presentato. Ero convinto di vincerlo come Amministrazione perché tra l’altro i nostri avvocati sostenevano anche che era infondato. Non sapremo mai la verità perché non è stata data la possibilità al Tribunale di esprimersi, quindi questo non lo saprà mai nessuno. Fatto sta che anche un esito negativo avrebbe penalizzato solo i cittadini, perché noi ci saremmo ripresentati con la stessa formazione, anzi forse addirittura ampliata. E i cittadini probabilmente ci avrebbero premiati con un suffragio ancora più pesante di quello che c’è stato».
L’APERTURA FINO AL 30 NOVEMBRE
– La data del 30 novembre era segnata come una data spartiacque, soprattutto per alcune pressioni che arrivavano da una parte della minoranza. Ora questa porta sembra sia chiusa.
«Ma non è un ultimatum, per carità, solo uno stimolo al dibattito. Io da subito ho detto: è un momento in cui bisogna lavorare insieme. Quindi ho fatto la massima apertura, ma già dal primo Consiglio comunale, quando non era neanche ancora alle porte il ricorso, perché ritengo che siamo in una situazione di emergenza e che dunque ci sia bisogno dell’apporto di tutti. Poi evidentemente già avevano in serbo di presentare ricorso e questa apertura non fu raccolta. Dopodiché è stato presentato il ricorso. Per sei mesi hanno vissuto di speranze sull’esito di questo ricorso e quindi mi è venuto spontaneo dire, quando ancora si sosteneva, in modo secondo me un po’ ipocrita, di voler collaborare: bene, sono disponibile sì, ma ovviamente fino al 30. Sarebbe troppo bello dopo il 30, cioè oggi, sapendo che abbiamo quattro anni e mezzo su cui lavorare.
È chiaro che devo capire che se venissero oggi a offrire collaborazione lo farebbero in perfetta malafede. Io ho apprezzato invece la posizione della Iaccarino, che ha deciso di stare da questa parte, come già c’era, perché non dimentichiamo che lei già nel 2019 è stata con noi e ha fatto opposizione con noi per una serie di questioni. Poi si è trovata a candidarsi con l’altra parte, però, apro e chiudo la parentesi, la Iaccarino il giorno della proclamazione ha festeggiato insieme a noi le elezioni. La sua e anche la nostra, quindi voglio dire che è un rapporto che viene da lontano. Però ho apprezzato il suo comportamento perché, nonostante ci fosse questa spada di Damocle per il 30, quindi a poche settimane da quella data, lei ha detto “anche nella malaugurata ipotesi che dovesse andar male, io la prossima volta voglio stare con voi e quindi voglio essere partecipe dello stesso destino”. Una posizione che ho apprezzato, tanto che poi è entrata in Giunta e credo che darà anche un grande contributo all’Amministrazione».
LA IACCARINO IN GIUNTA
– Domanda cattiva. Ma la Iaccarino in Giunta è stato il prezzo per ritirare il ricorso?
«Non vedo un’assonanza. In primis perché non c’è nessuna storia in comune, per quanto mi è dato sapere, tra la Iaccarino e Abramo De Siano. Come ho detto prima, la Iaccarino ha festeggiato insieme a noi già il giorno della proclamazione. E ha sempre fatto parte della nostra squadra. Si è dichiarata indipendente in epoca non sospetta, rappresenta una parte del territorio importante, di cui l’Amministrazione non può e non poteva non tenere conto.
Io credo invece che sia stato anche un momento di unità, di unire ancora di più una parte del paese che nel passato è stata trascurata, che è quella che ha subito il sisma. Perché, lo sappiamo tutti, è notorio che la Iaccarino la maggior parte del suffragio lo ha ricevuto dalle zone alte del paese, quelle colpite sia dal terremoto che dalla frana, e questa unità che c’è stata credo che sia servita anche a unire ancora di più il paese. Oggi anche loro, che sono stati per sette anni orfani di un’Amministrazione che li rappresentasse davvero dandogli risultati, e fino a poco tempo fa la ricostruzione era ferma, hanno il loro rappresentante nell’Amministrazione, addirittura in Giunta. Quindi credo che questa amministrazione così coinvolta insieme a loro, perché c’è bisogno anche dell’aiuto dei cittadini, dei tecnici, di tutti, possa fare un grande lavoro per il futuro».