Giovanni. Gilberto. E’ questo il particolare più importante della giornata di ieri ai Giardini Ravino. La presentazione del rapporto BEI sui cambiamenti climatici e la loro influenza sulla ricostruzione dell’isola d’Ischia dopo il sisma e dopo la frana è passata in secondo piano. Il rapporto confidenziale, come la riunione tra l’altro, tra il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica e il Commissario di Governo per le nostre emergenze, l’on. Giovanni Legnini ci hanno mostrato la cifra con cui certe decisioni si prendono.
Il Ministro è intervenuto alla presentazione del Rapporto redatto dalla BEI prima di prendere un volo e in apertura della giornata di presentazione. Il discorso del Ministro, sei minuti, è stato un concentrato di proposte politiche. Una difesa della semplificazione amministrativa e una posizione chiara contro le lungaggini della burocrazia italiota sono state al centro delle parole del Ministro.
“Mi sovviene alla mente il 2017 e poi il 2022 – ha detto Pichetto Fratin -, il primo legato al terremoto e l’altro all’alluvione e di conseguenza la vulnerabilità di questo territorio. Sulla vulnerabilità che riguarda l’alluvione si può intervenire con le azioni di adattamento e mitigazione mentre quelle per il terremoto ci obbligano ad intervenire con una struttura adeguata ad un territorio, quello italiano, in gran parte molto sismico. La sicurezza di una comunità e la salvaguardia del nostro patrimonio, anche quello culturale, dipendono dalla nostra capacità di anticipare le cose, di prevenire e di mitigare quello che è, in questo caso, il rischio idrogeologico che è il nostro tema principale e quello del mandato del commissario straordinario stesso che opera in un quadro che ci vede alle prese un cambiamento climatico che ha conseguenze ancora imprevedibili.”
Il riferimento ai fatti di Dubai, ricalcati anche dalla presidente BEI, la dott.ssa Vigliotti, permettono al ministro di poter aggiungere una ulteriore riflessione: “Il fatto che nei giorni scorsi, in una realtà come Dubai, ha piovuto in un giorno l’acqua che in questi luoghi piove in un anno e mezzo, ha un significato particolare; questo “climate change” che stiamo vivendo ha tutta una serie di conseguenze che ci impongono degli adeguamenti anche normativi, un cambio di marcia e di mentalità che dobbiamo darci nel fare le opere e negli interventi di mitigazione. Ricordiamoci che il nostro Paese, l’Italia, è fragile e Ischia è un piccolo prototipo rilevante e fragile, con due terzi del suo territorio collinare e montano”.
Poi Pichetto Fratin parla della nostra isola: “Ischia sta vivendo un momento, da più anni, con la desertificazione di alcune aree che creano l’abbandono e la mancanza di attenzione puntuale (alla manutenzione del territorio ndr)e la concentrazione in altre aree dove l’eccesso di fabbricazione dove, senza le opportuna cautele, avere conseguenze anche molto, molto rilevanti. I dati Ispra sono conoscenza di tutti: sul solo fronte delle frane c’è stato un aumento notevolissimo rispetto ai dati del 2021; un fenomeno che tocca almeno il 90% dei comuni italiani che sono soggetti al rischio idrogeologico; il nostro Paese vive un’alternanza di siccità e alluvioni con la necessità di correre ai ripari per creare condizioni migliori di sicurezza”.
Il Ministro poi chiosa sugli strumenti a disposizione e sulla necessità di accettare le sfide del futuro con gli strumenti del futuro: “Ora più che mai dobbiamo sforzarci di investire in efficienza e nella capacità di rispondere subito, di prevenire anziché di intervenire a posteriori e solo per riparare e tutto questo lo possiamo fare utilizzando anche le più moderne tecnologie. Pensiamo al grande vantaggio della digitalizzazione che è in corso su scala nazionale e che può essere uno strumento che ci permette di misurare i fenomeni naturali, di prevederli e di renderci conto di dove ci siano movimenti franosi che, oggi, grazie ai satelliti possiamo misurare in modo millimetrico”.
La conclusione di un discorso, evidentemente, calibrato sui tempi europei, è la chiosa politica: “Sono tre le direzioni in cui dobbiamo intervenire: la prima è quella della semplificazione amministrativa, non possiamo impiegare dieci anni per fare le opere di intervento e questo senza ridurre la trasparenza. Ischia è un modello e un gioiello del nostro meraviglioso patrimonio che il padreterno ci ha dato e noi dobbiamo dare anche una risposta al fattore economico e agli attrattori quali turismo”.
L’auspicio finale, che facciamo nostro, è stato più chiaro: “E quale migliore risposta se non la qualità e la tutela migliore. Abbiamo l’impegno di consegnare alle future generazioni questo nostro mondo, di cui questa isola è una piccola parte, ma non danneggiata rispetto a quello che abbiamo ricevuto, ma se possibile migliorata”.
Già, migliorata. Diremmo anche progettata a misura dell’uomo senza le elucubrazioni mentali di chi, da una poltrona romana, pensa di poter scrivere le regole per una nazione (o quasi) con una scala non adatta alle realtà locali, alle esigenze dei cittadini, delle imprese, delle economie e della vita dei territori.