Sandra Malatesta | Sono addolorata dalla morte di Gigi Riva che ho ammirato da sempre perché i suoi gol erano diversi dagli altri, perché sono stati fondamentali per alcune partite, perché aveva un modo di stare in campo così elegante, perché era un grande calciatore. Oggi non voglio dire di lui calciatore ma di lui uomo, che con quel suo modo di vivere, ha dato un esempio a un mondo che spesso si fa sporcare da compromessi e voglia di potere. Già da ragazzino partito da Leggiuno per giocare in Sardegna, e a Cagliari in particolare, lui si innamorò di quella terra dei suoi abitanti di quel modo di vivere tipico dei sardi.
Non volle più tornare al suo paese natale, restò a Cagliari e c’è rimasto tutta la vita. Cresceva Gigi e si faceva notare. Cresceva il tifo per lui ovunque non solo in Sardegna. Ci si chiedeva cosa facesse ancora lì, perché continuava a rifiutare i grandi club. Ma io che lo seguivo perché uomo serio e riservato, capivo che in lui era nato un grande amore di quelli che restano e che vogliono creare, non distruggere. Ero ragazzina quando con la mia classe quinta A geometra a marzo 1970, andammo in crociera. Avremmo dovuto andare a Palma di Maiorca ma alle Bocche di Bonifacio un mare forza nove ci fece tornare indietro e fermarci nel porto di Cagliari, da dove la mattina dopo saremmo partiti per Tunisi. E invece il rimorchiatore ci lasciò d’improvviso e la nave batte non ricordo se sulla banchina.
Cademmo tutti a terra ma ci tranquillizzarono. Solo dopo scoprimmo di una grande falla a prua. Restammo così due giorni interi a Cagliari sperando di poter ripartire. Vennero due guide a bordo e ci chiesero se volevamo visitare Cagliari. Tutti dicemmo di si e in tanti dicemmo che volevamo vedere il Campo Sant’ Elia dove giocava Gigi Riva.
Provai un’emozione incredibile, anche se era vuoto. Non vidi Gigi Riva ma mi sembrò di essere andato a conoscerlo. Quando un uomo sceglie di privilegiare le sensazione che lo fanno stare bene, e crede in quello che vorrebbe riuscire a fare, fregandosene di soldi, e potere, allora si, che vivendo merita rispetto e stima. Grande Gigi che hai fatto di Cagliari la tua patria dove far crescere figli e nipoti. Grande Gigi che scendesti dal pullman della Nazionale quando ne eri dirigente perché vedesti salire persone che l’avevano criticata duramente.
Non è facile nel mondo del calcio trovare un uomo come te. Tanto di cappello caro Gigi mio idolo per anni e anni, che mi sta facendo piangere per essere andato via. Non sei vissuto invano, hai trascinato un popolo in un sogno, hai dato esempi positivi, hai saputo amare la tua vita rispettandola e mai svendendola al miglior offerente. Prego per te, Sandra