sabato, Luglio 27, 2024

Esproprio incompleto per l’impianto sportivo, Dionigi “sana” tutto

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Il Comune di Barano impelagato in un contenzioso iniziato nel 1999

Un esproprio non completato con provvedimento formale oltre vent’anni fa e trasformatosi quindi in occupazione illegittima ha costretto il Comune di Barano ad affrontare un lungo contenzioso con i proprietari del terreno occupato che ora si è concluso con la decisione di procedere all’acquisizione sanante con relativo versamento di indennità ed indennizzo.
Una vicenda iniziata nel lontano 1999, quando l’Amministrazione comunale approvò il progetto per la realizzazione di impianti sportivi, interventi dichiarati di pubblica utilità. E dunque decidendo di occupare quel terreno non edificabile di circa 400 mq. alla località Cappella su cui insistevano i resti di un cellaio per un periodo di cinque anni. Per realizzare il progetto, si procedette ovviamente alla trasformazione di 200 mq. del fondo, demolendo il manufatto interrato adibito a cellaio o grotta.

Una occupazione legittima fino a quel punto, ma come viene riconosciuto nella delibera di Giunta che “sana” il contenzioso, «non faceva seguito il provvedimento di esproprio definitivo del bene e divenuta quindi inefficace la dichiarazione di pubblica utilità, l’occupazione del fondo diveniva illegittima».
I proprietari citavano dunque il Comune dinanzi al giudice civile per ottenere «la restituzione del fondo con annesse strutture sportive realizzate, il risarcimento del danno pari al valore venale del cellaio distrutto ed in subordine la condanna del Comune di Barano d’Ischia al pagamento del valore venale del bene oltre le indennità di occupazione legittima».

Un bel pasticcio che infine ricade sull’attuale Amministrazione guidata da Dionigi Gaudioso. Ma le sentenze dei due gradi di giudizio (l’ultima risale al 2020) alla fine indicavano all’Ente la strada da seguire. Il Comune non decideva e si beccava una diffida da parte dei proprietari affinché provvedesse all’acquisizione sanante di una parte del fondo, consentendo l’accesso alla parte rimanente (a cui non era più possibile accedere a causa dell’occupazione) con relativa remissione in pristino e risarcimento del danno per occupazione illegittima.

LA VALUTAZIONE ECONOMICA

Che l’Ente abbia sbagliato a non perfezionare l’esproprio è palese. E il legale a cui è stato chiesto un parere, ha indicato l’unica soluzione possibile. Anche per evitare demolizione della struttura sportiva e il ripristino dello stato dei luoghi. Nella delibera approvata dalla Giunta si evidenzia infatti che «sussistono le condizioni delle ragioni essenziali di giustificare l’acquisizione al patrimonio indisponibile del Comune, non essendo praticabili, peraltro, soluzioni alternative, posto che le ragioni di pubblico interesse che hanno sorretto la realizzazione delle infrastrutture pubbliche permangono e sono attuali, senza sottacere che la eventuale restituzione dell’area implicherebbe il ripristino dello status quo ante, le cui operazioni materiali presupporrebbero l’utilizzo di risorse significative non corrisposte da alcun vantaggio in termini di incremento patrimoniale del Comune». Ricordando che si tratta «di un bene utilizzato per interesse pubblico, in quanto l’area del privato è stata occupata ed irreversibilmente trasformata dall’Amministrazione comunale in una struttura sportiva polivalente, utilizzata da diverse associazioni dilettantistiche sportive».
Di qui l’avvio della procedura sanante, che dovrà però essere preceduta dalla stima reale del valore del terreno, per determinare indennità e indennizzo. I proprietari chiedevano poco meno di 30mila euro, ma tale importo non viene ritenuto giustificato. Sarà il responsabile del Settore V a dover quantificare indennità ed indennizzo. Nel caso da solo non fosse in grado di sciogliere la matassa, potrà avvalersi della consulenza di un professionista esterno (spendendo non più di 2.000 euro per l’incarico) o Servizio tecnico estimativo fornito dall’Agenzia delle Entrate.

Solo dopo aver concluso questi passaggi fondamentali, si procederà all’acquisizione sanante. Un “incidente di percorso” a cui non sono nuovi i Comuni, che nel passato avevano avviato espropri che in molti casi poi si sono rivelati degli autentici boomerang e impelagandosi in contenziosi senza fine. Dionigi ora cerca di chiudere la questione risparmiando quanto possibile…

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