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venerdì, Aprile 19, 2024

“Cronache della pandemia”, l’incubo a Ischia e nel mondo 3 anni dopo. Oggi conferenza all’Antoniana

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La presentazione del libro di Daniele Morgera. L’Italia ai tempi del Covid attraverso le testimonianze raccolte dall’autore. Nel corso dell’evento il racconto in prima persona di Gianpaolo Buono e Agnese Picconi

Sono ormai trascorsi tre anni dall’inizio della pandemia da Covid-19. Un periodo che ha segnato la storia del mondo, attaccato (e liberato grazie ai vaccini) dal virus e dalle sue varianti. Tre anni che nessuno potrà mai dimenticare, anche oggi che il coronavirus sembra non fare più paura. O comunque non creare l’allarme e il panico che contrassegnarono la fase iniziale della pandemia nel 2020. Ricordiamo tutti l’inizio di quell’incubo, quando a febbraio i sindaci dell’isola d’Ischia chiusero i porti ai turisti del nord Italia, ma il prefetto di Napoli ne azzerò l’iniziativa. Poi a marzo arrivò il lockdown decretato dal governo Conte 2 e iniziò il nostro viaggio nella pandemia. Caratterizzato da una paura crescente e purtroppo anche dalla caccia agli untori. In breve tempo, il mondo intero dovette fare i conti con il medesimo scenario.

Di questi tre anni si parlerà alla Biblioteca Antoniana di Ischia sabato 25 febbraio dalle 16.30, con la presentazione del libro “Cronache della pandemia” di Daniele Morgera, giornalista di Radio Rai1 e con un racconto in prima persona di Gianpaolo Buono e Agnese Picconi. L’evento è patrocinato dal Comune di Ischia con la collaborazione del CeiC e dell’Airpac Ischia.

IL LIBRO

“Cronache della pandemia” racconta l’Italia ai tempi del Covid, attraverso le testimonianze che l’autore ha raccolto in questi ultimi tre anni che hanno profondamente segnato il nostro Paese e il mondo. Gli eventi scorrono tra storie emblematiche. Alcune molto note, come quella dell’anestesista che fece fare il tampone al “paziente 1” benché il protocollo non lo prevedesse o del sacerdote-medico tornato in corsia per dare una mano nel periodo più buio dell’emergenza. Altre sono inedite o molto meno conosciute, come le vicende del ginecologo accusato di essere un untore o del pasticciere negazionista e no-vax pentito.

Poi tantissime voci di chi è stato in prima linea tra paure, speranze e forza d’animo: volontari, infermieri, docenti, presidi, persone comuni. E c’è tutto il cammino della ricerca verso i vaccini anti-Covid: i primi esperimenti alla Irbm di Pomezia, la rivoluzione dell’RNA-messaggero, la caccia alle varianti, gli antivirali. Senza dimenticare le promesse mancate: il vaccino tutto italiano di Reithera e di Takis e il monoclonale superpotente scoperto a Siena. Il libro si chiude con otto interviste esclusive a grandi protagonisti ed esperti, tra cui il Premio Nobel Giorgio Parisi, che danno chiavi interpretative per il futuro e svelano alcuni retroscena su questioni ancora aperte: l’origine del virus, i dati sulla mortalità, il long-Covid, la campagna vaccinale di massa, i tempi e le scelte relativi al lockdown.

L’INTRODUZIONE

«Quando su Radio 1 annuncio nel giornale delle 19.00 che Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha dichiarato l’inizio della pandemia, il Covid – senza saperlo – ce lo avevo già addosso. Era l’11 marzo 2020. 24 ore prima nel nostro Paese erano entrate in vigore misure restrittive di sanità pubblica. Da lì a poco, tutta Italia avrebbe conosciuto il significato di una parola inglese che ha cambiato il nostro rapporto con la società, il tempo, gli spazi, forse anche con noi stessi nel generale senso di smarrimento di quei giorni: il lockdown. Chiusi dentro casa. E il più possibile distanti all’interno delle abitazioni. Se non addirittura confinati in una stanza per proteggere il resto della famiglia. Indossando, qualche volta anche di notte, la mascherina, più o meno filtrante, che avevamo visto fino ad allora per lo più solo sulle bocche e sui nasi degli orientali. In Italia, ma forse in tutto l’Occidente, non avevamo mai conosciuto nel recente passato una pandemia così, né l’avremmo mai creduta possibile se i fatti di questi ultimi 3 anni non si fossero materializzati al di là della nostra immaginazione. Qualcosa di simile si era sentita nei discorsi dei nonni. Con la febbre spagnola, ma erano altri tempi. In cui c’erano decisamente meno conoscenze e tecnologie.

Per chi, come me, è nato nell’era dei viaggi a portata di tutti e della mobilità globale, l’idea di una malattia infettiva capace di bloccare il mondo era inverosimile. Poteva essere la trama di un film horror, di quelli sulle minacce di guerre batteriologiche o su futuri fantascientifici. E invece il coronavirus ha fatto irruzione nelle nostre vite, imponendoci cambiamenti profondi oltre a ferite e sofferenza. Il Covid è un fatto sociale totale.

Ce lo siamo presi o qualcuno vicino a noi lo ha preso. Ci ha riguardato e ci riguarda tutti. Inaspettato, subdolo, invisibile ma in alcuni casi brutale, il SARS-CoV-2 è entrato nella storia. E le storie di chi l’ha contrastato in prima linea come ha potuto, cercherò di ripercorrere in queste pagine: medici, infermieri, virologi, ricercatori, politici, persone comuni. Perché mai come tra il 2020 e il 2022 la storia di tutti e la storia di ciascuno sono state così legate, intrecciate, reciprocamente sospese. Con donne e uomini separati da migliaia di chilometri, da una parte all’altra degli oceani, ma contagiati dagli stessi sentimenti e, purtroppo, dallo stesso virus».

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