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Ritorno su “Il Mondo al Contrario” | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 6 giugno 2024

Ho finalmente terminato la lettura de “Il Mondo al Contrario” di Roberto Vannacci, candidato alle elezioni europee con la Lega. E come promesso, eccomi a esprimerVi il mio commento su questo tanto, forse troppo chiacchierato libro.

Sono dodici gli argomenti trattati in altrettanti capitoli: Il buonsenso, l’ambientalismo, l’energia, la società multiculturale e multietnica, la sicurezza e la legittima difesa, la casa, la famiglia, la patria, il pianeta LGBTQ+++, le tasse, la nuova città, l’animalismo. Tutti temi di assoluta attualità, che ogni qualvolta vengono toccati in distonia con le corde del mainstream e di tutti quelli che tendono a pilotarci ad ogni costo verso il cosiddetto pensiero unico, fanno gridare immediatamente allo scandalo.

In realtà, gran parte delle considerazioni di Vannacci possono essere condivisibili se non altro per l’assoluta ovvietà di quanto sostenuto. Se si fosse trattato di un pensiero rivoluzionario tout court, pronto a sovvertire integralmente la visione del mondo, della scienza, della legge, della cultura e delle relazioni umane, ogni possibile preoccupazione avrebbe trovato motivo d’esistere. Succede, invece, che per la stessa naturalezza e semplicità di tali considerazioni, ma soprattutto per l’estrema dovizia di particolari nell’inappuntabile supporto documentale a ciascuna delle argomentazioni proposte, a chiunque (tranne ai “contrari” per cosiddetto partito preso) riesce fin troppo semplice comprendere che nelle parole di Vannacci c’è veramente ben poco da equivocare. 

E ben scrive il giornalista Francesco Borgonovo nella prefazione: “Ormai non è nemmeno più un problema di politicamente corretto, di buonismo in eccesso o di emarginazione delle opinioni difformi. Qui siamo decisamente oltre: siamo giunti a un livello tale per cui persino l’enunciazione di principi liberali e la difesa della libertà di pensiero divengono manifestazioni di fascismo da reprimere con violenza (verbale, se non altro). Ecco perché ho scritto che questo libro non dovrebbe esistere. Perché non dice nulla di nuovo, nulla che i politici di destra non abbiano già detto e ripetuto migliaia di volte, nulla che gli elettori non conoscano, nulla che non si dica a tavola o alla bocciofila. Eppure, pensate, è bastata la ripetizione di questi pensieri a tratti persino triti e superati per creare uno scandalo di proporzioni enormi.

E allora, ad appena quattro giorni dal voto, penso di poter affermare senza timore di smentita che quest’ennesima caccia al mostro da parte dei soliti noti pseudo-intellettualoidi possa tranquillamente dirottarsi verso altri obiettivi. 

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