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lunedì, Aprile 29, 2024

PD e Cinque Stelle, dal campo largo al campo santo

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Attori & Spettatori di Anna Fermo | Le vicende baresi-pugliesi hanno squarciato il velo di Maya sul rapporto fra Pd e 5 Stelle”: parole che rendono bene l’immagine di quanto avvenuto in questi ultimi giorni in quel che doveva essere il campo largo tanto declamato in un clima diffuso di ipocrisia che ancora tenta di resistere in entrambi i partiti.

A buona ragione ci si chiede: “come commentare l’’atteggiamento di chi sembra anche stupirsi che ad un partito in cui si è consentito alle correnti personali e alla loro pervasività di dilagare possa accadere quello che vediamo? O di chi s’ indigna “scoprendo” di essere circondato da una somma di gruppi di interesse attivi solo quando ci sono le elezioni, con metodi da prima repubblica? O ancora, di chi agita la retorica della “comunità”, senza avere mai saputo o voluto contrapporre davvero alla deriva cinica del “conta chi ha i voti” i valori di una comunità autentica. Cosa dire poi di quelli che provano a derubricare il tutto usando la categorie della “tegola caduta” o dell’ “incidente di percorso”?”.

La verità probabilmente è una sola: il PD attuale è inadeguato rispetto a tutto e tutti!
In Sardegna, la vittoria di Alessandra Todde del Movimento 5 Stelle alleata col Pd di Elly Schlein, sembrava aver definito un asse Pd-M5Stelle che dovesse durare a lungo. La corsa di Conte e Schlein, insieme, verso l’aeroporto, per imbarcarsi sullo stesso aereo verso Cagliari, poi gli abbracci a profusione bagnati di champagne, tra balli e canti compresi di “Bella ciao”, non ci avevano dato una immagine di Elly e Giuseppi come quella dei giovani Romina e Albano? Davvero è nato così il campo largo? Ricordiamo che Conte, quella stessa sera, preferì definirlo campo giusto! Chissà, forse aveva già presagito quanto avvenuto dopo poco in Abruzzo, con la prima sconfitta derubricata prontamente ad incidente di percorso, quand’anche avesse chiaramente reso manifesti i limiti del campo.

Arriviamo dunque in Puglia, ed ecco il disastro in quel di Bari: centinaia di politici del Pd inquisiti ed arrestati, un assessore regionale della giunta del governatore Emiliano costretta a dimettersi e Giuseppe Conte pronto a cavalcare lo scandalo accusando il Pd di corruzione elettorale e ritirando il suo partito dalle primarie di Bari per la scelta del candidato sindaco del capoluogo che doveva sfidare il candidato del centro destra nelle elezioni amministrative previste il 9 giugno.
La Commissione d’inchiesta voluta dal Ministro Piantedosi valuterà la situazione che si è creata dopo il terremoto che ha sconvolto i piani del Sindaco De Caro, del Governatore Emiliano e del segretario del Pd Elly Schlein e, come se non bastasse, i guai non finiscono mai: anche in Piemonte problemi giudiziarie per il Pd, scambio di voti, compravendita di consensi, arresti e dimissioni.
Risultato? Pd e M5Stelle, per il momento, ognuno per la sua strada.
Per qualcuno deve passare la nottata, quando i fatti di Bari e di Torino saranno completamente dimenticati,
eppure, sarebbe troppo semplicistico considerare le sortite di Giuseppe Conte contro il partito di Elly Schlein come il tentativo di rosicchiare solo qualche punto percentuale in vista delle elezioni europee.
Il presidente del M5s non si sta limitando a difendere la propria campagna elettorale europea in un’ottica puramente competitiva ma leale, piuttosto sta mettendo in “campo” una strategia di logoramento del suo vero avversario solo a tratti alleato: per l’appunto, il PD di Elly.

Lo schema populista è quello di sempre: le inchieste giudiziarie di Bari hanno permesso a Conte di far saltare le primarie, evitando così di riproporle come metodo consolidato nella futura scelta del capo della coalizione progressista: Schlein o Conte? Come è stato osservato, “il primo a guadagnarci, in questa strategia, è proprio il M5s, che puntuale come un orologio svizzero, ahimè per la Schlein, non perde mai l’occasione, in momenti topici come questi, di presentarsi come il solito partito dell’antipolitica, ostile agli inciuci, al malaffare, alla compravendita di voti e ai comportamenti legalmente scorretti”.
Per il M5s, propugnare un giustizialismo classico, è una questione di sopravvivenza politica.

“Che cosa potrebbe mai succedere se i 5 stelle riuscissero a superare il Pd nelle urne? E che cosa potrebbe accadere se, invece, la distanza fra M5s e Pd fosse così ridotta da non far capire chi può aspirare a guidare la coalizione del Campo Largo, ammesso che possa esistere ancora, per conto di tutti gli alleati? Fin qui il Pd ha descritto l’alleanza campolarghista come un patto fra progressisti in cui i Democratici sono il perno attorno al quale ruotano gli altri partiti”. Non dimentichiamo poi che il M5S è nato e si è nutrito del contrasto politico con il PD, sulla scorta di un “vaffanculo” rivolto proprio ad una sinistra che ha sempre considerato traditrice rispetto alle sue origini. Il M5s è proprio per questo che può tenere le mani libere di fronte agli eventi e cogliere le occasioni che capitano, usandole strumentalmente contro l’avversario a tratti alleato.

“Schlein cambi il Pd come aveva promesso, prima che il Pd cambi lei”. “Accusarci di slealtà offende il popolo che ha creato il M5S e che, dal 2009, ha fatto del principio della legalità la nostra stella polare” ha affermato Conte. “Per noi non sono in gioco delle beghe tra partiti o tra leader, è in gioco la sostanza politica. Si tratta di rinnovare la classe dirigente per costruire qualcosa di diverso dall’Italia che non ci piace. Non possiamo fare spallucce e questo per noi vuol dire essere leali con i cittadini”…”se abbiamo fatto saltare le primarie è perché per noi la lotta contro la corruzione e l’illegalità è un patrimonio non negoziabile”. Per Conte “le sorti dell’area del campo progressista non dipendono solo da noi, ma anche da quel che vorrà fare Schlein. Vuole perseguire gli impegni presi con la comunità che l’ha investita segretaria, per trasformare il Pd? O finirà trasformata dal Pd?”. “Schlein dal palco di Bari ha scelto gli insulti. Ci sono abituato, si è aggiunta a Renzi e Calenda che mi insultano tutti i giorni. Ma non le permetto di offendere i cittadini che hanno contribuito a costruire il M5S tra i banchetti, senza avere dietro quel sistema mediatico di cui lei gode da leader del Pd”.

Conte oggi contesta il Pd e il suo segretario. Adesso fa lo scontroso, l’offeso, ma lo sanno tutti che la sua priorità è solo ed esclusivamente essere al centro dell’attenzione.
Non è un mistero: rivuole Palazzo Chigi a tutti i costi.
Con il PD o con la Destra non importa, un’alleanza per tale scopo la farebbe anche col diavolo se fosse necessario.
Dal “campo largo” al “camposanto”: no, non è solo una battuta.

Dal “campo largo” al “camposanto” è piuttosto il dramma, l’infelice risultato di un problema strutturale della sinistra italiana, quella sinistra che come è stato osservato da più parti, non vuole comprendere che deve riformarsi, perchè “a rischiare di morire, o di spegnersi sempre più, è qualcosa di ben più importante del “campo largo”: è l’idea stessa che la partecipazione, l’impegno civico e amministrativo, ed i loro rapporti con la democrazia e i suoi strumenti, possano servire a qualcosa di buono” come ha sempre propugnato.

Continuare stranamente a subire, come il PD sta facendo, senza rendersi conto che mai come adesso avrebbe la possibilità di chiudere una pagina molto brutta, è inspiegabile anche per gli elettori del centro-destra.
Urlare allo scandalo, come sta facendo invece il M5S, lamentandosi della scarsa affinità politica, soprattutto per questioni etiche e morali, per poi rimanere ancorati alle poltrone di governo in tutti i palazzi, ha dal suo conto del surreale.

Il M5S sa fare solo questo? Ecco, credo che il PD dovrebbe svegliarsi.
L’ ultimatum lanciato ad Elly Schlein: “la Segretaria del Pd faccia pulizia di cacicchi e capibastone altrimenti nessuna alleanza”, suggerisce di far fuori innanzitutto lui, Conte, perché si sa quanto invocare costantemente una “questione morale” per solo fini propagandistici, finisca poi utile solo al non far funzionare la nostra Repubblica.

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