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giovedì, Maggio 2, 2024

Pasqua 2024. LE NOTE SACRE DELLA MIA TERRA di Luciano Castaldi

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Chi dice Forio dice terra e mare. Dice vigneti e reti stese al sole. Dice fuoco e acqua, sale e sole. Parole colme di silenzio, di stupefazione, di luminosità, di creatività, di immaginazione.
Chi dice Forio dice “Decimana Santa”, dice Addolorata, dice “Corsa dell’Angelo”, dice “Pasqua!”.
Chi dice Forio dice Tradizione, dice popolo, dice sacro. Chi dice Forio dice musica, con le sue bande, le schola cantorum, i gruppi, i cantanti, i compositori.

Forio è questo scintillante spirito vulcanico, tellurico e al contempo spirituale, alto, silenzioso, solenne. Senza languidezze e mai privo di grazie. Così, nelle vaste e – a volte – amare solitudini si elevano verso l’immensità alcune personalità gigantesche come il geniale Maestro Giacinto Lavitrano (Forio 1875, Bone 1939) musicista e compositore che dalla sua Forio andò via, sconfitto, avvilito, intristito a motivo della invidia di alcuni suoi compaesani. Ahinoi, Forio è, purtroppo, anche astio, malanimo, tresche, trame, risentimento…
Specie verso i più grandi. Verso i migliori.

Si narra che, prima di voltare definitivamente le spalle alla sua terra, Giacinto si recò nella estremità di Punta del Soccorso e lanciò un sasso verso la profondità del mare. Un sasso, ovvero il suo cuore. Con quel gesto, lui con il paese aveva chiuso. Ma il Paese non poteva chiudere con lui. Almeno non quella parte del paese che riesce, nonostante tutto, ad esprimere sensibilità, passione, cultura. Perché sì, il foriano autentico è mediamente di colorito scuro, ma è anche leale ed è buono.

Ebbene, ora grazie a Gaetano Maschio e a Peppino Iacono (i “gemelli diversi” della nostra tradizione, non solo musicale) quel sasso è stato definitivamente tirato a galla e batte sereno e poderoso. Per tanto tempo solo i pochi “privilegiati” che partecipavano alle “Tre ore di Maria Desolata” nella Chiesa di San Sebastiano avevano idea della grandiosità del Lavitrano. Ora, tornato definitivamente alla luce, quel cuore torna a splendere a beneficio di tutti. “Allor che nel sepolcro Gesù fu rinserrato”, scritta e diretta dal maestro Gaetano Maschio è molto più di una rappresentazione teatrale. È un tesoro di cultura, arte, fede, bellezza. Un tesoro unico, inconfondibile, inimitabile perchè foriano.

Appuntamento oggi, prima del tramonto, alle 16,30 sul Sagrato della Chiesa del Soccorso. Giusto preludio al canto del Regine Coeli che accompagnerà l’incoronazione di fiori dello struggente simulacro della Madonna Addolorata in San Sebastiano, verso l’alba della nuova vita, con la Corsa dell’Angelo di domani mattina, quando le voci dei pescatori e dei contadini si fonderanno per elevarsi nell’azzurrità del cielo. Il canto del popolo. Terra mare. Forio Pasqua. Poesia.

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