sabato, Luglio 27, 2024

Orfanotrofio, le suore “esiliate” negano di aver maltrattato i bambini

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Ugo De Rosa | Mentre non si spegne l’eco suscitato dai fatti verificatisi nell’orfanotrofio di Casamicciola, le tre suore alle quali è stata applicata dal giudice per le indagini preliminari la misura cautelare del divieto di dimora nella regione Campania, sono comparse dinanzi allo stesso gip per l’interrogatorio di garanzia. Si tratta della madre superiora Angela De Bonis, meglio conosciuta come suor Edda, di Noeline Razanadraozy e Curay Alice Albaracin.
Rispondendo alle domande del giudice Federica De Bellis le tre religiose hanno negato qualsiasi addebito, riferendo di non aver mai maltrattato nessuno dei bambini ospiti dell’Istituto Santa Maria della Provvidenza.
In sostanza, le indagate hanno voluto spiegare al gip che la situazione che si vive nell’istituto è molto particolare e complessa, perché in diversi casi si tratta di bambini affidati in custodia dal tribunale e che provengono da situazioni e ambienti familiari particolari e molto difficili.

In particolare Suor Edda ha assolutamente negato l’episodio che la vedrebbe protagonista nell’aver dato uno schiaffo a un piccolo ospite dell’istituto in presenza di una madre. Ribadendo di non aver mai fatto nulla del genere nemmeno in precedenza.
Le tre suore si sono mostrate molto provate dalla vicenda. Subito dopo l’interrogatorio svoltosi a Napoli nell’ufficio del gip, hanno fatto ritorno in Puglia, dove risiedono dopo l’applicazione della misura cautelare.
I difensori presenteranno istanza al gip di revoca della misura, ma al contempo seguiranno anche la strada del ricorso al tribunale del riesame per tutte e quattro le suore indagate, compresa Marie Georgette Rahasimalala, destinataria della misura cautelare in carcere per i maltrattamenti e degli arresti domiciliari per le lesioni personali, da applicare in caso di revoca di quella più grave.

I MALTRATTAMENTI A MINORI

Le accuse da cui devono difendersi le religiose sono gravi, come raccontato in questi giorni, anche se le posizioni si differenziano nelle contestazioni mosse. A tutte e quattro viene contestato il reato di concorso in maltrattamenti nei confronti di minori con l’aggravante: «Perché, in concorso tra di loro, De Bonis Angela, nella qualità di Suora Superiore dell’Istituto Santa Maria della Provvidenza e Comunità educativa a dimensione familiare presso il quale prestano servizio anche Rahasimalala Marie Georgette quale lavapiatti, Razanadraoy Noeline quale cuoca e Curay Alice addetta al doposcuola, istituto deputato a ospitare minori o in affido a seguito di provvedimenti giudiziari o quali ospiti esterni a seguito di corrispettivo pagato privatamente dai genitori, infliggevano alle piccole vittime sofferenze fisiche consistite in atti di violenza quali tirate di capelli, schiaffi alla nuca, calci, ciabatte sulle mani, intimando loro il silenzio e privandoli dei telefoni cellulari al fine di impedire riprese video fotografiche
In particolare Razanadraozy Noeline picchiava, tirava per i capelli, bacchettava sulle braccia con una ciabatta le piccole vittime; Rahasimalala Marie Georgette, in data 27.07 c.a, strattonava e tirava per i capelli un bimbo di 4 anni, addebitandogli di averle tirato il velo e colpiva con uno schiaffo al volto, provocandogli la fuoriuscita di sangue dal naso, il di lui fratello di anni 8 intervenuto per difendere il fratellino; De Bonis Angela, in data 03.10 c.a. colpiva ripetutamente alla nuca il minore facendolo piangere disperatamente a seguito di litigio con altro bimbo.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto abusando della condizione di inferiorità fisica psichica determinata dall’età delle vittime nonché dalla relazione di ospitalità e operando all’interno di istituti di educazione e formazione».

LESIONI PERSONALI E VIOLENZA PRIVATA

Alla sola Marie Georgette Rahasimalala le lesioni personali aggravate: «Perché, al fine di eseguire il reato di cui al capo che precede e con la condotta ivi descritta, strattonando e tirando per i capelli il piccolo di anni 4, addebitandogli di averle tirato il velo gli cagionava lesioni personali come al di lui fratello, di anni 8 intervenuto per difenderlo, che veniva colpito al volto con uno schiaffo, provocandogli la fuoriuscita di sangue dal naso;
Con l’aggravante di aver commesso il fatto abusando della condizione di inferiorità fisica e psichica determinata dall’età delle vittime nonché dalla relazione di ospitalità e operando all’interno ài istituti di educazione e formazione».
A Curay Alice Albaracin violenza privata aggravata: «Perché, al fine di eseguire il reato di cui al capo a) che precede, e con la condotta ivi descritta, costringeva una bimba di 8 anni a consegnarle il telefono cellulare e, dopo averlo visionato, a cancellare il video eseguito che riprendeva l’aggressione i due bimbi, minacciandola di non fare più riprese video e foto e di non portare più il cellulare all’interno dell’Istituto.

Con l’aggravante di aver commesso il fatto abusando della condizione di inferiorità fisica e psichica determinata dall’età delle vittime nonché dalla relazione di ospitalità e operando all’interno di istituti di educazione e formazione».

“Suor Goretti” ha reso il suo interrogatorio di garanzia nei giorni scorsi a Roma.

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