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La bellezza oggettiva | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 3 marzo 2023

I soliti perbenisti di certa sinistra hanno parlato di “commenti sessisti e misogini” rispetto alle considerazioni rivolte da molti all’aspetto della neo-segretaria del PD, Elly Schlein, alla quale il mondo social sta dedicando una miriade di meme, per gran parte simpaticamente ironici, alcuni decisamente meno.

Il rispetto per il prossimo è alla base del viver civile, quindi nessuno può permettersi di dissertare pubblicamente sulla fisicità altrui, specie se in modo offensivo. 

Tuttavia qualche considerazione va pur fatta.

Ogni scarrafone è bello a mamma soja”, “Non è bello ciò che è bello, lo è ciò che piace”, “I bambini sono tutti belli”, sono solo alcuni dei tantissimi aforismi più o meno noti che vorrebbero scongiurare un concetto vecchio quanto il mondo: l’oggettività della bellezza. Volendo essere obiettivi, infatti, non si può non prendere atto che piacere è un conto, ma fino al poter essere considerati “oggettivamente belli” ne passa di strada.

Ricordo sempre che il mio grande Sindaco Peppino Brandi sosteneva la necessità del cosiddetto physique du rôle per chiunque ricoprisse un ruolo pubblico e, ancor di più, per un componente della Polizia Locale. In quest’ultimo caso in particolare, Peppino riteneva che al pari di un Sindaco o un Assessore che si rispetti, anche un vigile urbano (uomo o donna, indistintamente), avrebbe dovuto rispondere a ben precise caratteristiche fisiche: altezza giusta, bell’aspetto, postura e portamento, oltre ad autorevolezza, conoscenza del territorio e proprietà di linguaggio.

Ecco, fermo restando che la presenza di determinate capacità in un leader politico dovrebbe essere considerata preponderante rispetto alla mera bellezza, e senza per questo dimenticare come, in passato, anche Berlusconi derise con humour molto britannico Rosy Bindi definendola “senz’altro più bella che intelligente”, è innegabile che la vista della Schlein non è esattamente quel che scaturisce amore a prima vista o impatto da musa ispiratrice di un ritratto d’autore. Si tratta solo di riconoscerlo, garbatamente e senza offesa.

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