lunedì, Ottobre 7, 2024

Inaccettabile Real Forio. Obiettivo conquistato: i play out

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Francesco Fiorillo | Inaccettabile. È l’aggettivo più opportuno per definire la situazione del Real Forio. Una questione ampia, che oscilla tra più macro-tematiche, ma con un filo conduttore: l’attuale momento che vive il sodalizio all’ombra del Torrione. Domenica pomeriggio, in terraferma, è stato raschiato il classico fondo del barile. Un quadro delicato e reso ulteriormente fragile dalla sconfitta numero sette nel girone. Anche a Cardito ad esultare sono stati gli avversari, la piazza isolana invece ha masticato amaro per un altro weekend. Una sofferenza che va avanti da diverse settimane, con il gruppo reduce da appena un punto nelle ultime cinque uscite. Va bene la semifinale di Coppa Italia e il traguardo prestigioso conquistato, ma in campionato resistono rimpianti e delusioni.

Quattro ko e un pareggio, la seconda parte d’autunno ha fatto piombare il club di nuovo nell’incubo. La vittoria manca dal match casalingo contro l’Albanova del 1° novembre, poi si è spenta la luce e la squadra di Angelo Iervolino sta faticando a trovare l’interruttore. Dal giorno di Ognissanti c’è stata una ripida discesa per il Forio, oggi invischiato nelle zone basse di una classifica che non rende merito alle qualità, tecniche ed umane, dello spogliatoio che, in alcuni casi, si è trasformato in un ring dove ad un angolo c’è stato un attaccante e all’altro angolo, invece, un difensore. Uno scontro, ben tenuto nascosto dallo staff di Iervolino che, tuttavia, ha poi mostrato il suo strascico sul campo.

La lente d’ingrandimento si sposta sul bottino recente e, inerente a tale contesto, si apre l’argomento “estetica o concretezza”. La squadra si esprime bene, a tratti mette in evidenza idee interessanti e anche superiori al contesto in cui gioca. Eppure, il bel gioco non basta. I concetti si scontrano con il verdetto del rettangolo verde. Una condizione che porta a dire che la pratica è più importante della teoria. Serve il cinismo, è necessaria la cattiveria ed è indispensabile l’essenza. Fare poche cose, ma impostate nel modo giusto e che siano utili ai fini della risalita. La prestazione non basta più, il risultato diventa l’obiettivo primario per la società. E non si può più rimandare l’appuntamento con la svolta: troppe bocciature ottenute, la prossima gara sarà snodo cruciale per le ambizioni stagionali. La delusione è forte e tangibile, ma il cambio di rotta è obbligato per non complicare una situazione divenuta inammissibile quando il campionato dice “girone d’andata alle battute finali”.

I biancoverdi si ritrovano in una posizione di classifica simile a quella degli ultimi anni. Dopo la retrocessione e il ripescaggio, lo scorso anno il presidente Luigi Amato e il suo staff hanno messo in piedi la squadra in poche settimane. E la stagione, apertasi con Billone Monti in panchina e sollevato dall’incarico dopo un rendimento non esaltante, si è conclusa con una permanenza diretta all’ultimo respiro. Quest’annata, iniziata con proclami differenti e con una qualità dell’organico decisamente superiore, vede la formazione annaspare in piena zona playout – in un trend tutt’altro che differente dai campionati passati – e a meno quattro dalla prima avversaria che occupa la posizione utile per la salvezza. Dunque, dal sogno playoff all’ipotesi più plausibile di un cammino tranquillo, fino ad arrivare alla lotta aperta per lasciare i bassifondi di una graduatoria pessima. A tre turni dal giro di boa, il Forio sembra orientato a cambiare aspirazione perché, allo stato attuale, il mantenimento della categoria appare una meta da raggiungere quanto prima.

E qui si apre lo scenario degli errori. Cosa è stato sbagliato? Difficile dirlo, ma qualche scelta del mercato non ha pagato. In maniera diversa rispetto a quanto accaduto nell’estate del 2022, il Forio ha avuto molto più tempo per allestire la rosa. E da maggio scorso la società e lo staff tecnico, dopo la conferma, si sono riuniti per gettare le basi della nuova stagione. Alcune scelte non hanno rispettato le previsioni della vigilia: al netto di qualche infortunio traumatico di troppo, il reparto offensivo è quello che ha dato meno garanzie. Appena undici gol segnati nel girone, due in meno del Rione Terra (penultimo): gli isolani hanno il quarto peggior attacco del campionato. Numeri impietosi, aggiustati soltanto dalle goleade in Coppa Italia. Mole importante di gioco costruita e occasioni, ma davvero troppo poco nei metri finali del campo. Archiviate le partenze di Di Costanzo, Guatieri e Musso, che ha salutato la truppa nelle ultime ore, il Forio si è affidato a Longo e Carnicelli, in attesa di un innesto ulteriore già pronto (e che sarà annunciato in giornata). Un altro segnale e sforzi aggiuntivi, in termini di investimenti, da parte del patron Amato che non vuole lasciare nulla al caso.

Tutti sono sul banco degli imputati, nessuno escluso. Mentre sotto il Torrione si procede a fatica e a rilento, altrove sono arrivate decisioni forti e, allo stesso tempo, inattese. Il Pompei, secondo in classifica, ha mandato via mister Maradona Jr e ds Guadagnuolo. Bovienzo ha rassegnato le dimissioni e l’Albanova ha riportato allo Scalzone una vecchia conoscenza, Sarnataro, reduce dai primi mesi in Serie D con la Palmese. Anche Montecalcio ed Ercolanese hanno beneficiato del cambio in panchina con gli innesti di Panico e Squillante. E, considerato il momento d’impasse, il lavoro di Iervolino finisce sotto i riflettori. Il tecnico isolano però non è l’unico osservato speciale, valutazioni saranno fatte pure sui calciatori. C’è bisogno di una sterzata e di continuità, più di risultati che di prestazioni. Non si può più sbagliare perché brancolare nel buio diventa appunto…inaccettabile.

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