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lunedì, Aprile 29, 2024

Il risotto di Nunzio | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 16 aprile 2024

Venerdì sera, poco dopo esser passato per la Piazzetta e aver “ammirato” lo sparuto gruppo di giovincelli che aveva appena partecipato all’aperitivo di Giosi e Calenda al Bar Vittoria e il loro SUV parcheggiato con proverbiale arroganza al centro della carreggiata in piena isola pedonale, sono stato a cena da “Cru” insieme a Sara, Catrin e Tony.

“Cru” è un ristorante che dopo aver aperto pochi anni fa all’inizio di Via Edgardo Cortese, ha poi deciso di trasferirsi in un ex negozio che a me è sempre piaciuto molto ma che, a mio modesto parere, non ha mai riscosso il successo che avrebbe meritato: parlo del negozio difronte all’ingresso laterale de “La Dolce Sosta”, dove tanti anni fa vi era una boutique denominata “Cactus” e, per molti anni ancora, ha avuto sede un punto vendita “Ischia Sapori”.
L’impostazione del locale da parte dell’owner-chef Nunzio Calise non è certo unica nel suo genere, ma rappresenta senza ombra di dubbio una sfida di non poco conto a quei ristoranti che tendono sempre più a massificare la loro offerta seguendo acriticamente la moda dei propri competitor. Ecco, “Cru” non è quello che si definisce un locale di serie e se si ha intenzione o esigenza di mangiare in fretta sarà preferibile andare altrove, o forse evitare del tutto di andare al ristorante. Nomen omen, pur nel doppio senso colto tra l’accezione francese della territorialità e il vero e proprio crudo: qui pesce e frutti di mare crudi la fanno da padrone e non è certo questo l’unico posto a Ischia dove poterne assaggiare di degni di nota.

E allora, Vi starete chiedendo perché Ve ne sto parlando… Semplice: erano anni che ad Ischia non assaggiavo un risotto da pura emozione. L’ultima volta mi capitò al Danì Maison dello starred Nino Di Costanzo, con il riso alla mozzarella, limone e capperi (come dire, quintessenza del gusto all’insegna della semplicità) e alla “Lampara”, dove l’evergreen Ciro Calise (che non mi risulta essere parente di Nunzio) è solito prepararlo in versione “Acquerello” profumato al limone ischitano, vaniglia bourbon e salsa di fragola (una delizia). Nunzio, invece, mi ha proposto questo suo cavallo di battaglia, servito esclusivamente nel periodo in cui può disporre degli agrumi del suo giardino, quindi unendo agli agrumi dei semplici calamari marinati al rosmarino: un’armonia di sapori perfetta, a dir poco emozionante e, soprattutto, alla portata di chiunque voglia chiedere qualcosa in più al proprio pasto senza per questo andare troppo oltre, in tutti i sensi.

Bravo Nunzio! Se la Tua strada è questa, è giusta.

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