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lunedì, Maggio 13, 2024

Il dl Caivano che ci piace quanto “Giambruno”! #attoriespettatori

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Politica Nazionale: Giovedì 7 settembre 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile. La Premier Meloni in conferenza stampa non difende il compagno, ma da una lezione di libertà di stampa ai giornalisti apparsi interessati più a Giambruno che al decreto.

ANNA FERMO | Accade anche questo nella nostra stranissima Italia: un giornalista, nella sua piena e totale libertà di opinione e di stampa, asserisce in diretta TV qualcosa che ogni genitore, almeno una volta, nel corso della fase adolescenziale dei propri figli si è trovato ad asserire, magari con parole diverse, ma dal pari fine: “Se eviti di perdere i sensi, magari, eviti di trovare il lupo”.
Ebbene, è successo un putiferio!
Cori di condanna verso questo giornalista, chiaramente tutti provenienti dalla sinistra italiana quanto dalla stampa e media di tale estrazione. Motivo? Semplicemente perché questo giornalista è il compagno della premier Giorgi Meloni, ovvero, Andrea Giambruno.
Ho assistito per puro caso alla diretta “incriminata” e non c’ho trovato davvero nulla di condannabile in quelle parole, di disdicevole o di fascista, tra l’altro sono parole da contestualizzare, se proprio si vuole tentare una critica, in una intera trasmissione costruita sulla condanna alla violenza di genere e di gruppo, perpetrata su giovanissime ragazze, come è avvenuto a Palermo, dove l’alcol e le droghe hanno di fatto impedito alla ragazza di salvarsi o almeno di tentare, dalle fauci del branco di bastardi.
Nel corso della conferenza stampa di Giorgia Meloni, volta a presentare il c.d. Dl Caivano, contro la criminalità minorile, ho trovato pertanto davvero di cattivo gusto oltre che faziosissimo, il tentativo, tra l’altro mal riuscito, di attacco alla premier usando le parole del compagno!
Fermo restando che questi non ha detto, ripeto, nulla di diverso da quello che pensiamo tutti, cosa cavolo c’entra la Meloni con le dichiarazioni di un giornalista che per lor signori avrebbe la grave colpa solo di esserne il compagno?

Possibile che siamo ridotti ancora a vedere certa stampa e certa politica che non avendo argomentazioni, si attacca al nulla pur di andarle contro?
Fascistizzarla ingiustamente sempre ed a prescindere, non è dunque più l’unico sport preferito da costoro, pertanto, non posso che plaudere alla risposta della premier: una vera e sintetica lezione ai giornalisti in tema di libertà di stampa!
Pur attribuendo al suo Andrea Giambruno un “modo frettoloso e assertivo” di dire ciò che pensano tutti, la premier ha riconosciuto non a caso nelle sue parole quelle che la mamma le diceva a suo tempo: “occhi aperti e testa sulle spalle”. Che non significano, come ha spiegato, “se giri in minigonna ti possono violentare” e, noi aggiungiamo, “non devi protestare o denunciare, perché in fondo te la sei cercata, ma piuttosto che bisogna evitare, visti i balordi in giro, di non essere facile preda perché incapaci di intendere e volere”!
Ma poi, la Meloni è andata oltre ed ha così dato ai critici del suo convivente e ai propri avversari politici la lezione cui accennavamo, una lezione di giornalismo e di cultura insieme: “Vorrei capire qual è la lettura che voi date del concetto di libertà di stampa”. “Per come la vedo io un giornalista non dice in televisione quel che pensa la moglie”. E ne risponde personalmente, non familiarmente, protetto anche lui, aggiungiamo, dall’articolo 21 della Costituzione. Che riconosce a “tutti”, proprio tutti, anche al convivente di una premier, di “manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Ebbene si, c’è anche questo che non va dimenticato, la libertà di opinione e stampa, di certo un qualcosa di assai importante, ma anche men che meno pericolosa della “liberta di ubriacarsi e drogarsi”.
Chiamatela “La mamma di ferro”, come ha titolato Libero, parlate pure di “Stato di pulizia” e non di polizia, come titola L’Identità mettendo una scopa fra le sue mani. Oppure, fate anche come l’Unità, anche a costo di tornare davvero a quello che era ai tempi di un certo comunismo trinariciuto, che vedeva fascismo dappertutto, ha creduto di ridicolizzarla come edizione femminile di un Mussolini deciso a “spezzare le reni ai ragazzini”, ma davvero, evitate di attaccarla su questioni così assurde, non si può metterle in bocca o condannarla per le parole dette dal compagno!
Stride con tutto quello in cui dovrebbe credere la stampa e la politica, ma soprattutto offende, in questo preciso momento storico, il passo in avanti che si è tentato di fare da parte del Governo con il nuovo Decreto c.d.“Caivano”, per i gravissimi fatti anche qui di recente verificatisi.
“Chi spara, stupra e uccide, anche se minorenne, deve pagare“. Lo ha scritto sui social il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, annunciando il tanto atteso ‘Dl giunto poi in Consiglio dei ministri e non si può non essere d’accordo.
Dopo lo stupro delle due cuginette al Parco verde di Caivano e dopo la visita della Premier, il Governo ha deciso di stringere sull’inasprimento delle pene per i minorenni.
Finalmente dovremmo urlare il nostro sostegno, altro che inveire contro Giambruno!

14 articoli che hanno fatto discutere, per carità, sia la maggioranza che i partiti di minoranza, ma ben poco la stampa, come detto, concentrata sul nulla.
L’opposizione in effetti ci si è un po’ dedicata: “La destra al governo ha sempre un’unica soluzione per tutto: l’inasprimento delle pene. Dopo i rave, questa volta tocca ai minori di anni 14. Pura follia e pura propaganda. E’ assurdo pensare che la criminalità giovanile, che spesso si annida in contesti sociali di particolare fragilità, possa essere combattuta col carcere”; ha affermato la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.
“Il carcere agli under 14 è la risposta sbagliata e propagandistica a un grande problema sociale ed educativo. Rinchiudi un bambino e getta la chiave è il nuovo garantismo della Lega?”. Ha poi scritto sui social Debora Serracchiani della segreteria del Partito Democratico.
Personalmente mi chiedo quali possano essere le loro soluzioni al grave fenomeno e nel frattempo mi convinco sempre più della scelta operata dal governo: “Il fenomeno delle baby gang non riguarda soltanto le grandi città e le aree degradate, ma è purtroppo presente anche nelle piccole realtà di provincia, con effetti talvolta gravi. In molti contesti urbani la piccola criminalità impatta in modo devastante sulla quotidianità dei cittadini. E’ fondamentale che si agisca su più fronti: prevenzione, sensibilizzazione, monitoraggio costante, un efficiente presidio del territorio e un sistema punitivo tempestivo, certo, esemplare e senza deroghe”; come ha asserito la deputata di forza Italia Chiara Tenerini.
Così, giovedì 7 settembre 2023, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile.
Di particolare rilievo sono le novità in materia di misure cautelari per minori, DASPO urbano, foglio di via, misure di contrasto alle ‘baby gang’, ammonimento, misure sul processo penale a carico di imputati minorenni e istituti penali per minorenni.

Con il dl Caivano da oggi in avanti sarà più facile per i minori finire in carcere: si abbassa da 9 a 6 anni la soglia della pena che consente di applicare la misura della custodia cautelare. Daspo urbano esteso ai minori sopra i 14 anni. Arresto in flagranza per spaccio di lieve entità. Reclusione fino a due anni per chi non manda i figli a scuola. Il governo punta in effetti sulla repressione dopo gli stupri che questa estate hanno sconvolto l’Italia, dalla provincia di Napoli a Palermo, ma non solo.
La Meloni è arrivata a conferenza stampa in corso ed ha sottolineato: “C’è la galera per l’arresto in flagranza di reato per i ragazzi dai 14 ai 18 anni. Se oggi un ragazzo di 15 anni gira con un’arma carica non si può arrestare. Non sono solo norme repressive, sono norme di prevenzione”.
Si introducono tra l’altro anche norme per il risanamento e la riqualificazione del territorio del Comune di Caivano e per favorire lo sviluppo economico e sociale dell’area. Inoltre, l’intervento normativo agisce sull’applicabilità delle misure cautelari ai minori di 18 anni, con l’obiettivo di sanzionare e dissuadere dal tenere comportamenti contrari alla legge, e prevede specifici percorsi di reinserimento e rieducazione del minore autore di condotte criminose.
Giambruno ci piace, si, ma assai di più questo decreto!

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