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martedì, Maggio 14, 2024

Forio omaggia W.H. Auden

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Mercoledì 21 Febbraio presso il Bar Internazionale

Ugo De Rosa | Mercoledi 21 febbraio alle ore 17.30 presso il Bar Internazionale (Bar Maria) nel cuore del centro storico, Forio celebrera’ l’anniversario (117°) della nascita del grande poeta ed intellettuale britannico Wystan Hugh Auden per iniziativa dell’Associazione Culturale INCONTRARTE e con il patrocinio del Comune di Forio. L’idea è del presidente Umberto Lucio Amore, la direzione artistica del Dott. Giuseppe Castiglione. Sarà, come predilige la neonata associazione, un momento culturale di riflessione e approfondimento ma assolutamente informale e di ampia convivialita’. L’obiettivo e ritrovarsi insieme, partecipare quanti piu’ possibile, ricordare l’opera e l’uomo, scambiare ricordi, osservazioni, emozioni per chi lo desidera.

Il formato dell’appuntamento è quello del reading: l’associazione ha censito varie opere del grande poeta che saranno lette dai partecipanti. Seguira’ un aperitivo ed un brindisi, offerti dalle Cantine Tommasone di Forio, in onore ed in memoria di Auden. La location era ovviamente obbligata: il bar Internazionale di Maria Senese – oggi gestito con la stessa maestria e con lo stesso amore da Sanny Mattera e dal suo staff, ha rappresentato il “buen ritiro” del poeta, il suo angolo di riposo e nello stesso tempo di interazione con il nostro paese, il suo tavolino alla sinistra del grande portone d’ingresso, è entrato di diritto nell’immaginario collettivo della Forio di quegli anni e di quella futura, fino ad eternare la figura dell’ospite sicuramente piu’ illustre della Storia del nostro paese. Per chi non ne conoscesse a fondo la figura, ricordiamo che W.H. Auden è figlio della middle class inglese di inizio novecento, ha iniziato prestissimo ad interessarsi di letteratura, soprattutto mitologia nordica, musica e psicologia.

Nel 1925 frequenta l’Università di Oxford e lì fonda il circolo letterario che porta il suo nome, l'”Auden Circle”, un gruppo di giovani autori che comprende Christopher Isherwood, Cecil Day Lewis, Louis MacNeice e Stephen Spender. In gioventù viene influenzato da Rilke – per breve tempo e negativamente – poi soprattutto da Brecht e più tardi da Karl Kraus. L’esordio letterario negli anni ’30 vede Auden come uno scrittore impegnato, di sinistra, ironico e sarcastico demistificatore della cultura borghese. Tra il 1936 e il 1945 è testimone di un cruciale passaggio d’epoca: vive infatti fra la guerra civile spagnola e la Seconda guerra mondiale, metabolizzando tutti i mutamenti delle situazioni storiche e letterarie del periodo.

Queste esperienze fanno di Auden un maestro in bilico fra le due metà del secolo e anche per questo motivo, la sua produzione letteraria è oggi oggetto di nuove scoperte e rinnovate interpretazioni. Nel 1936 sposa Erika Mann, figlia di Thomas Mann, con lo scopo di farle ottenere il passaporto inglese permettendole così di uscire dai confini della Germania nazista. L’anno seguente Auden partecipa alla guerra civile spagnola come autista dei soccorsi medici. Si trasferisce nel 1939 con Christopher Isherwood negli Stati Uniti: il loro gesto viene interpretato come una diserzione morale dall’Inghilterra (e dall’Europa) minacciata da Hitler e suscita reazioni polemiche. Ottiene la cittadinanza americana nel 1946; la sua notorietà di scrittore intanto si diffonde e diverrà sempre più ammirato nell’ambiente newyorkese. Eserciterà inoltre una notevole influenza sui poeti più giovani, tra cui John Ashbery. Negli anni passati in Inghilterra Auden aveva conosciuto Edward M. Forster, di cui era diventato stretto amico, e T.S. Eliot, che pubblicò un suo lavoro per la prima volta sulla sua rivista «Criterion».

Negli anni passati negli USA conosce vari intellettuali e scrittori tedeschi come Klaus Mann, Erich Heller e Hannah Arendt. Con il suo compagno Chester Kallman scrive alcuni libretti d’opera, tra cui quello per “La carriera di un libertino” di Igor Stravinskij, che va in scena nel 1951 al teatro La Fenice di Venezia. Tra i libri di poesia più importanti e noti vi sono “Un altro tempo” (1940), “L’età dell’ansia” (1947) e la breve raccolta pubblicata postuma “Grazie, nebbia” (1974). Molto rilevante è la sua attività di saggista, documentata soprattutto nel volume “La mano del tintore” (1962). Durante gli anni ’50 trascorre sei mesi a New York e sei mesi qui da noi, a Forio d’Ischia dove diventa il simbolo piu’ fulgido e illustre del salotto intellettuale e culturale che circonda i tavolini all’aperto del Bar Internazionale di Maria Senese. Muore a Vienna il 29 settembre 1973.

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