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martedì, Aprile 30, 2024

Dopo il Mezzatorre, l’Oriente! Il caso delle relazioni “sbagliate” del dott. Nello Carraturo

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L’hotel di Ischia gravemente danneggiato da una situazione simile a quella verificatasi a Forio . La scorsa estate la piscina più capiente è rimasta chiusa per la presenza di tracce di legionella nonostante dopo la bonifica l’Arpac ne avesse certificato l’assenza. Ma la relazione inviata al Comune dal responsabile del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl sosteneva il contrario ed Enzo Ferrandino ha confermato l’inibizione. Solo a settembre inoltrato, dopo le Pec della proprietà alla direzione dell’Azienda Sanitaria, Carraturo ha ammesso l’errore

Gaetano Di Meglio | Di recente abbiamo pubblicato la notizia della condanna inflitta dal Tar Campania all’Asl Napoli 2 Nord e al Comune di Forio per aver negato l’accesso agli atti alle società appartenenti al gruppo “Pellicano” Torre San Montano e Mezzatorre Hotel, proprietaria e conduttrice del noto albergo. Un contenzioso nato a seguito della ispezione eseguita la scorsa estate dal dott. Nello Carraturo, responsabile del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria. Dal verbale redatto, che riportava irregolarità igienico-amministrative, era scaturita l’ordinanza del sindaco Stani Verde.

Sostenendo l’insussistenza di tali carenze e la già avvenuta trasmissione della documentazione richiesta, le società avevano sollecitato la revoca in autotutela dell’ordinanza e inoltrato al Comune e all’Asl istanza di accesso agli atti per poter sostenere le proprie ragioni, eventualmente anche in sede giudiziaria. Un accesso negato, ed è stata necessaria la sentenza dei giudici amministrativi per imporre di esibire tutta la documentazione richiesta. Una vicenda che potrà avere ulteriori strascichi. Dopo la condanna al pagamento delle spese di giudizio, infatti sia l’Ente foriano che l’Azienda Sanitaria potrebbero rischiare una richiesta di risarcimento danni, alla luce della documentazione originariamente negata

A quanto pare, però, quello del Mezzatorre non è un caso isolato. “Vittima” di un episodio analogo che vede protagonista sempre il dott. Carraturo e questa volta il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino è stato l’Hotel Terme Oriente, ubicato nel centro del comune capoluogo. Anche in questo caso l’esito dell’ispezione e l’ordinanza sindacale adottata hanno arrecato non pochi problemi alla struttura ricettiva, consistenti in danni economici e di immagine. Tanto che i titolari stanno valutando il ricorso alle vie legali.

IL SOPRALLUOGO DEL 31 LUGLIO
Vediamo i fatti, che risalgono anche in questo caso al periodo primavera-estate del 2023, in piena stagione turistica. In primavera, Enzo Ferrandino aveva adottato una ordinanza di chiusura delle piscine dell’albergo, sempre a seguito di una segnalazione della Asl Napoli 2 Nord, che faceva riferimento a una nota dell’Arpac nella quale si evidenziava un superamento dei limiti legali dei valori di legionella nelle acque. L’Oriente, dopo aver chiuso le piscine come intimato dall’ordinanza, aveva provveduto ad eseguire la prescritta bonifica degli impianti ed in seguito affidato ad un laboratorio accreditato Accredia il compito di verificare la presenza di eventuali tracce del batterio. Una volta ricevuta l’attestazione che confermava la totale assenza di residui di legionella, i titolari della struttura avevano richiesto all’Arpac un nuovo campionamento che dimostrasse risolta la problematica e permettesse dunque la riapertura delle piscine nel più breve tempo possibile, per limitare i danni economici e di immagine.

Si arrivava così al 31 luglio, in piena stagione estiva. Solo allora, dopo ripetuti solleciti andati a vuoto, l’Arpac e il personale dell’Asl guidato da Carraturo avevano finalmente eseguito il sopralluogo, prelevando quattro campioni microbiologici, nei quali non era stata riscontrata la presenza di legionella. Unico “neo”, l’aver riscontrato nella piscina di maggiori dimensioni una concentrazione di cloro di poco superiore alla norma. Un dato, questo, che però non era stato considerato preoccupante dagli esperti dell’Arpac, in quanto il cloro tende a disperdersi velocemente.

IL RUOLO DEL SUAP DI ISCHIA
Tutto a posto, dunque? Niente affatto! Intanto era già trascorso praticamente anche tutto agosto. Solo il 28 di quel mese, infatti, il dott. Carraturo, dopo aver ricevuto il risultato delle analisi dell’Arpac che confermavano l’assenza di tracce di legionella, aveva trasmesso al sindaco di Ischia una relazione sorprendentemente ancora in parte negativa. Chiedeva infatti al Comune la parziale revoca della precedente ordinanza, ma la conferma della chiusura della piscina più grande, per la presenza di “elevate” concentrazioni di legionella. Alla luce di tale relazione, Enzo Ferrandino con propria ordinanza emanata il 5 settembre confermava a sua volta l’inibizione dell’utilizzo della piscina grande.

A fronte di quest’ultimo atto, il titolare dell’Hotel Oriente aveva richiesto spiegazioni al SUAP del Comune di Ischia, presentando una richiesta di accesso agli atti, in questo caso accolta. Dalla documentazione fornita dall’ufficio emergeva ciò che era già noto: i risultati delle analisi dell’Arpac non mostravano la presenza di tracce di concentrazione di legionella superiori ai limiti previsti dalla legge. Nella relazione trasmessa dal dott. Carraturo, però, si affermava il contrario e su questo presupposto aveva chiesto il prosieguo dell’inibizione della piscina. Eppure le analisi dell’Arpac erano semplicissime da leggere, anche per chi non vanta i titoli e l’esperienza del dott. Carraturo. Come mai dunque questa discrepanza nei dati?

PISCINA RIAPERTA IL 19 SETTEMBRE
Il 13 settembre la proprietà, considerato il danno economico e di immagine subito, inviava una Pec alla direzione generale dell’Asl Na2 Nord, guidata dal dott. Mario Iervolino, al direttore del Dipartimento di prevenzione, dott. Luigi Castellone, e ai Servizi Ispettivi dell’Azienda Sanitaria, oltre che al SUAP del Comune di Ischia, minacciando di adire le vie legali, sia penali che civili, in quanto il documento firmato dal dott. Carraturo riportava una dichiarazione non veritiera che aveva prodotto come effetto una prolungata inibizione di una piscina ed un notevole danno di immagine ed economico all’albergo. Nella Pec venivano anche richiesti maggiori chiarimenti e sollecitata un’indagine sulle cause che avevano portato ad un episodio tanto grave. La proprietà dell’Hotel Oriente ipotizzava inoltre che la relazione del dott. Carraturo del 28 agosto potesse configurare un falso ideologico in atto pubblico, reato penale di una certa rilevanza soprattutto se commesso da un ufficiale di polizia giudiziaria.

Ebbene, il giorno successivo all’invio della Pec ai responsabili dell’Asl e al SUAP, lo stesso Carraturo comunicava al sindaco di Ischia che “per mero errore, derivante da probabile refuso di trascrizioni di “copia ed incolla”, ha segnalato che erano presenti concentrazioni elevate di legionella nella piscina”. Il solito “errore materiale” non certamente nuovo negli atti degli Enti, i cui responsabili vengono “ingannati” dal “copia e incolla”. Ma in questo caso l’errore verteva su dati di fondamentale importanza per l’attività di una struttura ricettiva. Una situazione delicata, a cui si sarebbe dovuta prestare la necessaria attenzione.
Sta di fatto che solo il 19 settembre, dopo un’intera stagione estiva con la piscina più capiente chiusa, il Comune d’Ischia disponeva la revoca dell’inibizione. Un po’ tardi…

GLI “IMBARAZZI” DELL’ASL
L’aspetto più inquietante è che sono già due i casi di importanti strutture ricettive che si sono ritrovate a dover fare i conti con provvedimenti adottati in base a valutazioni quantomeno superficiali. Facendo segnare sicuramente un brutto capitolo per l’Azienda Sanitaria, in quanto soprattutto nel caso dell’Oriente l’errore di un suo dirigente ha arrecato importanti danni economici e di immagine all’hotel, esponendola ad un’azione legale.

Analoga figuraccia per il SUAP di Ischia, come già era avvenuto per quello di Forio per quanto riguarda il caso del Mezzatore. E non ne escono bene nemmeno Stani Verde ed Enzo Ferrandino, che evidentemente si sono fidati di quanto relazionato da Carraturo e dai loro uffici nel firmare le ordinanze. Errori facilmente evitabili, che invece in entrambi i casi hanno arrecato seri danni a importanti strutture ricettive del territorio. Considerato che la stagione 2023 è stata contrassegnata da un calo di presenze e che a parole gli amministratori isolani si dicono impegnati per il rilancio turistico, si potevano evitare certi “scivoloni” che si sono concretizzati in una pubblicità negativa di cui l’isola non aveva certamente bisogno.

Sta di fatto che a quanto pare questi episodi hanno attirato l’attenzione della Direzione Generale dell’Asl Napoli 2 Nord. Nell’ambiente infatti circolano voci che riferiscono che a seguito di errori tanto palesi, l’Azienda Sanitaria e in particolare il Dipartimento di Prevenzione abbiano fatto eseguire accurate indagini dai Servizi Ispettivi. All’esito di tali controlli, si vocifera, dallo scorso autunno sarebbe stato disposto che il dott. Carraturo non possa effettuare, fino a data da destinarsi, attività di ispezione sul territorio, delegandolo alle sole attività amministrative di ufficio e di campionamento del DNA sui cadaveri destinati alla cremazione.
Episodi chiaramente “imbarazzanti” per l’Azienda e l’auspicio è che non abbiano più a ripetersi, per il bene della nostra economia turistica, già “flagellata” da tanti problemi.

2 COMMENTS

  1. dagli anni novanta in poi altro che carraturo abbiamo avuto a ischia-Enel-cisi-evi -chi piu ne ha piu ne metta

  2. Se fosse lui a pagare per i propri sbagli e non il pubblico (che saremmo noi) di sicuro avrebbe più accortezza nel redigere le relazioni. Ma si sa in Italia come funziona…sbaglio io tanto poi se il cittadino/l’azienda fa causa e chiede risarcimenti è l’azienda che paga tutto il legale e risarcisce con i soldi dei contribuenti.

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