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mercoledì, Maggio 1, 2024

Dimensionamento scolastico “calato dall’alto”, un danno per la comunità di Barano: arriva il ricorso al TAR di Dionigi Gaudioso

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Il ricorso al Tar dell’avv. Bruno Molinaro per conto del Comune. La delibera regionale che ha stabilito l’accorpamento del Circolo didattico all’Istituto Comprensivo “Anna Baldino” è in contraddizione con quanto precedentemente deliberato dalla stessa Regione e con il decreto ministeriale. Una decisione assunta all’insaputa dell’Ente, che invece doveva essere coinvolto nell’iter

Gaetano Di Meglio | Il Comune di Barano come è noto ha deciso di impugnare innanzi al Tar Campania la delibera regionale relativa al dimensionamento scolastico che ha stabilito l’accorpamento del Circolo didattico all’Istituto Comprensivo “Anna Baldino” dall’anno scolastico 2024/2025. Affidando la propria difesa all’avv. Bruno Molinaro. Il ricorso chiama in causa il Ministero, la Regione, l’Ufficio Scolastico regionale, l’Istituto Comprensivo e il Circolo didattico.

Nella premessa del ricorso per ottenere l’annullamento previa sospensione della delibera n. 816 del 29 dicembre 2023 l’avv. Molinaro ricostruisce l’“iter”, partendo dalle linee guida dettate dalla precedente deliberazione regionale n. 250 del 4 maggio 2023. Ricordando che innanzitutto si stabiliva che le proposte di dimensionamento fossero frutto di un processo condiviso tra tutte le istituzioni interessate, compresi i Comuni. Come anche venivano previste deroghe sul numero di alunni per le istituzioni scolastiche situate nelle piccole isole. E nel caso di dimensionamento, devo essere accertato «che venga assicurata l’esistenza o l’erogazione di validi servizi di trasporto pubblico e di accompagnamento degli alunni». Successivamente il Ministero dell’Istruzione e del Merito, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha fissato i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici. Disponendo espressamente di tenere conto del parametro della popolazione scolastica regionale indicato dal Pnrr e sempre delle esigenze delle piccole isole.

ESIGENZE ORGANIZZATIVE
Alla luce di tali disposizioni, non vi è dubbio che «le operazioni di dimensionamento e di accorpamento possano avvenire solo previa la necessaria consultazione e partecipazione, ampia e trasparente, di tutte le istituzioni coinvolte, tra cui i Comuni».
Invece la Regione Campania con la delibera impugnata, «contraddicendo apertamente le proprie Linee Guida e violando anche i canoni di azione tracciati dal successivo decreto ministeriale, ha introdotto una nuova disciplina “per il dimensionamento scolastico a.s. 2024/2025”, per effetto della quale è stato, poi, illegittimamente disposto l’accorpamento del Circolo Didattico di Barano d’Ischia con l’I.C.S. Anna Baldino». Evidenziandosi nel ricorso da subito che il provvedimento «omette qualunque preliminare valutazione delle esigenze del territorio del Comune di Barano d’Ischia e degli istituti scolastici coinvolti dal programma di riorganizzazione».

L’Ente è legittimato e ha un «interesse, concreto, diretto e attuale, a far valere in giudizio le proprie ragioni, giacché, per costante enunciato giurisprudenziale gli atti di fusione, scissione o soppressione degli istituti scolastici, pur essendo espressione della potestà auto-organizzatoria dell’amministrazione regionale, spiegano, tuttavia, effetti non solo sugli alunni, quali diretti fruitori del servizio scolastico, e quindi, sulle famiglie, ma anche sui Comuni, tenuti pur sempre a fornire ogni opportuno supporto alla popolazione residente e non residente al fine di garantire la fruizione, nel miglior modo possibile, dell’istruzione pubblica».
Ricordando che «i Comuni, oltre ad assicurare la disponibilità degli edifici scolastici, svolgono anche compiti strumentali, riguardanti aspetti quali l’accessibilità, l’alimentazione, l’edilizia scolastica, l’assistenza socio-sanitaria, l’igiene e la pulizia delle aree e degli stessi spazi scolastici».

PLESSI ISOLATI E NIENTE MENSA
Il danno arrecato dall’accorpamento sarà serio, in quanto, «se attuato, finirà per creare grave disgio ai cittadini del territorio di Barano d’Ischia, in primo luogo perché il Comune si vedrà costretto a cessare il servizio di mensa scolastica, che attualmente eroga in favore dei plessi dell’infanzia del Circolo Didattico di Barano d’Ischia (con costi in gran parte a suo carico), non essendo in grado di garantire la gestione dello stesso servizio per il maggior numero di alunni derivante dal contestato accorpamento. La cessazione del servizio mensa per i plessi dell’infanzia dislocati sulle aree collinari e decentrate del territorio comunale comporterà naturalmente anche notevoli difficoltà per le famiglie interessate, praticamente impossibilitate a gestire bambini di età inferiore ai sei anni durante l’orario di lavoro, considerando che in tali aree, come documentalmente dimostrato, non esistono nemmeno scuole private (cd. “nidi”)».

Ma l’avv. Molinaro evidenzia ancora: «Quel che è più grave, poi, è che la scellerata decisione di accorpamento assunta dalla Regione Campania, che inevitabilmente renderà i plessi del Circolo Didattico di Barano d’Ischia completamente isolati e privi di ogni tutela dal punto di vista amministrativo, determinerà anche l’accentuazione del fenomeno della dispersione scolastica soprattutto tra le famiglie meno abbienti, con indubbie ripercussioni negative a breve e a lungo termine sull’intera comunità».

PARERE OBBLIGATORIO
Il ricorso enuncia poi tutti i vizi della delibera regionale, ad iniziare dalla mancata comunicazione di avvio del procedimento, in piena contraddizione con quanto era previsto dalle linee guida. Il ricorso dunque sottolinea: «Non vi è dubbio, pertanto, che, ove il Comune di Barano d’Ischia avesse avuto l’opportunità di conoscere in anticipo le reali intenzioni dell’amministrazione regionale, avrebbe – di certo – potuto evidenziare le ragioni tese a dimostrare che tale scelta è manifestamente illogica e, comunque, affetta da violazione di legge sotto molteplici profili». E qui l’avv. Molinaro muove una precisa contestazione: «Né – va ancora eccepito – corrisponde a verità la laconica affermazione contenuta nella delibera impugnata, secondo cui sarebbero stati svolti, nel caso in esame, “interlocuzioni ed incontri con gli uffici regionali, a cui sono stati invitati gli enti locali …”.

È vero piuttosto che, prima dell’approvazione della riorganizzazione della rete scolastica sul territorio campano, non vi è stato alcun confronto tra la Regione Campania ed il Comune di Barano d’Ischia. Non è stata – a ben vedere – nemmeno convocata la Commissione di Ambito Territoriale». Il cui parere «deve essere obbligatoriamente acquisito prima della predisposizione del piano di dimensionamento». Richiamando a tal proposito la norma del 1998 «che impone il naturale coinvolgimento partecipativo degli enti territoriali interessati dall’ottimale dimensionamento delle istituzioni scolastiche sul territorio: “non è consentito che determinati organi di governo (come la Regione) possano deliberare scelte pianificatorie della rete scolastica senza l’apporto conoscitivo e collaborativo di altro organo di governo (Comune) destinato a subire gli effetti di dette scelte”».

Un principio, quest’ultimo, ripetutamente affermato in giurisprudenza: «È illegittimo il decreto provveditoriale che approva il piano provinciale di riorganizzazione della rete scolastica senza aver previamente acquisito il parere di tutti gli enti locali interessati. Infatti, poiché né i limiti dell’organico provinciale, né i parametri relativi al numero minimo degli alunni (derogabili ai sensi del decreto già citato in vista di particolari circostanze) possono costituire di per sé presupposto per automatismi di aggregazione, fusione o soppressione di scuole, ne consegue da un lato che il parere dell’ente locale va comunque acquisito proprio al fine di verificare la rispondenza della situazione concreta ai parametri prefissati, dall’altro che l’amministrazione scolastica deve motivare adeguatamente le proprie scelte qualora non ritenga di seguire detto parere».
Ribadendo ancora che il Comune di Barano «non è stato mai invitato ad un confronto sul tema, non ha mai interloquito con chicchessia né ha preso parte alle fasi preliminari (svoltesi, pertanto, a sua insaputa) che hanno condotto all’illegittimo accorpamento. In conseguenza di ciò, non ha mai potuto conoscere anzitempo le motivazioni dell’avversata scelta organizzativa, e tanto in aperta violazione delle garanzie partecipative».

LA DISPERSIONE SCOLASTICA
Quanto ai poteri discrezionali delle Regioni in materia, vanno rispettati determinati criteri dimostrando la logica e la razionalità delle scelte operate, in quanto in caso contrario la discrezionalità «sfiorerebbe l’arbitrio». Ebbene, nel caso oggetto del ricorso, come precisato dalla delibera regionale di maggio 2023, «il programma di riorganizzazione della rete scolastica avrebbe dovuto perseguire “iniziative che contrastano i fenomeni di abbandono e di dispersione scolastica, assicurando la piena affermazione del diritto allo studio” e previamente accertare che fosse assicurata “l’esistenza o l’erogazione di validi servizi di trasporto pubblico e di accompagnamento degli alunni”».

In realtà dalla delibera di dicembre «non si evince la possibilità – per il Comune ricorrente – di ricostruire il percorso logico-giuridico seguito, nella specie, dall’amministrazione regionale, risultando pressoché oscure le ragioni sottese all’accorpamento del Circolo Didattico di Barano d’Ischia all’I.C.S. Anna Baldino ed anche le modalità per le quali tale trasformazione sia stata ritenuta idonea a consentire in concreto il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Il deficit motivazionale, con conseguente violazione della legge n. 241/90, appare a dir poco singolare se sol si considera che, come già sottolineato in narrativa, il contestato accorpamento finirebbe addirittura per aumentare il fenomeno della dispersione scolastica, tenuto conto della quasi totale assenza di servizio pubblico di trasporto nelle aree ove sono ubicati la maggior parte dei plessi del Circolo Didattico di Barano d’Ischia e della impossibilità del Comune di continuare ad erogare il servizio mensa».

NUMERI SUFFICIENTI
Il ricorso contesta anche la “sostanza” e i presupposti del dimensionamento, eccependo, dati alla mano, «che sia il Circolo Didattico di Barano d’Ischia che l’Istituto Comprensivo Statale Anna Baldino non sono affatto istituzioni “sottodimensionate”. Ed infatti, come già ricordato, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con il proprio decreto n. 127 del 30 giugno 2023, ha stabilito i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA per gli anni scolastici 2024/2025 e ss., prevedendo, inoltre, che debbano essere considerate “sottodimensionate” le istituzioni scolastiche con un numero di alunni inferiore alle 600 unità, che diventano 400 nei Comuni montani, isole o Comuni appartenenti ad aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.

Orbene, nella specie, risulta dimostrato che il Circolo Didattico di Barano d’Ischia presenta un numero di alunni pari a 514 unità, mentre l’I.C.S. Anna Baldino presenta, a sua volta, un totale di 504 alunni iscritti per il corrente anno scolastico. Entrambi gli istituti scolastici, inoltre, nell’ultimo quinquennio non sono mai stati sottodimensionati rispetto ai suindicati parametri ministeriali, presentando sempre un numero di iscrizioni annuali superiore alle cinquecento unità, con un costante incremento annuo del numero di neo-iscritti provenienti dai vicini Comuni di Ischia e Serrara Fontana: ciò a dimostrazione dell’elevato livello di formazione scolastica che entrambi gli istituti offrono lavorando in piena autonomia l’uno rispetto all’altro». Dunque la deliberazione «è illegittima anche perché si pone in evidente contrasto con il decreto ministeriale n. 617/2023 pienamente valido ed efficace».

LE PROMESSE DELL’ASSESSORE FORTINI
Sotto un aspetto più “politico”, l’avv. Molinaro chiama in causa anche le promesse non mantenute dell’assessore regionale Fortini: «L’iniziativa assunta desta, peraltro, serie perplessità anche perché, nel corso di una riunione tenutasi il 13 settembre 2023 tra i dirigenti dei vari istituti scolastici dell’isola d’Ischia sul tema del dimensionamento scolastico per il prossimo anno scolastico, è intervenuto l’Assessore Regionale all’Istruzione, alle Politiche Sociali, alle Politiche Giovanili della Regione Campania (la dott.ssa Lucia Fortini), che ha espressamente dichiarato che nel procedimento di “dimensionamento” della rete scolastica la Regione si sarebbe attenuta al limite minimo di 400 studenti per ciascuna autonomia scolastica.

La delibera di G.R. impugnata, dunque, non si giustifica anche alla luce della dichiarazione resa dall’Assessore competente, con la quale si pone in evidente contraddizione. Sebbene la dichiarazione dell’Assessore non abbia natura provvedimentale, è, tuttavia, innegabile che la stessa, provenendo, comunque, da un organo appartenente all’amministrazione regionale, ne costituisce pur sempre valida manifestazione di volontà anche sul piano della interpretazione dell’atto. Ne deriva, pertanto, l’illegittimità della delibera impugnata anche per contraddittorietà con precedenti manifestazioni».

Una decisione “discriminatoria” quella che interessa Barano, evidenziando «che, sempre con riferimento all’isola d’Ischia, la Regione Campania non ha proceduto ad alcun accorpamento tra gli istituti scolastici Mennella di Lacco Ameno e Ibsen di Casamicciola Terme, che presentano entrambi un numero di iscritti di gran lunga inferiore alle 500 unità (a differenza del Circolo Didattico di Barano d’Ischia e dell’I.C.S. Anna Baldino) e sono caratterizzati da una stretta contiguità territoriale (distando tra loro pochi km)». Per non parlare di altre realtà in terraferma. Un’evidente disparità di trattamento. Quanto alla domanda di sospensione, «Il danno grave e irreparabile consegue “de plano” alla esecuzione della delibera impugnata, per quanto già evidenziato in narrativa e soprattutto in ragione del fatto che il Comune di Barano d’Ischia è, allo stato, impossibilitato a programmare il servizio di “mensa scolastica” per il prossimo anno scolastico, con evidenti ripercussioni negative sulla intera comunità amministrata».

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