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venerdì, Aprile 19, 2024

Cure termali “gonfiate”, albergatore processato per truffa

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Imputato Umberto Italiano, legale rappresentante dell’“Elma Terme Hotel” di Casamicciola Contestata anche la falsità materiale. Il raggiro consistito nel farsi rimborsare cure termali mai prestate agli ospiti o nell’allungare il periodo di soggiorno dei clienti. Arrecando un danno di diverse migliaia di euro all’Asl Napoli 2 Nord. Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza. Ma all’ultima udienza è emerso che le contestazioni per i fatti risalenti al 2014 sono da considerarsi prescritte. L’imprenditore, difeso dall’avv. Ivan Colella, dovrà rispondere solo per l’accusa legata al 2015

Ugo De Rosa | Umberto Italiano, legale rappresentante della società che gestisce l’“Elma Terme Hotel” di Casamicciola Terme è a processo con le accuse di truffa continuata nei confronti dell’Asl Napoli 2 Nord e falsità materiale. Per il “classico” raggiro consistito nel far apparire presenti nella struttura alberghiera e sottoposti a cure termali in regime di convenzionamento clienti che in realtà non avevano beneficiato delle cure o lo avevano fatto per un periodo più breve rispetto a quello indicato e rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale. Un “giochetto” che ha fruttato somme cospicue percepite indebitamente per migliaia di euro, con contestuale danno per l’Asl. Non è il solo caso, questo, di imprenditori finiti sotto accusa proprio per aver cercato di “gonfiare” le cure termali prestate. Negli anni se ne sono registrati diversi.

Ad indagare su delega della procura della Repubblica era stata la Guardia di Finanza. I militari eseguirono una perquisizione e conseguente sequestro di documenti contabili della società “Mario Italiano & Figli srl”. Una indagine lunga e complessa che consentì di riscontrare delle discordanze tra la contabilità della società e quella dell’Azienda sanitaria, tutto contenuto nella comunicazione notizia di reato risalente al dicembre 2017. Le fiamme gialle procedettero anche ad interrogare alcuni ospiti dell’“Elma Terme Hotel” per appurare la durata della loro vacanza nel periodo estivo degli anni 2014 e 2015. Sono questi due infatti gli anni “incriminati” e come è emerso nell’ultima udienza del 9 febbraio, dopo aver fatto un po’ di conti, le contestazioni riguardanti il 2014 sono ormai prescritte. Il processo, che aveva preso le mosse prima della pandemia, ha subito un inevitabile rallentamento a causa della interruzione o riduzione delle attività giudiziarie. Umberto Italiano, difeso dall’avv. Ivan Colella, dunque dovrà rispondere solo dell’episodio verificatosi l’anno successivo. Da parte sua la difesa ha sempre sostenuto che l’attività dell’imprenditore era stata corretta, alla luce di ulteriori documentazioni prodotte.
All’ultima udienza dinanzi al giudice togato Alessandra Ferrigno è stato escusso uno degli investigatori, il maresciallo della Guardia di Finanza Biscetti. Una testimonianza che non ha comunque aggiunto dati rilevanti rispetto a quanto già noto. L’udienza è dunque stata rinviata ad aprile, quando sarà escusso il responsabile dell’Asl Borriello.

LE ACCUSE PRESCRITTE

E veniamo alle accuse mosse ad Italiano, di cui alcune come detto sono destinate a cadere per sopraggiunta prescrizione. Come la prima contestazione di tentata truffa risalente al 2014: «Perché, nella sua qualità di amministratore legale della “Mario Italiano & Figli srl”, società gestrice della struttura alberghiera “Elma Terme Hotel”, con artifici e raggiri, consistiti nell’apporre la falsa sottoscrizione della paziente sul retro della prescrizione medica n. 66 del 5.9.2014, emessa dal medico, e nel presentare istanza di rimborso indirizzata all’Asl NA2 Nord – Distretto 36, cui allegava la predetta prescrizione, “il registro termale delle presenze giornaliere”, e la fattura n. 346 del 7.10.2014, dell’importo di euro 60,00 con oggetto “partecipazione spese cure termali prestazione effettuata per conto Asl NA2 Nord”, compiva atti idonei rivolti in modo non equivoco ad indurre la suindicata Asl a rimborsare le cure termali effettuate dalla paziente presso il citato albergo nel periodo 14 – 21 settembre 2014, pur avendo la paziente pagato interamente l’importo relativo alla prestazione medica ricevuta, pari ad euro 186,00; evento non verificatosi non avendo l’Asl liquidato quanto richiesto in seguito ad un controllo».

Per porla in essere, era stato commesso un falso materiale: «Perché, nella sua qualità di amministratore legale della “Mario Italiano & Figli srl”, società gestrice della struttura alberghiera “Elma Terme Hotel”, apponeva (ovvero faceva apporre da terzi) la falsa sottoscrizione della paziente sul retro della prescrizione medica n. 66 del 5.9.2014, emessa dal medico. Con l’aggravante di aver agito al fine di commettere il delitto di cui alla tentata truffa».
Più complessa e corposa la truffa posta effettivamente in essere sempre nel 2014 e dunque anche questa ormai da ritenersi prescritta: «Perché, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso commesso in tempi diversi, nella sua qualità di amministratore legale della “Mario Italiano & Figli srl), società gestrice della struttura alberghiera “Elma Terme Hotel”, con artifici e raggiri, consistiti nell’apporre la falsa sottoscrizione di 42 pazienti sul “registro termale delle presenze giornaliere”, così da far risultare il loro soggiorno presso la suindicata struttura per un numero di giorni superiore a quelli effettivi (504 giorni in luogo di 262 giorni), e nell’allegare detto registro all’istanza di rimborso indirizzata all’Asl NA2 Nord – Distretto 36, traeva in errore la suindicata Asl, inducendola, in tal modo, a rimborsare l’importo complessivo di euro 7.534,02 superiore a quello dovuto, pari ad euro 3.885,92, percependo in tal modo un ingiusto vantaggi patrimoniale, pari ad euro 3.648,16 con uguale danno per l’Asl».

Anche questa contestazione porta “a traino” quella di falsità materiale, necessaria ad operare il raggiro: «Perché, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso commesse in tempi diversi, nella sua qualità di amministratore legale della “Mario Italiano & Figli srl”, società gestrice della struttura alberghiera “Elma Terme Hotel”, apponeva (o faceva apporre da terzi) la falsa sottoscrizione di 42 pazienti sul “registro termale delle presenze giornaliere”, così da far risultare il loro soggiorno presso la suindicata struttura per un numero di giorni superiore a quelli effettivi (504 giorni in luogo di 262 giorni). Con l’aggravante di aver agito al fine di commettere il delitto di cui alla truffa».

LA TRUFFA DEL 2015

Resta da valutare solo l’ultima accusa di truffa commessa nel corso della stagione turistica 2015: «Perché, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso commesso in tempi diversi, nella sua qualità di amministratore legale della “Mario Italiano & Figli srl), società gestrice della struttura alberghiera “Elma Terme Hotel”, con artifici e raggiri, consistiti nell’apporre la falsa sottoscrizione di 68 pazienti sul “registro termale delle presenze giornaliere”, così da far risultare il loro soggiorno presso la suindicata struttura per un numero di giorni complessivamente superiore a quelli effettivi (814 giorni in luogo di 454 giorni), e nell’allegare detto registro all’istanza di rimborso indirizzata all’Asl NA2 Nord – Distretto 36, traeva in errore la suindicata Asl, inducendola, in tal modo, a rimborsare l’importo complessivo di euro 14.015,68 superiore a quello dovuto pari ad euro 7.739,78 così percependo un ingiusto vantaggio patrimoniale, pari ad euro 6.275,90 con uguale danno all’Asl».

Come il falso materiale collegato: «Perché, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso commesse in tempi diversi, nella sua qualità di amministratore legale della “Mario Italiano & Figli srl”, società gestrice della struttura alberghiera “Elma Terme Hotel”, apponeva la falsa sottoscrizione di 68 pazienti sul “registro termale delle presenze giornaliere”, così da far risultare il loro soggiorno presso la suindicata struttura per un numero di giorni complessivamente superiore a quelli effettivi (814 giorni in luogo di 454 giorni). Con l’aggravante di aver agito al fine di commettere il delitto di cui alla truffa».

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