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martedì, Aprile 30, 2024

Ciao, Carusino! | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 17 aprile 2024

Oggi, purtroppo, mi vedo costretto a fare da contraltare alla recensione positiva di ieri per il risotto degustato al “Cru” di Nunzio Calise con una notizia che mi ha particolarmente rattristato e di cui Vi darò qualche dettaglio in più, a cominciare dal testo del post Facebook che sto per incollare senza alcuna modifica o correzione:

“Ciao Carusino, Dopo 13 lunghi anni voglio dire a tutti che il 5 Maggio 2024 sarà l’ ultimo giorno che resterò aperto, vi aspetto in questi ultimi giorni per gustarvi le nostre specialità sopratutto la pizza. Una decisione dura da prendere ma in questo momento della mia vita penso sia la migliore un giorno tornerò , ma per il momento ho bisogno di riposare e passare un po’ di tempo in più con i miei amati figli, grazie per tutto a tutti voi vi voglio bene  PS: CHI HA VOGLIA DI CONTINUARE CEDO L ATTIVITÀ”.

L’autore di questo messaggio relativamente laconico ma sicuramente di grande impatto, come la foto che lo ritrae seduto a tavola, pensieroso, nella sua sala vuota, è Antonio Caruso, figlio del compianto imprenditore edile Peppe “’u siciliano” che, con lui, fondò questo ritrovo in zona Pietra Marina, nei locali che ospitarono molti anni fa la marmeria di Eduardo Mirelli. Già prima della malattia che portò poi alla morte del papà, Antonio aveva cercato di dare una sua impronta al Carusino, alzando l’asticella con un menù sicuramente più ricercato e una cantina di livello, per un nuovo corso basato essenzialmente su carni di qualità. Un’esperienza, quest’ultima, che è durata poco, forse perché il tipo di clientela che ha sempre affollato il Carusino non era in cerca di quel tipo di proposta. E quando poi, dopo un po’ di tempo, ha ben pensato di ritornare alle origini eliminando la carne e sposando nuovamente la vocazione di pizzeria e girarrosto, probabilmente le cose non sono più andate come sperato.

Posso essere sincero? Non sono stato al Carusino neppure una volta in vita mia. Ma questa storia mi ha negativamente colpito e non solo perché conoscevo molto bene il papà di Antonio e i sacrifici sostenuti per creare quel locale, ma perché di questi tempi un’attività che chiude i battenti a stagione turistica praticamente iniziata rappresenta un momento buio che penalizza un’intera comunità e le varie forme di congiuntura negativa che la riguardano, non solo il titolare dell’impresa interessata.

Ad Antonio auguro ogni bene, con la sincerità di chi ha sempre sostenuto che solo chi cade può risorgere, nonché convinto e speranzoso che anche lui saprà trasformare un momento di crisi in un’autentica opportunità.

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