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Agata, ancora tu! | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 18 marzo 2023

Ieri sono partito con la corsa Medmar delle ore 11.10 e con mia relativa sorpresa, visti i reiterati trattamenti riservati all’utenza dall’armamento privato, ho ritrovato in servizio sulla linea per Pozzuoli la mitica -si fa per dire- “Agata”.

Soltanto giovedì da queste pagine avevo in qualche modo accennato alle prospettive non ancora rosee della Pasqua ormai imminente, figlie con tutta probabilità della congiuntura negativa che ha colpito da tempo e in mille forme imprese e famiglie. Ritrovare, pertanto, in piena attività nell’imminenza del primo importante appuntamento della stagione turistica un ferry-boat che ci riporta all’età della pietra dei trasporti marittimi locali risulta tutt’altro che incoraggiante.

“Agata” è quella di sempre, magari reduce da una bella pittatina di giallo e di bianco, ma con il solito saloncino sottodimensionato rispetto alla capienza passeggeri, il bar rigorosamente chiuso e il legittimo timore di un tempo di percorrenza più lungo e tortuoso del dovuto in caso di avverse condizioni meteomarine.

Anche la Medmar, in quanto azienda privata, è legittimata a fare quel che le pare in casa sua. E su questo non ci piove. Non a caso io non me la prendo con la società di D’Abundo, anche perché personalmente nulla di più mi aspetto storicamente da essa. Quel che mi tormenta è un sistema locale che continua ad adeguarsi prono a certi andazzi, assecondando il bello e il cattivo tempo dei soliti noti. Ma soprattutto l’indifferenza delle amministrazioni locali e della solita Regione Campania, le cui politiche sui trasporti sono storicamente fallimentari per quel che ci riguarda e la cui capacità/volontà di prendere atto di quanto realmente necessario, una buona volta, è pari allo zero spaccato.

Intanto alle 12.15, in condizioni di mare praticamente piatto e trascorsi sessantacinque minuti dalla partenza, ancora non eravamo arrivati all’imboccatura del porto di Pozzuoli. Roba da far rimpiangere i vecchi express ferries del mitico Cartusciello, che ormai da troppo tempo si sarà stancato di rivoltarsi nella tomba.

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