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sabato, Maggio 4, 2024

A torto o a ragione | #4WD

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Daily 4ward del 7 febbraio 2024 

Oggi ho accompagnato mio figlio a compiere alcuni esami diagnostici e nella sala d’attesa del laboratorio ho rivisto e salutato con consueta simpatia e stima una coppia di coniugi, entrambi ex dipendenti comunali di Ischia, ricordando in pochi minuti una serie di aneddoti che ci accomunano. Ma al tempo stesso, siamo scivolati a parlare della nostra realtà locale e non per mia intenzione. Lui, che da sempre ho reputato una persona di altissima integrità, correttezza, lealtà e professionalità, mi ha chiesto con la sua consueta mitezza: “State programmando o no qualche alternativa per il Paese?

Come sempre faccio e non certo per attenermi a uno stereotipo ma perché lo penso sul serio, ho riferito al mio “interrogante” che in questo momento sono decisamente più intento a occuparmi dei miei impegni professionali e familiari anziché della “cosa pubblica”, a cui da tempo dedico spesso le mie critiche in sede editoriale (inutile proporre, tanto non ascoltano) ma nulla più. E mi rendo conto che sebbene io ritenga di aver circostanziato ampiamente la mia posizione, credo anche di aver deluso le legittime aspettative del mio amico, che mi ha sviscerato con proverbiale eleganza il serio rischio corso dalla nostra Isola e dai nostri giovani rispetto alla deriva che la (dis)amministrazione di Via Iasolino sta imprimendo ad una realtà che, invece, ha storicamente meritato il ruolo di capofila dei sei Comuni. Ed entrambi abbiamo convenuto sull’insostenibilità di questo complessivo stato di cose.

Ma ciò che più mi ha impressionato nell’ambito di questo breve ma intenso confronto è stata un’affermazione che sento ripetere spesso ma che, detta da una persona che ha sempre fatto dell’equilibrio e della riservatezza un autentico stile di vita, ha suonato al mio orecchio come la certezza di un allarme ormai incombente: “Davide, quello che altrove è già successo, a noi neppure ci sfiora perché siamo ancora troppo ricchi. E’ necessario andare ancora più a fondo e solo allora vedrai che la coscienza civile di tutti verrà fuori, perché solo la fame fa uscire il lupo dalla tana.

Possibile che il mio amico (e con lui, tutti quelli che per tempo hanno deciso di far fagotto e lasciare questa meravigliosa terra ormai di nessuno) alla fine debba avere ragione nella sua drastica ma realistica conclusione? E’ proprio così difficile metterci la faccia e rappresentare un dissenso un tantino più diffuso ed evidente? Oppure, a torto, sarei proprio io l’unico che non avrebbe nulla da perdere?

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