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19 ottobre 1989-19 ottobre 2024: una radio, una voce, una leggenda

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19 ottobre 1989, trentacinque anni fa, allo stadio Mazzella ci fu una festa particolare dopo la partita col Perugia. Una festa organizzata dall’emittente Radio Ischia con tanto di biglietto d’invito. Tra le emittenti private all’epoca Radio Ischia era una fra le prime d’Italia, secondo un’indagine del Sorrisi e Canzoni TV. Aveva un seguito non indifferente non solo sull’isola, ma in gran parte del sud Italia, coprendo col proprio segnale anche gran parte della Sicilia e della Calabria e chiaramente la Campania ed il basso Lazio.

Una emittente che aveva un palinsesto da far invidia alle emittenti nazionali, ma per la felicità dei tifosi gialloblu, si era perfezionata sulle trasmissioni sportive. La radiocronaca era il piatto forte della domenica. Sin dall’ora di pranzo l’adrenalina saliva a mille e tutti vivevano in funzione della squadra di calcio perché Radio Ischia portava a conoscenza perfino di cosa i calciatori avevano mangiato. Si andava in giro con la radiolina attaccata all’orecchio e si ascoltava la radiocronaca della partita. In casa o in trasferta, col freddo o col caldo, col sole o col vento, con la neve o con la pioggia Radio Ischia ti dava la garanzia del servizio ed era oltretutto un servizio di qualità. Tutto nasceva nella giusta miscela di entusiasmo, competenza e professionalità. Niente era fatto improvvisando. Quel 19 febbraio di trentacinque anni fa la festa era tutta per Ciriaco Rossetti, il radiocronista di Radio Ischia, colui che descriveva con dovizia di particolari le imprese dell’Ischia. Aveva cominciato nel 1979 e in dieci anni aveva messo insieme 300 radiocronache.

Altre ne metterà insieme, tante altre che lo renderanno sull’isola personaggio storico ed indimenticabile. Quel dopopartita resterà indelebile nella mente dei presenti. Radio Ischia con Beppi Banfi regalò a Ciriaco Rossetti un ricordo che ancora fa bella mostra di sé nel soggiorno di casa Rossetti, un microfono con annessa targa che ricorda le sue trecento radiocronache.

Ma quanti aneddoti, quanti episodi belli e brutti dietro quelle radiocronache. Anche la preparazione delle trasmissioni aveva un suo rituale. Sembra semplice partire e fare una radiocronaca in tempi in cui il cellulare era solo un pensiero futuristico. Domeniche e domeniche lontani da casa, ritorni allegri e festosi ma anche malinconici ritorni dopo sconfitte deludenti. Incidenti pericolosissimi evitati per puro miracolo sull’autostrada che non saranno mai dimenticati. La gente che ancora ha, dopo trentacinque anni, la voce nelle orecchie di Ciriaco Rossetti, un cronista che poteva stare tranquillamente nello staff della Rai per quanto era bravo.

Ma la sua bravura non era qualcosa di soprannaturale, la sua bravura era soprattutto professionalità, preparazione.

Lui trascorreva quasi mezz’ora ad osservare il riscaldamento della squadra avversaria. I suoi li conosceva, la loro fisionomia era stampata nella sua mente, ma gli avversari andavano studiati per non avere esitazioni durante la gara. Allora occhio ai particolari, Quello con i capelli lunghi è Tizio, quello con la fascetta al polso è Caio, quello con i calzettoni arrotolati è Sempronio e così via. Avere una mente fotografica è essenziale in questa professione.
Oggi ma anche allora, appartenere alla Rai era garanzia di incolumità, andare sui campi periferici la sicurezza dell’incolumità non era garantita e Ciriaco Rossetti non era certo accomodante nelle sue radiocronache, diceva quello che vedeva e a proteggerlo c’era sempre e comunque Beppi Banfi.

Difficile riportare tutte le espressioni meritevoli di citazione, ma per ragioni di spazio voglio ricordare solo un paio di episodi. Uno si verificò in un famoso derby di Eccellenza fra Forio ed Ischia, all’epoca molto sentito.

Al Forio fu letteralmente regalato un calcio di rigore che Rossetti in diretta contestò. Al tiro Sogliuzzo e il portiere dell’Ischia mise in angolo. Allora istintivamente Rossetti in diretta esclamò:” Dio esiste!” L’indomani fu chiamato dal vescovo Pagano che gli disse amorevolmente:” Ciriaco, Dio ha molte cose da fare prima di venire allo stadio e salvare l’Ischia, la prossima volta lascialo stare.” L’altro episodio che non tutti possono conoscere perchè non si avvertiva per radio fu in Ischia-Castrovillari in serie D. Una delle ultime partite del torneo, con l’Ischia che lottava per la vittoria del campionato con la Gioiese.

Ebbene al Rispoli l’Ischia era sotto di un gol e mancava una manciata di secondi alla fine. Rigore per l’Ischia segna di Iorio, palla al centro fuga di Spatuzzi in area e viene messo giù. Nuovo rigore dopo solo un minuto. Rigore decisivo forse per un intero campionato, ancora realizzato da Di Iorio.
Nessuno se ne accorse ascoltando la radio, ma Ciriaco Rossetti terminò quella radiocronaca tra le lacrime per la commozione. Fu l’unica volta che l’ho visto emozionarsi durante il suo lavoro senza neanche farsene accorgere. Ecco perchè dopo trentacinque anni gli sportivi non lo hanno ancora dimenticato.

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