In un contesto globale in cui il declino degli insetti è riconosciuto come una delle principali minacce per la stabilità ecologica e la sicurezza alimentare, l’isola di Vivara, riserva naturale statale e sito naturalistico di straordinario valore, diventa teatro di un’importante iniziativa di ricerca condotta dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), attraverso l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP).
L’intervento, di natura multidisciplinare, ha l’obiettivo di monitorare e analizzare le comunità entomologiche presenti sull’isola, con un focus specifico su alcune categorie funzionali di insetti: apoidei impollinatori, sirfidi (Syrphidae) e coleotteri scolitidi (Scolytinae). L’indagine si inserisce in una più ampia strategia di valutazione dello stato di conservazione degli habitat mediterranei e delle reti trofiche che li caratterizzano.
Vivara rappresenta, per le sue peculiarità geomorfologiche e storiche, un modello ideale di sistema insulare mediterraneo: isolamento parziale, limitata pressione antropica e presenza di habitat seminale naturali (macchia mediterranea, boschi misti, praterie xerofile). Queste caratteristiche la rendono un sito privilegiato per lo studio delle interazioni tra biodiversità entomologica e dinamiche ecosistemiche.
L’area è riconosciuta come hotspot di biodiversità a scala regionale e nazionale, con una ricca presenza di taxa endemici o di interesse conservazionistico, e una struttura ecologica relativamente intatta, che consente valutazioni affidabili del contributo degli insetti a processi come l’impollinazione, la decomposizione della materia organica e il controllo biologico naturale.
Metodologia: strategie di raccolta e protocollo analitico
Il team di ricerca – composto da Maurilia Maria Monti, Michelina Ruocco, Gennaro Di Prisco e Paolo Alfonso Pedata – ha installato una serie di trappole entomologiche passive e attive, tra cui trappole a caduta, trappole a colore (gialle e blu, per attrarre impollinatori) e trappole a feromoni specifici per xilofagi.
L’obiettivo è ottenere dati quantitativi e qualitativi sulla composizione delle comunità entomologiche in relazione a microhabitat, condizioni climatiche e copertura vegetale. I campioni verranno successivamente analizzati presso i laboratori dell’IPSP per la determinazione tassonomica (fino al livello specifico, ove possibile) e la valutazione della diversità α e β, nonché della funzionalità ecologica delle specie rilevate.
Particolare attenzione viene riservata agli insetti xilofagi, in particolare ai coleotteri scolitidi (famiglia Curculionidae, sottofamiglia Scolytinae), la cui attività trofica – scavando gallerie nei tronchi e nella corteccia – li rende ottimi bioindicatori di processi di senescenza forestale, decomposizione del legno morto e dinamiche di successione ecologica.
Tra i gruppi faunistici oggetto di studio, gli apoidei selvatici rivestono un ruolo centrale per la loro funzione nei servizi ecosistemici di impollinazione, sia di piante spontanee che di specie coltivate. In un contesto mediterraneo, caratterizzato da una floristica altamente specializzata e stagionalmente concentrata, la presenza di un elevato numero di impollinatori generalisti e specialisti è indice di stabilità ecologica e resilienza.
I sirfidi, spesso trascurati in studi di impollinazione, sono oggetto di crescente interesse per il loro duplice ruolo: non solo impollinatori, ma anche predatori (in fase larvale) di afidi e altri fitofagi, contribuendo al controllo biologico in modo naturale e sostenibile.
Lo studio avviato sull’isola di Vivara si pone dunque come un tassello fondamentale per la realizzazione di un modello integrato di monitoraggio entomologico, capace di supportare politiche di gestione sostenibile delle aree protette. I dati raccolti permetteranno di: Valutare lo stato di conservazione degli insetti impollinatori e decompositori; Individuare eventuali specie aliene o invasive; Analizzare le reti trofiche e il grado di specializzazione delle interazioni pianta-insetto; Fornire linee guida per la conservazione attiva della biodiversità entomologica in contesti insulari.
L’attività del CNR a Vivara si inserisce in un quadro di crescente consapevolezza scientifica e istituzionale sull’importanza degli insetti come componenti strategiche degli ecosistemi terrestri. In un’epoca segnata dal declino di numerose popolazioni entomologiche a livello globale, progetti di ricerca come questo assumono una funzione strategica nel sostenere la transizione ecologica, la gestione adattativa delle riserve naturali e l’educazione ambientale basata sull’evidenza scientifica.
Vivara si conferma così non solo un patrimonio naturalistico di pregio, ma anche un laboratorio ecologico a cielo aperto, al servizio della scienza, della conservazione e delle generazioni future.