“La logica dei tagli alla spesa sanitaria, sotto la pressione del risanamento finanziario, è stata una strategia sbagliata che ha causato un arretramento dell’accessibilità ai servizi sanitari e ha favorito il senso di insicurezza dei cittadini – prosegue il presidente della Regione Lazio -. Il coronavirus ha reso evidente le necessità di promuovere il potenziamento e l’ammodernamento del nostro sistema sanitario: ospedali, ma anche tecnologie digitali, presenza sui territori, prevenzione, ricerca e la necessità di costruire un nuovo sistema di presa in carico. Ora dobbiamo aprire una nuova fase per costruire un nuovo modello basato sulla rivoluzione digitale e il rafforzamento della rete territoriale di sanità pubblica. Per farlo abbiamo bisogno di grandi investimenti e per questo il Mes è fondamentale. Fino a 36 miliardi di euro senza condizioni a tassi bassissimi che ci permetterebbero di fare un grande salto nella qualità della sanità pubblica”.
“Nell’ultima asta dei titoli di Stato abbiamo emesso 14 miliardi di Btp a dieci anni con un rendimento dell’1,7%: se volessimo finanziarci per 36 miliardi di euro sul mercato ai tassi attuali ci costerebbe 580 milioni di euro in più all’anno per dieci anni rispetto al costo dell’accesso al Mes – sottolinea il leader dem -. Già solo questo rende chiaro che non dovremmo avere dubbi. Ma dovremmo chiamare le Regioni, la scienza medica, gli operatori per lavorare insieme a un piano nazionale di ricostruzione che punti su ospedali, territorio, tecnologie, personale sanitario”.
(ITALPRESS).