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giovedì, Marzo 28, 2024

Vorrei litigare per uno stadio, ma mi accontento dei vigilini

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Gaetano Di Meglio | Il gossip elettorale mi appassiona poco. La convinzione di “battere l’aria”, per dirla con l’Apostolo Paolo, è sempre più forte. Perdiamo il tempo appassionandoci a questo o a quell’altro nome sapendo, infine, di non dire nulla di reale o meglio, di raccontare ciò che sarà modificato. Ma la dinamica da seguire è questa. Tanto una notizia bucata o copia in più, una palla in meno sparata, per alcuni non fa differenza. E’ una questione di abitudine. E, non paghi dell’essere noti, reagiscono anche sui social network con le solite, vuote, espressioni che servono solo ad armare i messaggeri di salvataggio. Non ci riescono con le minacce di dossier, non ci riescono con l’azione di “discredito” nei confronti di chi scrive e si limitano a dire o a scrivere le solite cosucce. Ma questa è Ischia.
Fatta questa premessa d’obbligo, soprattutto per quelli che ricordano la storia e non guardano all’attualità (leggi GAC e FLAG!, ndr) il discorso che vorrei fare questa domenica mattina – tornando a scrivere un editoriale pensato proprio per la domenica mattina (la data dell’editoriale “speciale” l’ho scelta io, ricordiamolo) – prende spunto dalla bella polemica nazionale che è girata attorno allo stadio della Roma. Una polemica politica bellissima. Un argomento sul tavolo che merita tutte le attenzioni possibili. Una meravigliosa sfida legata alle opportunità che ha un paese moderno. Noi l’abbiamo avuta e non l’abbiamo vissuta. E parlo del progetto che gli invasori del calcio ischitano avevano proposto, sempre in maniera ufficiosa, come ricatto (i fatti mi hanno dato ragione in pieno e al 100%) per tenere l’Ischia Calcio nel calcio che conta.
«Nel progetto di massima del nuovo stadio Enzo Mazzella – scrivevamo tra il 2010 e il 2011 -, gli attuali Distini sarebbero stati abbattuti, più vicino al terreno di gioco dopo aver tolto la pista di atletica e coperti. La loro capienza portata a 2100 spettatori. Il centro commerciale sarebbe stato costruito alle spalle. Nessun ampliamento. Primo problema l’abolizione della pista, considerato che ancora si deve finire di pagare il mutuo al Coni. Parcheggio sarebbe stato ricavato sotto, con ingresso a destra ed a sinistra dei botteghini, per un 450 auto. Spogliatoi rifatti con sopraelevazione di un piano. Foresteria costruita dal lato dei Distini. L’attuale tribuna sarebbe stata rivista: prolungamento della copertura anche sulle gradinate e montaggio dei sediolini anche in quel settore. Il progetto prevedeva l’acquisto per 1 milione del terreno dove in genere va il Circo per farne parcheggio pullman ospiti più qualche altra cosa non definita. Riqualificazione anche degli attuali parcheggi intorno allo stadio ed al palazzetto. Spesa prevista per quanto concerne lavori per nuovo stadio con centro commerciale 7.000.000 con recupero dopo 10 anni”.
Era solo un sogno. Per alcuni. Era solo un incubo per tanti altri. Per Ischia, invece, sarebbe stata un’occasione se slegata dal ricatto pallonaro e se inserito in un discorso di più ampio respiro. Un progetto, che senza mezzi termini bocciammo, appunto per la visione estremamente calcistica del progetto ma che è, forse, l’ultima volta che abbiamo parlato di sviluppo. Ho sbagliato ad usare i verdi. L’ultima volte che forse avremmo potuto parlare di sviluppo. Dal progetto legato al ricatto Ischia ha perso ogni altro pensiero di domani. Una piatta mortale. E pensiamo che l’unica “utilità pubblica” che le nostre amministrazioni hanno concesso è quella relativa al project financing del porto privato di Lacco Ameno all’amico dell’amico. Che pena!
Il progetto romano parla di mitigazione del rischio, di nuove stazioni ferroviare, di numerose pubbliche utilità e, ovviamente, di un terreno di gioco. Noi non avevamo nulla di tutto questo in programma, e abbiamo fatto bene a condannarlo all’epoca dei fatti, ma ciò non toglie che oggi più che mai abbiamo bisogno di progetti che ci facciano guardare al domani. E attenzione, il progetto potrebbe essere anche la de cementificazione di aree, la creazione di nuove aree verdi. Lo stravolgimento di quello che oggi diamo per scontato. Io non mi arrendo a volere osare. Non mi arrendo a questa mediocre classe dirigente che non ha nulla da dirci.
E raccontare cosa non mi piace di chi ci amministra sarebbe troppo facile. Così come sarebbe troppo facile inserire in questo discorso il realizzando Parcheggio della Siena o il progetto con tanto di finanziamento abortito per la nuova Piazza degli Eroi ad Ischia. Ma eviterò di alimentare il mito del luogo comune.
E, in mancanza di argomenti su cui battersi e discutere, su cui animarsi, su cui prendere posizione, su cui fondare dibattiti e dialoghi provo a chiedermi se in questi 50 giorni che ci separano da Pasqua qualcosa cambierà.
Domani mattina, i 103 aspiranti vigili del comune di Lacco Ameno parteciperanno alla prova scritta. Nel pomeriggio sapremo l’elenco degli ammessi all’orale. Nulla di più, nulla di meno di quello che è accaduto ad Ischia lo scorso dicembre.
Eggià, siamo proprio al tanto dibattuto concorso per l’assunzione dei vigili ad Ischia. Quando si terrà la prova orale? Il progetto di assumere prima della fine del 2016 i primi vigilini perché è naufragato?
Mi sono dato due risposte.
Se domani mattina, Antonio Bernasconi (Presidente della Commissione del concorso), volesse comunicare la data dell’orale, questa non potrebbe essere convocata non prima di 21 giorni. La legge è molto chiara. Certo c’è la possibilità che il candidato rinunci a questo periodo di preavviso, ma già sappiamo che non tutti sono disposti a farlo e che, prima di procedere con le assunzioni bisogna attendere la stesura definitiva della graduatoria.
E, senza tediarci con altri dettagli tecnici, se Bernasconi domani mattina, in via ipotetica, convocasse le prove orali dovremmo togliere i primi 20 giorni dai 50. Dai restanti 30 (mi sembra un problema di matematica di seconda elementare, ndr) dobbiamo togliere i giorni che la commissione ci dovrebbe impiegare per analizzare tutti gli orali. Se partecipano in 200 (ma sono 292!) e se se ne ascoltano 10 al giorno contiamo altri 20 giorni e i giorni che separano Ischia dalla Pasqua e dai successivi due ponti di fuoco sono 10. In 10 giorni si riescono a completare le assunzioni? Quasi impossibile?
E quindi? Ischia affronterà Pasqua senza i nuovi vigili?Il 25 aprile? Il 1 maggio? Si, la prospettiva è proprio questa. Quella comune anche a Lacco Ameno.
Ci troveremo in una piena stagione turistica con il traffico a mille e senza uomini. Limitiamoci ad Ischia?
Perché? Mi piace pensare che la ragione “madre” di questa calma assoluta sia quella di poter alimentare un po’ di clientelismo pre-elettorale sia tra i “vecchi” vigili in servizio con qualche progetto di produttività e di straordinario (così i voti sono ancora più sicuri) sia continuare a tenere gli ex vigilini e gli altri candidati ancora sotto lo “schiaffo”, ipotetico dell’orale ancora da svolgere. Eggià, salvo grandi sconvolgimenti andremo al voto il prossimo 28 maggio e il 28 aprile ci sarà la presentazione delle liste. Ci troviamo con le date? Non credete?
E’ legittimo chiedersi come l’isola affronterà il prossimo e duro test? Il primo esodo e contro esodo della stagione turistica? Si, è legittimo! E, in un paese civile, sarebbe anche avere delle risposte. Certe, misurabili e con tanto di atti alla mano.

2 COMMENTS

  1. Caro direttore sei arrivato a queste corrette deduzioni con qualche mese di ritardo. Infatti sia a te che ai numerosi ” vigilini” che dopo la prova scritta mi chiedevano una previsione su quando si sarebbero svolti gli orali, ho sempre risposto che ” conoscendo bene le logiche dei numerosi ” acchiattilli” che ha cresciuto e pasciuto…… Giosi Ferrandino, la decisione sarebbe stata gestita in chiave elettoralistica piuttosto che in funzione delle esigenze del territorio”. Li terranno tutti sotto ricatto per tentare di accaparrarsi una manciata di voti di preferenza.Il territorio può continuare ad agonizzare.
    POVERA ISCHIA !

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