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venerdì, Aprile 19, 2024

Viva il 25 Aprile per il socialismo!

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Finita la pandemia tutto sarà come prima se non liberiamo l'Italia dal capitalismo, dal governo Conte e dai fascisti del XXI secolo

di Gianni Vuoso | Il PMLI ha pubblicato un documento che reca un titolo molto chiaro e programmatico: “Viva il 25 Aprile! Ora liberiamo l’Italia dal capitalismo, dal governo Conte e dai fascisti del XXI secolo, per il socialismo”. Più chiaro di così.

Per chi ignorasse o non ricordasse più a grandi linee, cosa avvenne il 25 aprile di oltre 70 anni fa, va detto che “Il 25 aprile 1945 il popolo italiano in armi, con alla testa gli eroici partigiani, insorgendo in tutte le città del Nord completava vittoriosamente la liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo” come sottolinea il documento dei marxisti-leninisti.

“E’ giusto celebrare per sempre il 25 Aprile, non dobbiamo nemmeno darlo per scontato, poiché le forze reazionarie sconfitte ieri possono tornare ancora a spadroneggiare domani, se viene meno la discriminante antifascista.” I tentativi di rialzare la teste ci sono sempre. Basta sfogliare le cronache di questi ultimi tempi, soprattutto dopo il malgoverno di Salvini & C., per rendersi conto dello sdoganamento delle forze più pericolose e retrive, che addirittura non hanno avuto problemi a disegnare svastiche sui portoni di ebrei in Italia, di devastare tombe, di abbandonarsi a nefandezze di ogni genere. Siamo giunti al punto che “dobbiamo anzi chiedere ancor più forte che siano messi al bando tutti i partiti e i gruppi neofascisti, neonazisti, xenofobi e razzisti, applicando la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione che vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista e le leggi Scelba e Mancino. E invece, dopo che per tutto il secondo dopoguerra sono stati prima usati, tollerati e protetti e infine lasciati liberi di imperversare in lungo e largo per la penisola nelle aggressioni e intimidazioni ai danni degli antifascisti, oggi si sentono talmente forti e arroganti dal tentare di mettere fuorilegge i partiti comunisti attraverso la proposta di legge costituzionale depositata alla Camera dal deputato di FDI Cirielli.”

Oggi poi, a causa della pandemia, si è creata una situazione molto pericolosa per la democrazia.  Infatti  “si rafforza giorno per giorno la dittatura personale del premier Conte, che ha assunto i pieni poteri di fatto e governa a colpi di conferenze stampa a reti unificate, di decreti del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) e di decreti ministeriali (Dm) e attraverso organismi come la task force per la ricostruzione diretta dal super manager delle multinazionali Vittorio Colao e alle sue personali dipendenze, non soggetti al voto del parlamento né al controllo di legittimità del capo dello Stato e della Corte costituzionale.” In questa situazione celebrare il 25 Aprile con le piazze virtuali, rischia di essere una risposta purtroppo insufficiente, se non ambigua e con motivazioni e contenuti sbagliati.”

Infatti, si ripetono frasi vuote, si ricorre all’inno nazionale e al tricolore ma si elude la madre di tutte le questioni: quella della distruzione del capitalismo, che è all’origine delle disuguaglianze sociali ed economiche, delle guerre e della devastazione ambientale e climatica, ma anche della demolizione e privatizzazione della sanità pubblica e della mancanza di pronte e adeguate risposte contro la pandemia, che sono alla base della tragica emergenza sanitaria di queste settimane”. Parole che fanno ripetere a Conte e, ai partiti di governo ed al papa che siamo sulla stessa barca. Questo è l’inganno: la barca è quella della borghesia e del capitalismo, non quella del proletariato e del socialismo. Non siamo tutti sulla stessa barca e la lotta di classe continua anche con la pandemia e l’emergenza sanitaria, come dimostra il conflitto tra le esigenze padronali della produzione e del profitto e il diritto alla sicurezza e alla salute dei lavoratori e delle loro famiglie. Questi concetti, molto chiari, fanno dire al Segretario generale compagno Giovanni Scuderi che “la lotta di classe non può non continuare, pensando all’Italia futura. Quella che ha in mente il governo sarà peggiore di quella attuale. Persisterà il dominio della borghesia e del capitalismo, si aggraveranno le disuguaglianze sociali e territoriali, le condizioni di vita e di lavoro delle masse, la disoccupazione e la povertà, ed è probabile che diventeranno permanenti, con qualche aggiustamento, l’isolamento sociale, il controllo sociale, il telelavoro, l’insegnamento a distanza, il restringimento delle libertà e della democrazia borghese, l’emarginazione, la militarizzazione del Paese, del parlamento, e il nazionalismo patriottardo e fascista. In sostanza verrà rafforzato il regime capitalista neofascista”.

E’ inutile dire che finita la pandemia, niente sarà come prima. Purtroppo lo sarà eccome. Non è certo questa la società per cui hanno lottato e hanno versato il sangue le partigiane e i partigiani comunisti. Non è con la cultura borghese del riformismo, del nazionalismo patriottardo del “siamo tutti nella stessa barca” e della difesa di una Costituzione borghese ormai stracciata e sepolta dal regime capitalista neofascista imperante, che non hanno impedito al capitalismo di portare il Paese all’attuale catastrofe, che si può pensare di uscirne verso una società nuova. Solo non rinunciando alla lotta di classe il proletariato può evitare che anche questa crisi provocata dal capitalismo e dall’imperialismo venga scaricata sulle sue spalle e sia usata per aumentare la fascistizzazione del Paese, ma possa invece aprire una nuova stagione di rivendicazioni e di lotte per difendere i diritti, le condizioni di vita e di lavoro e le libertà di tutti i lavoratori e le masse popolari.

In questa difficile situazione è più che mai necessario ispirarsi allo spirito della Resistenza, allo stesso spirito che ebbero le partigiane e i partigiani nel liberare l’Italia dal soverchiante nazi-fascismo, per liberare oggi l’Italia dal capitalismo, dalla dittatura antivirus del premier Conte e dal suo governo trasformista e liberale al servizio del regime capitalista e neofascista e dai fascisti del XXI secolo guidati da Salvini e Meloni. Avendo anche bene in mente che solo con l’abbattimento del capitalismo e la conquista del socialismo sarà possibile porre fine per sempre allo sfruttamento, alle devastazioni ambientali e climatiche, alle pandemie e alle guerre.

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