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venerdì, Marzo 29, 2024

VITO IACONO: Io parlo al “campo largo” del paese. Loro al “campo stretto” della politica…

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Gaetano Di Meglio | Parte questa nuova campagna elettorale con uno slogan che è un po’ una presa in giro per gli altri contendenti: “il prossimo sindaco? Tu”. In qualche modo Forio è divisa tra chi si candida con questo o con quell’altro sindaco.

Tu sei andato in una direzione maniera dove, il candidato è certo, sei tu, eppure si parla di un cambiamento possibile
“No, il prossimo candidato sindaco sei tu” è il nostro slogan ma in questa campagna elettorale vorrei evitare quanto più possibile di pensare e parlare degli altri, bensì al campo largo del paese. Noi, da subito, abbiamo pensato di privilegiare un’introduzione al “campo largo” del paese e non al “campo stretto” della politica. Per fortuna, per quello che leggo anche grazie alle puntuali cronache quotidiane del Dispari, succede tutto il contrario di tutto e quindi non riesco ad immaginarmi annacquato e contaminato. Il mio percorso – aggiunge Iacono – va nella direzione di fare determinate cose con la platea politica che oggi sta una parte e domani sta dall’altra parte in virtù della possibile candidatura a sindaco degli attori che intervengono, ma non si parla, assolutamente, del paese, della gente, dei bisogni, dei diritti.

Quindi “tu” è il mio paese, la mia gente, il mio territorio che sta al centro del progetto politico.
Mi sono ripromesso di non parlare contro nessuno nel senso di non alimentare, e l’ho fatto fino a ieri sera e mi scuso anche insultando, perché già hanno dato troppo gli altri in consiglio comunale tra insulti e offese reciproche. Per cinque anni, gli ultimi cinque anni, non hanno mai, come negli ultimi 40 anni, parlato di disabilità, di diritti, di giovani, di donne, di scuola e si sono insultati. L’unico argomento che hanno affrontato dall’opposizione e dalla maggioranza, per alzare il prezzo degli interessi di parte, fantomaticamente sui lavori pubblici ma non hanno inciso perché, se il paese è in queste condizioni, è colpa di una classe dirigente che siede in consiglio comunale e che non è riuscita a fare sintesi sui bisogni di un paese. Noi ci siamo dimenticati che questi sono stati cinque anni devastanti per la nostra gente. Abbiamo avuto molti dal covid e vittime, tante, troppe dal covid alla frana e loro non c’erano. Non c’erano quando si occupavano in maniera sbagliata le strutture sportive, non c’erano quando i giovani erano costretti a stare in lockdown o a fare didattica a distanza, a non mettere in campo i loro talenti sia in ambito sportivo, sia di altre attività.

Loro non c’erano e oggi si ripropongono per la campagna elettorale ma penso che sia tardi. La loro stagione è durata 40 anni. Non diremo le cose che loro non hanno fatto, ma parleremo di quello che vogliamo fare quindi della messa in sicurezza del territorio, del litorale costiero, dalla messa in sicurezza delle scuole. Dal 2017 ci sono dei fondi non utilizzati e non hanno ancora aperto il cantiere per la messa in sicurezza delle scuole che è una cosa gravissima così come la depurazione delle acque. Abbiamo perso, con questa classe dirigente, una caserma dei Carabinieri e chiederemo alla Città Metropolitana di acquistare il Green Flash e la storia di quell’imbroglio, così come il fallimento Pegaso, Torre Saracena, le strisce blu: in pratica hanno messo le mani nelle tasche dei cittadini e, impunemente, dopo dieci anni di amministrazione si presentano come se non avessero rubato i soldi. E ancora la mancata metallizzazione e la privatizzazione del Porto, bene, dovrebbero spiegare prima di presentarsi o, almeno, chiedere scusa se non addirittura provare vergogna di camminare per strada per le schifezze che hanno fatto.
Noi vogliamo parlare delle cose che vogliamo fare come la piena gestione del porto perché deve rappresentare una risorsa per il paese, lo ripeto, la Città Metropolitana e l’acquisto del Green Flash per farci l’Istituto Nautico, la sede dell’Area Marina Protetta, un Laboratorio per la cantieristica della nautica da diporto ed un osservatorio permanente relativamente alle politiche del mare. Vogliamo realizzare il depuratore, vogliamo intervenire sul degrado delle strutture sportive e senza fare gli imbrogli delle cooperative sociali o quant’altro, ma dando la possibilità in termini occupazionali a tutti quelli che possono concorrere a quel posto.
Vogliamo che l’imposta di soggiorno la smetta di diventare un bancomat per qualcuno, ma diventi un’occasione anche occupazionale per assumere custodi del verde pubblico piuttosto che dell’aria pedemontana. Vogliamo fare un’unica Polizia Municipale dell’isola d’Ischia, vogliamo fare un’unica assessorato al turismo e alla cultura dell’isola d’Ischia e una gestione comune e condivisa del servizio taxi e del piano traffico e del sistema di gestione della viabilità. Queste sono le cose che vogliamo fare contro nessuno. Vogliamo unire il paese e ancora di più l’Isola su questa idea, non sottraendoci alle responsabilità anche del cattivo funzionamento dell’ospedale, del Sistema Sanitario.

Tra le cose vorrai fare ce n’è una in particolare. Il 16 maggio viene eletto sindaco, che ne sarà del Casale dove adesso viene posto il fango?
A me non piace la via giudiziaria alla politica, per me la politica, se vuole, può fare molto. Innanzitutto vanno individuati i livelli di responsabilità: c’è un contenzioso promosso dal privato e non capisco perché l’opposizione non abbia preso posizione concreta. Chi ha sbagliato paga, ma quel fango prima dell’estate deve andare via entro il 30 giugno. Quel fango non può essere lì. Non può rappresentare dal punto di vista estetico oltre ai danni che porta le strutture sportive. Quel fango deve andar via non so se sta alla Sma o chi ne ha competenza e responsabilità per rimuovere quel fango. Da lì, con atti amministrativi, andrà via. La mia prima ordinanza sarà quella di revocare l’ordinanza che ha previsto che il fango andasse là. Un’ordinanza di rimozione del fango imputando nella competenza della responsabilità al commissario di governo. Questa è la politica, sono gli atti amministrativi così come la stessa questione dei rifiuti. I rifiuti vanno gestiti in maniera condivisa perché bisogna sviluppare una piattaforma per la gestione del secchio differenziato che faccia massa critica per le necessarie convenzioni con chi deve ritirare e deve rappresentare un valore.

La prima cosa che farò è quella di revocare il contratto di appalto con la società di gestione e poi vediamo gli altri comuni cosa faranno perché ritengo che quell’atto sia viziato rispetto alla norma regionale che non prevedeva che i comuni continuassero ad affidare direttamente a proprie aziende la gestione dei rifiuti. Chiaramente anche lì non capisco l’opposizione che oggi si propone di governare il paese perché non ha preso posizione. O, magari, lo posso immaginare visti i trascorsi storici, loro non prendono posizione perché attraverso il management di quelle società gestiscono parte dei dipendenti che non devono sentirsi liberi e quindi sotto tutela dalla maggioranza o dell’opposizione e non collaboratori che con i soldi dei cittadini devono gestire e mantenere pulito il territorio

In sala abbiamo visto un po’ di volti nuovi, abbiamo visto un ex assessore Enzo Mattera. Chi fa parte di questo progetto anche se non è candidato. Possiamo cominciare a contare un po’ di volti?
No, io non sono abituato a vendere le persone e men che meno quelle che con me condividono un percorso. Ognuno farà il suo endorsement anche perché se dico che il candidato sindaco sei tu, è giusto che ognuno si senta protagonista. C’è una platea ampia di nomi che non voglio fare per non creare neanche situazioni di imbarazzo. E’ giusto che ognuno, fino al 14 aprile, si senta libero di fare le sue scelte e anche di cambiare idea.

Ignazio Di Lustro che farà?
Io sono anni che non lo sento. Penso che dal punto di vista politico, l’ho sentito l’ultima volta prima dell’ultimo comizio dell’ultime elezioni. Cioè, a me il ruolo di consigliere comunale va svolto in un’ottica di condivisione delle strategie con chi ha favorito la tua elezione. Gli amici del “Volo” o di “Democrazia e solidarietà” possono essere testimoni. Quando ho fatto il consigliere comunale non c’era un’iniziativa, un atto o una proposta che non condividevo…

E Franco Castagliuolo?
Io penso che lui abbia un percorso suo. Io non ci ho parlato di politica. Sono andato a comprare qualcosa e lo sai, io sono trasparente…

E Chiara Conti?
Leggo che sta decisamente da una parte molto distante da ma. Alcuni stavano con noi e con me, non ci sono stati quando cadevano le montagne o quando la gente era Vittima del covid e quando noi sostenevamo delle battaglie di civiltà. Chiaramente, in qualsiasi momento dovessero cambiare idea, anche per un rapporto di affetto e di amicizia, ci mancherebbe che chiuderei le porte. Però c’è un problema anche di far prevalere gli interessi del paese al proprio ego, alle proprie ambizioni, alle proprie esigenza di vincere a tutti i costi. Ma io voglio anche sgombrare il campo da un altro modo di pensare. La nostra candidatura e la mia proposta politica non è di testimonianza noi giochiamo per vincere nella piena consapevolezza che nel paese non può non esserci spazio per questa proposta politica. Poi, chiaramente, le valutazioni le faremo all’indomani della presentazione della liste e ancora più puntualmente all’indomani del momento elettorale.

Non si parla di lista ma di coalizione?
L’idea è che le liste debbano essere rappresentative di missioni. Le mission, che sono quelle che ci siamo detti, e quindi che mettano insieme competenze, sensibilità, intelligenza senza utilizzare frasi fatte o luoghi comuni e non quella come qualcuno pensa che la composizione del numero delle liste debba testimoniare l’occupazione del paese, delle famiglie per poi occupare il palazzo come hanno fatto anche in passato tra i litigi tra le diverse parti. In questi 40 giorni, soprattutto in questa sede, in piena trasparenza, lavoreremo in questa in questa direzione. Chiaramente, poi, il bilancio di quanto siamo riusciti a seminare e quanto siamo riusciti a raccogliere, lo faremo sempre nella massima chiarezza quando avremo elementi circostanziati senza che noi cerchiamo di vantarci di chissà che cosa ma abbiamo l’esigenza di vendere un’iniziativa di successo. Noi siamo qui per fare determinate cose e continueremo a farlo. Alcuni dicono che sono spigoloso perché reagisco istintivamente ad alcuni comportamenti mentre altre persone si fanno scivolare tutto addosso.

Prossima iniziativa?
“Sabato andiamo alla Colombaia come dato simbolico perché riteniamo che il degrado socio economico ma anche ma anche del confronto politico debba entrare nel merito delle reciproche responsabilità. Riteniamo che bisogna partire da posti simbolici e penso che se il tessuto politico in questi anni non abbia mai inteso che dalla Colombaia poteva rinascere, spero che questa mia idea di fare l’assessorato al turismo unico al turismo e alla cultura dell’isola d’Ischia, possa trovare proprio sede della Colombaio. L’idea, insomma, è di far sentire La Colombaia di tutti. Questa è la contestazione che facevo anche a mio padre all’epoca. Spesso la Colombaia è sembrata che fosse una struttura di qualcuno che veniva da fuori, estranea ai foriani”.

Credi che l’astensionismo abbia un ruolo anche alle comunali cosa che non accade mai, ma il trend nazionale è chiaro?
Io sono un candidato timido e non chiedo voti e men che meno, chiedo di candidarsi con me. Ho una difficoltà maggiore a ragionare e chiedere in cambio, magari, un’attenzione elettorale. Qualcuno mi accusa che in questi anni non ho non c’è stato un centro di aggregazione ma la politica è uscita dalle sezioni di partito. La politica si svolge nei luoghi dove si forma il bisogno e dove viene leso il diritto ed è lì che andremo a convincere i cittadini che bisogna smetterla con politiche di decenni, di promesse non mantenute e quello che recita il nostro manifesto è che ognuno si senta protagonista del proprio futuro.

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