lunedì, Ottobre 7, 2024

Villano: “Quello che il mondo chiama periferie, la chiesa lo mette al centro della sua vita”

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Il ministerio di Carlo Villano è iniziato da Casamicciola, dai familiari delle vittime della frana del 26 novembre. Da chi soffre e da chi ha bisogno di essere confortato. Poi i nonnini di Villa Joseph a Casamicciola, poi i fragili e i volontari del Centro Caritas a Monterone. Un inizio diverso, vicino.

Vescovo, il suo ministerio partito, non solo ad Ischia, ma anche a Pozzuoli, fondandosi sulle parole di Gesù: “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”. Questo è un segno caratterizzante.
«È questo il segno caratterizzante di tutta l’azione pastorale della Chiesa. Papa Francesco ci invita e lo fa con forza ad essere “chiesa da campo” e ad incontrare le persone nelle loro fragilità e in quelle che sono solo secondo la mentalità del mondo, le periferie. Ma gli incontri di questa mattina hanno detto soprattutto una cosa, che quelle che per il mondo sono periferie, in realtà sono al centro della Chiesa e questo credo che sia l’azione pastorale e l’attenzione di tutta la Chiesa non solo d’ischia, ma di tutta la chiesa di Francesco.

È vero pure che ci sono tante periferie, tuttavia la periferia di Casamicciola, quella che ancora conta 12 morti tra cui un neonato e tre bambini, forse diciamo più periferia, nel senso di maggiore attenzione, ecco di dover avere più bisogno di cura
“Ho incontrato anche i familiari delle vittime dell’alluvione dello scorso anno e credo che ci sia veramente bisogno di prossimità. Chiedono attenzione, chiedono di essere ascoltate, allora anche lì credo che la prima forma di presenza della Chiesa sia quella di porsi in ascolto, ascolto di persone che hanno perso perdendo i familiari hanno veramente perso tanto o tutto nella propria vita, ma soprattutto sono persone che vanno aiutate e ad essere anche voce costruttiva.

Noi viviamo in un mondo in cui bisogna fare attenzione all’ambiente. Papa Francesco ci ricorda che siamo tutti responsabili della nostra casa comune e il suo invito è fare anche in modo che queste morti non siano inutili, ma ci spronino ad attivare dei processi virtuosi perché questi fenomeni non accadano più perché e non ci dovremo trovare qui a parlare, tra decine e decine di anni, di altre vittime soltanto per la nostra noncuranza del territorio.”

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