Non penso possa esserci un limite alla buona educazione! Molti sostengono che quando c’è chi ti fa perdere la pazienza è come se si ricevesse una sorta di licenza di uccidere, ricambiando la scortesia con altrettanta moneta; oppure, come a me piace molto ripetere, “davanti a un mezzo delinquente serve… un delinquente e mezzo.”
La verità, però, come sempre sta al centro: è vero che nella nostra quotidiana il concetto homo homini lupus di Plauto sembra essere tornato fortemente in voga, visto lo scadimento sempre maggiore delle relazioni interpersonali nel sociale. Ma è altrettanto vero che educazione e cultura, anche nelle situazioni più estreme, tendono sempre a segnare la differenza, talvolta anche a costo di fare la figura del bonaccione (per non dire del fesso) rispetto alle tantissime forme di arroganza a cui ognuno di noi va incontro.
Negli affari, nel traffico, nell’amore, nello studio, nel lavoro, in politica, in qualsiasi sfaccettatura della nostra vita ci si trovi a dover affrontare una manifestazione di difficoltà provocata da chi ci sta innanzi, l’istinto animale (specialmente per chi ha notoriamente la tendenza alla testa calda e alla giugulare ostruibile) dovrebbe avere facilmente il sopravvento a mo’ di pan per focaccia per i propri molesti interlocutori. Ma è proprio in quel momento in cui la lucidità di chi usa la testa per le sue importanti funzioni intrinseche e non solo per dividere le orecchie attaccate al cranio, alimentata da importanti valori fondanti che distinguono un galantuomo da un farabutto qualsiasi, deve incondizionatamente prevalere e diventare preziosa.
Rispetto, semplicemente rispetto: ecco il sale di quella lucidità che fa la differenza! Rispetto per le opinioni altrui, per la libertà altrui, per la tranquillità altrui, per la proprietà altrui. Senza rispetto non si vive. E guai se, in qualsiasi tipo di rapporto, il rispetto non si riveli valore rigorosamente vicendevole, perché è proprio quello il momento in cui anche i legami più forti possono spezzarsi irrimediabilmente.
Qualcuno di Voi starà pensando: cosa Ti è successo, caro Davide, per scrivere di un argomento del genere? Assolutamente nulla, rispondo io. Solo l’ennesima considerazione di incertezza verso questa mia Isola e i miei compaesani, che riesco a comprendere e tollerare sempre meno.